La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/25

Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia. 25^ PARTE/Continuiamo a pubblicare integralmente la nuova relazione sull'urologo siciliano ucciso da pezzi dello Stato, in collaborazione con Cosa nostra.

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/25

«Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»

Angela Manca, WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

Hanno ammazzato una persona perbene perchè aveva riconosciuto il boss latitante di Cosa nostra. Lo hanno fatto nella totale impunità, grazie alle coperture istituzionali. Le stesse coperture che hanno utilizzato per versare fiumi di sangue. Da Portella della Ginestra (1947) in poi.

- Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

LA MORTE VIOLENTA DI ATTILIO MANCA. La famiglia Manca, come tante altre famiglie italiane, merita uno spazio fisso sugli organi di informazione. Su queste vicende vergognose bisognerebbe aprire una "finestra" fino alla definitiva risoluzione del caso. Noi, insieme a pochi altri, ci siamo. E facciamo nostra la convinzione del poeta Pasolini. Continueremo a battere sempre sullo stesso chiodo. E, sicuramente, non ci fermeranno per stanchezza.

WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

 

- IL MASSACRO MAFIA-STATO: Attilio Manca è stato ucciso per coprire una latitanza

 

7.3 L’esame tricologico

Con il conferimento dell’incarico al docente di tossicologia forense prof. Fabio Centini, in data 13 febbraio 2004, il pubblico ministero della procura viterbese disponeva il seguente accertamento:
«Effettuati tutti gli esami necessari dica il consulente se sui reperti e sui liquidi organici prelevati dal cadavere di Manca Attilio, si rinvengano sostanze tossiche di natura esogena ed in caso affermativo ne determini natura, quantità ed effetti. Dica altresì se nei reperti biologici siano presenti composti tossici correlabili all’esito letale. Per l’esame del liquido ematico presente nelle due siringhe si proceda all’accertamento di eventuali xenobiotici, previa separazione di una porzione di materiale organico sufficiente per l’esame del DNA che dovrà essere adeguatamente conser­vato».

Nell'elaborato, depositato il 13 aprile 2004, il tossicologo riferiva i risultati raggiunti, spiegando in modo puntuale e dettagliato tecniche e strumentazioni usate, nonché esponendo la letteratura scientifica a sostegno delle proprie conclusioni. Il consulente evidenziava che dall'analisi delle urine emergeva una costante positività per il gruppo degli oppiacei e delle benzodiazepine.

In tutti gli estratti organici analizzati, inoltre, si rilevava la presenza di morfina e diazepam (principio farmacologicamente attivo del medicinale Tranqui­rit). Sulle due siringhe repertate, le analisi riscontravano la presenza di eroina e mono-acetil-morfina (un metabolita dell’eroina).

In conclusione, il perito deduceva che il decesso di Attilio Manca fosse da «correlarsi con l’assunzione di composti organici neurotossici e, più precisamente, da inquadrarsi tra le “overdose mortali da eroina associata a benzodiazepine ed alcool etilico”.

Rapporto causale che ben si evidenzia negli xenobiotici presenti negli organi e nei liquidi biologici ed in particolare con i livelli di morfina e mono-acetil-morfina che appaiono perfettamente sovrapponibili con i ranges di concentrazione riferiti per le intossicazioni acute letali».

In data 13 settembre 2005 il pubblico ministero incaricava il perito di integrare la precedente relazione di consulenza, rispondendo ai seguenti ulteriori quesiti:
«Integrazione della relazione autoptica in relazione all’indicazione:

(...) b) dell’incidenza del Tranquirit nel decesso, con l’indicazione anchedelle modalità di assunzione dello stesso, se per via orale o per endovena;

c) della distanza di tempo fra l’assunzione delle sostanze letali e la mortedi Attilio Manca».

Nella risposta il tossicologo riferiva che il Tranquirit aveva esercitato un ruolo del tutto concausale nella morte rispetto all’eroina e che, vero­similmente, il predetto farmaco era stato assunto per via orale; riportava l’orario della morte in un arco di tempo compreso tra le due ore e mezza e le tre ore e mezza dall’inoculazione dell’eroina.

Alla fine della relazione integrativa, il dott. Centini inseriva un paragrafo:

«Considerato inoltre che la presente integrazione è finalizzata anche ad acquisire ulteriori circostanziate notizie utili ai fini di giustizia, ritengo di dover segnalare che durante le operazioni di consulenza tecnica si sono ottenuti costanti esiti positivi dal test tricologico eseguito sul materiale pilifero prelevato in sede autoptica. Positività che comunque non ha nessun rilievo ai fini della risposta ai precedenti quesiti orientati, prioritariamente, a definire le cause ed i mezzi responsabili dell’evento letale. L’esito positivo del test tricologico, documentato nell’all. n° 1, va invece interpretato come dimostrativo di un uso pregresso di eroina unica responsabile del fatale evento».

Orbene, ciò che deve rilevarsi e che la Commissione intende sottoli­neare è che l'accertamento tricologico svolto dal consulente non solo risulta esulare dagli specifici quesiti posti al medesimo dall’ufficio del pubblico ministero, ma risulta essere stato condotto senza le garanzie e le modalità atte a dare certezza dell'attendibilità del risultato.

Peraltro risulterebbe che il test tricologico, pure svolto tempestivamente, sia stato inserito soltanto nell'ambito della consulenza redatta a seguito dell'integrazione richiesta.

Viste le dichiarazioni del prof. Salvatore Giancane, che ha sostenuto la possibilità di ripetere un esame tricologico anche a distanza di vent’anni dalla morte del soggetto, apparirebbe utile, se si volesse dipanare ogni dubbio sull’ipotesi di un pregresso uso di eroina di Attilio Manca, ripetere l’esame tricologico, previo prelievo di un secondo campione di capelli. 

In questa direzione, parrebbe inoltre utile escutere il dott. Fabio Centini, in ordine alle modalità e ai tempi con cui ebbe ad espletare l’esame tricologico, da chi gli venne richiesto e al fine di spiegare i risultati a cui è giunto, in particolare quali ragioni scientifiche supportano la certezza della presenza di eroina (e non morfina) nel capello analizzato.

 

 

L'INTERVISTA ALL'ON. STEFANIA ASCARI 

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LE PRECEDENTI PUNTATE:

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/1

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/2 

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/3

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/4

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- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/6

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