Delitto Agostino, arringa della difesa di Madonia «pentiti inaffidabili»

L’avvocato Valerio Vianello, difensore del boss Nino Madonia: "Vito Galatolo e Giovanni Brusca, nello specifico, sono totalmente inattendibili".

Delitto Agostino, arringa della difesa di Madonia «pentiti inaffidabili»

Nuova udienza per il processo, che si celebra con il rito abbreviato, nei confronti di Nino Madonia accusato del duplice omicidio aggravato in concorso dell’agente di polizia Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, uccisi in un agguato il 5 agosto 1989.

 

Nella sua arringa nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, l’avvocato Valerio Vianello, difensore del boss Nino Madonia ha detto che “Siamo di fronte a due collaboratori che hanno letteralmente preso in giro chi coordina le indagini. Vito Galatolo e Giovanni Brusca, nello specifico, sono totalmente inattendibili”.

 

L’accusa, sostenuta dai sostituti pg Umberto De Giglio e Domenico Gozzo, nelle scorse udienze al termine della requisitoria aveva chiesto la condanna all’ergastolo per l’imputato, ritenendo che la presenza di Giovanni Aiello fosse la “plastica testimonianza” del connubio tra cosa nostra e servizi deviati. E che Nino Madonia è “ideatore ed esecutore del delitto di Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio”.

 

Diverso il pensiero dell’avvocato Vianello: “Se Agostino viene eliminato per fare un duplice favore a Arnaldo La Barbera e ai servizi, uccidendo un poliziotto che era in procinto di scoprire questo doppio gioco di alcuni e che ha detto all’AGI al termine dell’udienza -, al contempo era un cacciatore di latitanti che dava fastidio, è possibile che l’ex questore non abbia mai avvisato Madonia delle indagini in corso sul traffico di stupefacenti e che riguardavano sia Madonia che Vito Galatolo?”.

Secondo la difesa di Madonia, quindi, la tesi dell’accusa non regge.

 

Il processo con rito abbreviato proseguirà il 5 marzo, sempre con la difesa Madonia, con l’intervento dell’avvocato Vincenzo Giambruno che affronterà, tra le altre cose, la genesi delle indagini, le archiviazioni “firmate dalle stesse persone che oggiha anticipatoinvece chiedono la condanna”, e su alcuni colloqui investigativi effettuati prima degli interrogatori che bisogna approfondire.

 

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