Condanna definitiva per lo scrittore e giornalista turco Ahmet Altan

“La notizia è sconvolgente – ha commentato Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa –. Ahmet Altan è stato arrestato, processato e condannato senza uno straccio di prova, solo a causa delle sue opinioni. Dietro questa decisione non c’è altro che la volontà di punire ulteriormente una persona determinata a non restare zitta. Si tratta di un’ingiustizia scandalosa“.

Condanna definitiva per lo scrittore e giornalista turco Ahmet Altan

Era nell’aria da tempo, e nei giorni scorsi è arrivata l’ufficialità. Il 7 gennaio la Corte di Appello di Istanbul ha confermato la condanna a 5 anni e 10 mesi di Ahmet Altan, scrittore e giornalista turco di fama internazionale che, oltre alla condanna appena confermata, dovrà scontarne una ulteriore, a 10 anni e sei mesi, per una precedente sentenza. Altan, secondo l’accusa, sarebbe  colpevole di aver criticato e offeso il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, di aver portato avanti una radicata propaganda del terrorismo e di aver tentato di sovvertire l’ordine costituzionale mediante il fallito golpe in Turchia del 15 luglio 2016.

Ma cosa successe effettivamente quella notte? La sera del 15 luglio 2016, in Turchia, una fazione dissidente dell’esercito turco imbastì  un tentativo di colpo di stato rapidamente soppresso dalle autorità fedeli ad Erdogan. In quella notte terribile di violenze e repressioni, in  seguito al fallito colpo di Stato, centinaia di persone morirono e migliaia rimasero ferite. Ristabilita la situazione, il governo turco ha accusato Fethullah Gülen, religioso con sede negli Stati Uniti, e i suoi seguaci appartenenti al movimento "Organizzazione terrorista fethullahista" (FETÖ/PDY), di aver cospirato insieme ad un numero imprecisato di intellettuali turchi al fine di rovesciare il governo di Erdogan e prendere il potere.

Il 20 luglio 2016 il governo Turco ha dichiarato lo stato di emergenza, durato due anni, e nei mesi successivi gli organi di governo preposti hanno condotto una capillare e massiccia repressione, colpendo giornalisti, scrittori, giudici e pubblici ministeri accusati di essere stati critici nei confronti del governo di Erdogan: in seguito a tale dura repressione molti di loro sono stati incarcerati  e tra questi vi era anche Ahmet Altan. Le accuse contro lo scrittore turco, da quanto si apprende dai fascicoli processuali, sarebbero del tutto sommarie: non ci sarebbero infatti prove concrete e corroborate da riscontri ma solo illazioni, supposizioni e sospetti infondati e mai del tutto chiariti. Un iter giudiziario travagliato che ha portato tuttavia, nel novembre scorso, alla liberazione a sorpresa di Altan (condannato all’ergastolo e successivamente a 10 anni e 5 mesi per commutazione della pena). Sembrava che la giustizia avesse fatto il suo normale corso ma ecco la sorpresa: dopo appena 9 giorni, lo scrittore turco è stato di nuovo arrestato, stavolta con l’accusa di terrorismo.

“La notizia è sconvolgente – ha commentato Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa . Ahmet Altan è stato arrestato, processato e condannato senza uno straccio di prova, solo a causa delle sue opinioni. Dietro questa decisione non c’è altro che la volontà di punire ulteriormente una persona determinata a non restare zitta. Si tratta di un’ingiustizia scandalosa“. Immediata, sin dal primo arresto, la reazione del mondo letterario e culturale: 51 premi Nobel hanno firmato una lettera indirizzata ad Erdogan per chiedere il rilascio di Altan e di altri prigionieri mentre Amnesty International ha lanciato una petizione online. Silenzio stampa, invece, da parte del governo turco che continua impassibile la dura repressione politica e culturale a suon di repressioni arbitrarie e disumane.