Costantino Visconti continua ad attaccare Nino Di Matteo e Saverio Lodato/3

PARTE 3. Venerdì 27 ottobre, alla facoltà di Scienze Politiche a Palermo, c'è stato un incontro organizzato da “Repubblica” dopo una lettera scritta da oltre 100 studenti qualche mese fa in merito alle sue dichiarazioni nell'intervista data a “Il Foglio”.

Costantino Visconti continua ad attaccare Nino Di Matteo e Saverio Lodato/3
Ringraziamo l'autore (M. M.) per la vignetta concessa

Poi la parola passa ai ragazzi presenti, dalle quali sono state firmate due lettere circa 3 mesi prima: una in risposta all'intervista fatta al professore Visconti e una in appoggio alla stessa intervista.

Imagoeconomia

Inizia Marta Capaccioni, studentessa firmataria della lettera contro l'intervista:

“Noi da questo incontro ci aspettiamo delle risposte concrete dalle parole che sono state dette in un'intervista dal professore Visconti perché penso che le parole abbiano sempre un peso e lancino dei messaggi agli studenti e alla società civile. Questo confronto è nato da una lettera che abbiamo scritto con oltre 100 studenti e studentesse dagli atenei d'Italia, a cui non abbiamo ricevuto una risposta nel merito.

Ci sembra opportuno ripartire dal contenuto della nostra lettera ricordando i nostri interrogativi e le nostre riflessioni che non erano finalizzate a gettare scredito sul dipartimento o sull'intero ateneo ma in contrario volevano alimentare un pensiero critico rispetto ad una serie di fatti storici accertati in migliaia di pagine di sentenze che devono essere lette e noi le abbiamo lette. La nostra indignazione è partita leggendo le parole del professore Visconti dove è stata definita l'antimafia della fuffa.

Noi abbiamo capito che è un'antimafia che parlerebbe di mafie in termini di superpoteri criminali e che racconterebbe solo la storia di una mafia invincibile quando al contrario bisognerebbe insegnare alle giovani generazioni che lo Stato è un'entità forte e che non ha nulla a che vedere con la mafia. Così da dare la sensazione che allo Stato ci si possa affidare. È chiaro che fino a quando nelle scuole si continuerà ad invitare Saverio Lodato e Nino Di Matteo che dicono che lo Stato è marcio, si darà un messaggio diverso alle nuove generazioni (non dicono solo che lo Stato è marcio).”

Successivamente interviene Giusi Augello, studentesse firmataria della seconda lettera:

“Le risposte non è che non sono state date, le stiamo dando oggi avendo voluto questo dibattito; le risposte sono state date dal professore Visconti quando su un giornale ha dato parere favorevole all'organizzazione di questo dibattito. Sicuramente va precisato il fatto che noi non siamo qui come avvocati o avvocatesse del professore Visconti, siamo qui perché perché siamo studenti e studentesse e crediamo che sia importante difendere quello che studia il nostro dipartimento.

I firmatari della lettera hanno più volte espresso parere di essere sottoposti a censura, ed è stato ribadito anche oggi. M i sorge spontanea una domanda: come fai a parlare di censura qui, in uno spazio che è stato riempito anche per te, anche per darti la possibilità di parare? E soprattutto come fai a parlare di censura relativamente alle parole del professore Visconti sulla questione Di Matteo?

Ci sono frasi che non hanno spazio alla libera interpretazione. Lui non ha mai detto, e nel caso in cui lui l'avesse detto noi saremmo stati i primi a biasimarlo di non invitare Di Matteo nelle scuole ma io penso che quando invitate Di Matteo si apre un dibattito, come lo stiamo facendo oggi.”

foto di Paolo Bassani

Adesso interviene lo studente Jamil El Sadi:

“Lei sostiene che il dottore Di Matteo e Saverio Lodato, al netto dell'opinione contraria, dicono che tutto lo Stato è marcio? Dove e quando mai ha sentito dire da questi due che tutto lo Stato è marcio? Perché questa è la dichiarazione fuorviante. Perché se vengono invitati qui Di Matteo o Lodato e dicono che tutto lo Stato è marcio allora ha ragione il professore Visconti.

È un messaggio sbagliatissimo. Eppure mi risulta che dai libri, dalle testimonianze, dalle interviste, da tutte le altre ospitate che ha fatto elle altre università e facoltà e Lodato e Di Matteo e lo stesso Morvillo dicono che c'è una parte di Stato che è stato marcio e purtroppo ancora oggi è marcio, sennò ci raccontiamo la storia che la mafia è finita e non è finita.

Una parte è marcia, non tutto. È quello che attira l'attenzione, è quella la disinformazione perché si tratta di due persone, al netto dell'opinione critica e discutibile, ma dire che questi due soggetti è come dire il professore Visconti o il dottore Morvillo hanno detto che tutto lo Stato è marcio perché hanno criticato che alcuni hanno avuti collusioni e quant'altro. Non è successo.

Allora arrivo al dunque, di quella che oggi deve essere l'antimafia vista da un ragazzo di 24 anni e studente e attivo per quello che riesce a fare, la lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale e morale, come ricordava Morvillo le parole di Borsellino.

Il movimento culturale si approfondisce nelle scuole ma si vive concreto nelle strade. L'antimafia non può e non deve essere solamente lotta e repressione dello Stato, che funziona benissimo.”