Galleria San Silvestro, quasi tre mesi di chiusura, possibile che è bastata la prima pioggia per crolli e disagi?

Alla prima pioggia autunnale crollo in una galleria tra Pescara e Francavilla, in un’altra a Montesilvano l’acqua è caduta dentro, disagi lungo tutta la costa. E quasi tre mesi dopo aumentano solo gli interrogativi.

Galleria San Silvestro, quasi tre mesi di chiusura, possibile che è bastata la prima pioggia per crolli e disagi?

Una recente rilevazione della qualità dell’aria ha registrato a Francavilla un picco nell’aumento di polveri sottili, addebitata all’aumento del traffico veicolare pesante dopo la chiusura della Galleria San Silvestro tra Francavilla e Pescara. Avvenuta, nelle ore della prima pioggia autunnale non certo al livello dei monsoni asiatici, quasi tre mesi fa.

Ospite della seconda edizione del Premio Lea Garofalo il giovedì Luigi De Magistris si è scusato per essere arrivato con alcuni minuti di ritardo. L’ex magistrato ha affermato che è stata «un’impresa» arrivare a Casoli e che non si aspettava di trovare le strade in così pessime condizioni.

Ventiquattro ore prima stava iniziando, nello stesso teatro a Casoli, la testimonianza di Gennaro Ciliberto, un testimone di giustizia che ha denunciato la presenza della camorra negli appalti delle autostrade, che ai magistrati dieci anni prima ha parlato di coloro che sono stati poi coinvolti nell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi e anche sulle nostre pagine ha ripetutamente parlato dei crolli e dello stato delle strade in Italia. In quel momento sulla costa abruzzese era arrivata la prima vera pioggia autunnale.

Nessun monsone, nessuna tempesta tropicale, solo pioggia abbondante. In poche ore sono arrivate notizie di una situazione da bollettino di guerra: un’auto è stata sfiorata nel crollo dentro la Galleria San Silvestro tra Francavilla e Pescara, strade allagate come all’altezza di Ortona, a Montesilvano pioveva letteralmente in una galleria.

Di fronte questo scenario “drammatico” tanti interrogativi sorgono spontanei. E lo abbiamo immediatamente sottolineato anche quel giorno, durante il Premio Lea Garofalo. Come è possibile che alla prima pioggia abbondante si scateni una sorta di inferno? Come possono due gallerie avere dei cedimenti per la pioggia?

Possibile che, dalle due autostrade verso Roma all’autostrada adriatica verso le Marche, ci ritroviamo sempre a dover raccontare di disagi e situazioni più o meno sconcertanti senza che in questa regione ci possa essere un punto fermo ed emergano responsabilità e soluzioni? Quanto tempo dovrà rimanere chiusa la Galleria San Silvestro? Per lor signori è normale quanto mostriamo nelle foto?

Nella Galleria San Silvestro per anni è stato considerato “normale” per gli automobilisti imbattersi in acqua sul manto stradale, nel 2015 Ezio Cerasi ha realizzato un’approfondita inchiesta per il TGR Rai Abruzzo che alla luce di quanto accaduto a novembre appare illuminante. «Il crollo all'interno della galleria San Silvestro. Dubbi sugli ancoraggi con resina.

Dall'inchiesta del 2015 abbiamo recuperato alcuni disegni che mostrano ancoraggi diversi rispetto a quelli trovati tra le macerie del crollo» si legge nella presentazione del servizio andato in onda il 12 dicembre scorso. «Abbiamo eseguito il lavoro secondo le previsioni del progetto esecutivo regolarmente approvato.  Alla conclusione dei lavori avvenuta nel dicembre 2003, l'opera è stata regolarmente collaudata (ottobre 2004) dai competenti organismi preposti. Non si può escludere - prosegue il Gruppo Toto - che l'eccezionale evento meteorologico in corso al momento del cedimento, possa avere avuto un effetto decisivo su quanto accaduto, il livello della falda era ben oltre quanto previsto progettualmente». Questa è stata la replica del gruppo Toto.

Sulla situazione di strade, autostrade e gallerie in Abruzzo potremmo far riferimento a tante vicende del passato più o meno recente.

Per brevità ci accontentiamo di ricordarne solo due. Il 9 maggio 2017 a Teramo e dintorni ci fu l’assalto ai supermercati, con scene che non ci saremmo mai aspettati di vedere nel XXI secolo, per la conquista di faldoni di acqua.

L’oro blu era stato dichiarato non idoneo al consumo nelle analisi delle falde sotto il Gran Sasso. Lì dove una prima emergenza ci fu ad inizio millennio, anni in cui arrivò un primo commissario, e convivono autostrade, laboratori di fisica e appunto le falde.

Siamo online dal gennaio 2020, in quelle settimane l’attenzione era concentrata su quanto stava accadendo tra Pescara e le Marche per l’emergenza code che quotidianamente si creavano sull’autostrada.

Tratti interessati da provvedimenti del GIP del Tribunale di Avellino contro cui si scagliarono sindaci ed altri amministratori, pronti addirittura a marciare verso il tribunale campano. Contattammo in quelle settimane la società e parlammo con una fonte interna che ci rilasciò diverse dichiarazioni in merito a quanto stava accadendo.

Secondo l’ordinanza di sequestro del gip di Avellino dopo l’incidente del 2013, da cui è partita l’inchiesta della Procura, ASPI sostituì in tutta Italia gli ancoraggi con barre filettate fissate con malta cementizia, «compromettendo notevolmente la capacità di contenimento delle barriere in caso di urto con veicolo pesante» (citiamo testualmente dall’ordinanza), secondo un tecnico del ministero meno costosi. Tra il 2018 e il 2019 ci furono pareri negativi alle richieste del concessionario di omologazione perché non darebbero un’adeguata sicurezza; nel luglio del 2019 il Ministero dei Trasporti ordinò di sostituirle.

La fonte vicina ad Autostrade ci ha sottolineato che queste contestazioni ci furono «in una prima fase» e che il nuovo amministratore delegato e il «nuovo corso aziendale» prevedono la sostituzione di «barriere e ganci sull’A16 e l’A14  seguendo anche le indicazioni della struttura tecnica del Ministero».

In uno dei primi dispositivi del Gip di Avellino viene scritto addirittura il sequestro è «l’unica soluzione al momento concretamente praticabile per evitare il protrarsi di una condizione di insicurezza nella circolazione stradale idonea a cagionare, anche sull’A14, un evento disastroso di proporzioni analoghe a quello verificatosi in data 28.7.2013 lungo il viadotto Acqualonga dell’Autostrada A16 in seguito al quale alcun efficace dispositivo di controllo è stato predisposto da Autostrade per tutelare l’incolumità degli utenti della strada nemmeno dopo il precedente decreto di sequestro preventivo del 30.4.2019».

La fonte ha precisato che il «nuovo corso aziendale» ha optato per le sostituzioni, anche per superare questa «fase di stallo».

Questi alcuni passaggi del nostro articolo del marzo 2020, integralmente disponibile qui La ricostruzione completa è qui https://www.wordnews.it/autostrade-abruzzesi-il-problema-e-il-traffico-probabilmente-non-il-primo