Familiari di Nino Agostino ancora senza una vera verità

Martedì 7 novembre Vincenzo Agostino, papà di Nino, e Nino Morana, nipote di Nino Agostino, sono stati ospiti a “Di buon mattino” su tv2000.

Dopo la condanna in Appello all'ergastolo per Nino Madonia, Vincenzo Agostino, padre dell'agente Nino Agostino ucciso insieme alla compagna incinta Ida Castelluccio il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini, torna a parlare per raccontare la storia del figlio, una storia fatta di menzogne, depistaggi e tentativi, ancora in atto, di sviare la realtà dei fatti.

Lo fa insieme al nipote Nino Morana che ha preso il testimone del nonno all'insegna della memoria in ricerca di giustizia e verità e che sogna di indossare la divisa come lo zio.

“Nino era un ragazzo gioioso, allegro, un ragazzo socievole che quando giocava o aveva qualche giocattolino lo portava in spiaggia agli altri ragazzi. Lui diventava più piccolo dei più piccoli.”

- inizia così Vincenzo Agostino il racconto su chi era suo figlio Nino.

immagine presa dal web

“Io, forse, sarò l'unico padre vivente che abbia visto ucciso il proprio figlio sotto i propri occhi. Quindi vi lascio immaginare come mi posso sentire io che sono 34 anni che lotto per avere giustizia e verità. Non ho mai chiesto nulla, solo giustizia e verità. A voi vi sembra giusto che dopo 34 anni mia moglie non ha potuto vedere questo processo, chiedendo sempre quando si sarebbe compiuto?”,

parla della moglie Augusta Schiera, grande combattente insieme al marito, deceduta a febbraio del 2019. Nella tomba volle far incidere la frase

“Qui giace Augusta Schiera, madre dell'agente Nino Agostino, una madre in attesa di giustizia, anche oltre la morte”.

immagine di Imagoeconomica

In collegamento pure Don Luigi Ciotti, da sempre al fianco nelle battaglie della famiglia Agostino:

“È un problema di libertà, di dignità e Vincenzo con Augusta ne sono stati grandi e coraggiosi testimoni. È stata una resistenza, in tutti questi anni, per lottare per il diritto alla verità, sono stati veramente grandi, bravi, generosi; hanno avuto momenti di grandi difficoltà, di ostacoli, di pregiudizi, di persone che hanno cercato di remare contro ma ce l'hanno, in gran parte, fatta.

C'è ancora molta strada da fare ma non dobbiamo assolutamente dimenticare che l'80% in Italia, di familiari delle vittime innocenti della violenza criminale mafiosa, non conosce la verità o ne conosce solo una parte.

Non è possibile in un paese come il nostro, culla della civiltà, che non si abbiano delle verità su questi violenze criminali mafiose fino in fondo.

E quindi è una responsabilità e un impegno che chiediamo un po' a tutti di assumerci, dalla politica alla magistratura alle forze di polizia che hanno fatto e stanno facendo delle cose eccezionali, a cui va stima e gratitudine ma c'è anche chi, in queste istituzioni, non ha lavorato come avrebbe dovuto lavorare con maggiore forza e determinazione.”

“Io questa barba non la taglio se non prima avrò questa verità e giustizia perché io ho fatto un giuramento, che non mi sarei più tagliato barba e capelli se non ho questa verità e giustizia, sulle bare di mia nuora di mio figlio e del bambino che portava in grembo. Quindi devo mantenerla questa promessa; se vengono condannati e c'è verità diciamo che devono saperla tutta l'Italia che cosa era Nino Agostino. Allora sì che mi taglierò la barba.”

dice Vincenzo Agostino.

foto di Igor Petyx

Insieme a Vincenzo è presente il nipote Nino Morana che da anni segue il nonno nelle testimonianze in tutta Italia:

È un'eredità pesante. Nel corso di tutta la mia vita mi è sempre stato detto che ho il compito e il carico di portare avanti la storia di mio zio, portata avanti dai miei nonni per lunghi 34 anni.

Mi sono reso conto effettivamente dell'importanza anche storica della storia di mio zio e dei miei nonni fin da subito, anche passeggiando per le strade di Palermo con mio nonno accanto vedendo quanta gente lo ammirava, quanta gente gli stringeva la mano e lo salutava.

Fin da quando ero piccolo ho capito che sarebbe stato un compito che spettava a me portare avanti.