I BENI COMUNI

L'OPINIONE. «Vorrei porre questa domanda: possono i beni comuni essere soggetti ad una logica di mercato?»

I BENI COMUNI

Cerchiamo, in primo luogo di definire cosa siano i beni comuni in una società attuale. Io li definirei come tutti quei beni indispensabili alla vita di ogni individuo.

Il diritto alle cure, il diritto all'istruzione, il diritto all'acqua ed al cibo, il diritto ad avere una casa.

Il mercato è il luogo dove trarre profitto da merci di ogni tipo. Se i beni comuni entrano nel mercato diventano merci e potranno essere posseduti solo da chi può acquistare quelle merci.

Così succede in sanità per le cure. In più il mercato crea, per accentuare i profitti, i cosiddetti bisogni indotti. Ciò lo si osserva in sanità nell'uso dei farmaci, nel bisogno della diagnostica, nella necessità costante di prevenzioni secondarie e mai primarie sugli stili di vita. Infatti agire sulla prevenzione primaria potrebbe ridurre i consumi e potrebbe ridurre le malattie. Agire sulla prevenzione secondaria accentua la necessità di esami aumentando i profitti. La produzione di farmaci impone la necessita di allargare i consumatori degli stessi e, quindi, di creare bisogni indotti al di là della loro reale necessità. Il mercato droga il sistema salute sia nella produzione di farmaci e diagnostica che nella necessità di cura. Per questo motivo il diritto alla salute dovrebbe essere sottratto ad una logica di mercato.

Ma lo stesso vale per a scuola. La scuola dovrebbe avere il compito di creare coscienze critiche e dovrebbe essere, in una società civile, un bene comune fondamentale. Attualmente si tende sempre di più a privatizzare ed a legare il concetto di istruzione ai fini del mercato del lavoro. Anche in questo caso si vuole far entrare la scuola in un mercato cercando di trarre profitto da questo bene essenziale per una società.

È ovvio parlare di beni comuni per acqua e cibo in quanto indispensabili alla vita. Ma anche in questo il mercato, il trarre il massimo di profitto da questi bisogni fondamentali, fa da padrone. Sicuramente si può determinare un mercato su particolari fasce di qualità ma una base costante di sopravvivenza per tutti non la si deve negare.

Negare un tetto ad intere fasce di popolazione è un vero e proprio delitto. Stiamo osservando in questi giorni individui, che vivono per strada, con principio di assiderazione. Questa é barbarie perché con tanta ricchezza che c'è in giro non è possibile vedere queste cose.

Spero che la politica si faccia carico di una discussione sui beni comuni, lascando al mercato tutto il resto con tutti i meccanismi ad esso legati, compresa la logica dei bisogni indotti.

Lucio Pastore