Nadia non è sola perché Nadia è tutti noi

Appello dell’Associazione Antimafie Rita Atria: la co fondatrice Nadia Furnari per la pubblicazione di lettere dell’avv. Fabio Repici di critica dell’allora prefetto di Messina è stata condannata in un giudizio civile, lanciata raccolta fondi per sostenerne il peso economico

Nadia non è sola perché Nadia è tutti noi

Pensiamo che sia inutile dire chi sia  Nadia Furnari, cofondatrice dell’Associazione Antimafie Rita Atria, specialmente a chi ha avuto la fortuna di averla come amica, il privilegio di averla come compagna nelle lotte o a chi l’ha semplicemente conosciuta, ma per chi non la conoscesse possiamo sintetizzare dicendo che lei è una combattente, una persona che da più di trent’anni è sempre in prima linea avendo come unico scopo quello di perseguire Verità e Giustizia e di dare voce a chi non ce l’ha.

Un impegno silenzioso senza proclami e senza ricompense se non l’affetto e la stima di chi l’ha conosciuta, la certezza di avere fatto il proprio dovere, di essere stata dalla parte giusta, senza se e senza ma.
 
Ma ora è arrivata la sentenza definitiva e inappellabile della Cassazione.
I fatti: Anni fa il sito della Rita Atria (www.ritaatria.it) pubblicò delle lettere aperte dell’avvocato Fabio Repici, lettere indirizzate alle massime cariche istituzionali, lettere di critica all’allora Prefetto di Messina, Stefano Scammacca.

Lettere che già erano state pubblicate da altri siti del messinese e nazionali, che sono state citate da Marco Travaglio nei suoi articoli e quindi riportate in un libro scritto dallo stesso Travaglio per l’editore Garzanti, lettere anche citate dall’onorevole Sonia Alfano durante un comizio.

Nadia è stata citata in un giudizio civile dall’ex Prefetto per rispondere di diffamazione mezzo stampa perché il dominio internet era stato registrato da lei (che notoriamente è una informatica e tra le tante altre cose si occupa anche di questo, senza oneri per l’Associazione).
In primo grado il Tribunale di Messina rigettò la richiesta evidenziando che non c’era alcuna diffamazione ma in Appello la Corte di Messina ha poi ribaltato questo risultato.
 
Non condividendo tale decisione ed essendo nelle nostre facoltà abbiamo deciso quindi di fare ricorso in Cassazione dove eravamo convinti che avremmo potuto dimostrare che non c’era stata alcuna diffamazione e che Noi (perché l’Associazione e non Nadia Furnari ha pubblicato le lettere) avevamo semplicemente pubblicato lettere di dominio pubblico, lettere con le quali altri hanno scritto libri guadagnandoci e che molti altri siti avevano pubblicato già prima di noi anche se sono stati "graziati" da medesime richieste per ragioni a noi sconosciute.
 
Così non è stato.
La Cassazione ha ritenuto di non modificare in alcun punto la sentenza della Corte di Appello rigettando, pertanto, i ricorsi e condannando ciascuno dei ricorrenti al rimborso, in favore del controricorrente, delle spese del giudizio, oltre che al pagamento delle spese forfettarie, degli esborsi liquidati, e degli accessori come per legge, dichiarando la sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, da parte di ciascun ricorrente, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello, ove dovuto, per i ricorsi.
 
Certamente le decisioni dei giudici noi le accettiamo anche se non le condividiamo. Sicuramente questa condanna che ci colpisce tutti, anche se colpita in prima persona è stata la nostra vicepresidente Nadia Furnari, che sentendo forte su di sé questa responsabilità voleva affrontarla con le sue sole forze economiche perché come sempre, carica su di sé i pesi maggiori, istintivamente, come uno scudo.
Ma l'associazione "Rita Atria" è un corpo unico e come tale risponderà, con la dignità di chi non scende a compromessi.
Però ora abbiamo bisogno di tutti quelli che condividono il nostro cammino, anche solo idealmente, e considerato che l’associazione è totalmente autofinanziata, tranne che per un piccolo introito proveniente dal 5permille, vi chiediamo di aiutarci e di sostenerci contribuendo, anche con una cifra simbolica, alla raccolta fondi.

Unire i nostri sforzi ai vostri ci consentirà di ammortizzare la cifra richiesta, e anche di dimostrare che lottare per un mondo più giusto non è vano nel caso che, speriamo, superassimo la cifra necessaria, facciamo presente fin d'ora che devolveremo il resto, come abbiamo sempre fatto con qualunque nostra entrata, Nadia più di tutti noi, alle battaglie dell'Associazione.

 
Causale: contributo straordinario spese sentenza Corte Suprema di Cassazione del 17/4/2023.