Dubai, tra lusso e potere: zona franca per la camorra

Ed è cosi che gli investigatori hanno scoperto che Dubai è al centro degli investimenti della camorra. Una camorra "imprenditoriale" che semina morte nelle città partenopee e porta i soldi sporchi oltre oceano. Ed è cosi che a Dubai vivono i latitanti della camorra.

Dubai, tra lusso e potere: zona franca per la camorra
fonte Dagospia

di Gennaro Ciliberto

La capitale degli Emirati Arabi, mai come in questo periodo, è finita al centro dell’attenzione investigativa della DDA di Napoli. Diceva il dottor Falcone: “seguite i soldi e troverete le mafie”. Ed è cosi che gli investigatori hanno scoperto che Dubai è al centro degli investimenti della camorra. Una camorra "imprenditoriale" che semina morte nelle città partenopee e porta i soldi sporchi oltre oceano. Ed è cosi che a Dubai vivono i latitanti della camorra. In buona compagnia. C’è anche Matacena, il latitante coinvolto nelle inchieste di ‘ndrangheta.

Proventi illeciti investiti anche a Dubai. Un giro di milioni di euro, a giudicare dai moventi e dal giro di contatti riscontrati in questi mesi.

Il personaggio chiave è un certo Raffaele Imperiale, pregiudicato di Castellammare di Stabia, ricercato dal 2015. Candidamente latitante a Dubai con i suoi soci in affari Cerrone e Liuzzi. Hanno movimentato milioni di euro, realizzando affari all’apparenza leciti.

Poi c’è Bruno Carbone, arrestato lo scorso 20 dicembre, perché trovato in possesso di documenti falsi, come già  avvenuto nel 2017. A Dubai, però, c'è altro, a giudicare dal summit che si è tenuto, in questi giorni, tra magistrati della Dda e i reparti investigativi del distretto napoletano. Una terra scelta dalla camorra per riciclare soldi ed investire, ma anche per vivere lontano da possibili arresti. Una vera isola felice: auto di lusso, alberghi, oro, opere d’arte ed un lusso sfrenato che rende questi personaggi simbolo del potere criminale. Non più latitanti nascosti sotto le abitazioni o in bunker ma uomini, che con la loro spavalderia, sfidano la giustizia, nonostante lo Stato italiano abbia degli accordi con gli emirati. Ma questi soggetti non tornano nelle patrie galere per scontare la loro pena. I due pm, Maurizio De Marco e Vincenza Marra, coordinati dal sostituto Borelli, da anni seguono questo filone. Hanno ottenuto gli arresti di Imperiale (latitante), ma anche il rinvenimento di due tele di Van Gogh, rubate ad Amsterdam all’inizio dello scorso decennio e ritrovate a Castellammare di Stabia, nella disponibilità di alcuni affiliati di Imperiale.