Infiltrazioni mafiose al comune di Randazzo, sciolto il comune

Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in considerazione delle accertate forme di ingerenza da parte della mafia

Infiltrazioni mafiose al comune di Randazzo, sciolto il comune

“Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, in considerazione delle accertate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione locale, con grave pregiudizio dell’ordine e della sicurezza pubblica, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Randazzo (Catania) e l’affidamento della gestione del Comune, per diciotto mesi, a una Commissione straordinaria, ai sensi dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali.”

Si legge questo nel comunicato stampa della Presidenza del Consiglio.

L'invio degli ispettori è stato deciso dal prefetto di Catania subito dopo l'operazione "Terra bruciata", nell'ottobre del 2022, durante la quale sono emerse coinvolgimenti del sindaco di Randazzo, Francesco Giovanni Emanuele Sgroi, e del presidente del consiglio comunale, Carmelo Tindaro Scalisi e che consentì di individuare i componenti del gruppo mafioso operante nel territorio di Randazzo ed inquadrato nel clan Laudani.

Le indagini hanno fatto emergere in occasione delle elezioni amministrative del Comune di Randazzo del 2018 anche le interferenze del gruppo criminale sull’amministrazione comunale.

Al sindaco e al presidente del consiglio fu notificata una informazione di garanzia. Ma successivamente le accuse di voto di scambio per entrambi sono state archiviate.

Nonostante tutto, il lavoro della commissione prefettizia ha portato alla conclusione che comunque c’erano state delle infiltrazioni mafiose.

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Inoltre per le elezioni regionali in Sicilia, nel settembre 2022, l'ormai ex sindaco di Randazzo, Sgroi, era candidato tra le fila della LISTA N. 8 POPOLARI E AUTONOMISTI, arrivando quarto e il primo dei non eletti per poco più di 30 voti.

Allora ci tocca ricordare le parole di Paolo Borsellino in un'incontro in una scuola a Bassano del Grappa nel 1989:

"La magistratura può fare un lavoro di carattere giudiziale. Possiamo dire che c'è pure il forte sospetto della vicinanza di soggetti politici ai mafiosi ma non ci sono abbastanza prove per condannarlo. Lì devono essere i rappresentati di partito a fare pulizia tra le loro fila"

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