Il pentito Di Carlo parla della morte di Peppino Impastato

DALLA SENTENZA TRATTATIVA STATO-MAFIA, Corte di Assise di Palermo. Nino Badalamenti Io aveva informato riguardo alla morte di Peppino Impastato.

Il pentito Di Carlo parla della morte di Peppino Impastato

Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Di Carlo sulla morte di Peppino Impastato.

Dalla sentenza:

" ...subito dopo, non mi ricordo che tempo era passato, abbiamo parlato perché Impastato erano uguali ai Badalamenti a Cinisi, erano tutti gli Impastato, gli Impastato, non era solo Impastato, c'erano zii, c'erano cugini, erano tutti di Cosa Nostra...

Quando io chiedo, ci ho detto: ma come mai il figlio di Impastato? Perché, dice, è la pecora nera che c'era cresciuta in famiglia, a pecora nera chiamavano, perché c'era, era un ragazzo che aveva studiato, aveva ideologie differenti di quelli che potevano avere loro e lo chiamavano comunista perché aveva una radio e tutti il giorno chiamava i mafiosi in una maniera, in un'altra maniera, cercava di...

A Tano Seduto, va bene, lo chiamavano Tano Seduto perché quando presiedeva una riunione dice che si sedeva a capo tavola e allora Tano Seduto.

Tano Seduto era amico, perché lo conosceva da bambino e tutti, perché facevano mangiate insieme, si riunivano insieme, che Tano Seduto, chiamiamolo Badalamenti Gaetano, era il sotto capo quando hanno ammazzato lo zio di...

Nel '63, quando è stato, nel '62-'63, hanno ammazzato Mazzella, che era il capo mandamento di quella zona. Perciò si conoscevano tutti e questa cosa non si sopportava. Naturalmente non è che potevano subito ammazzare un Impastato, perché Impastato era in nome in quella famiglia là, o a Cinisi, e nemmeno lo potevano fare scomparire, perché perdevano di lustro, come si può dire.

E hanno deciso di farlo in questo modo, quando non ne potevano più... Che per non fare vedere che era stato ucciso in quel modo, siccome ai tempi chi era comunista o chi aveva ideologie, chi parlava in un certo modo era terrorista, allora ci hanno fatto... 

Prima l'hanno ucciso e poi ci hanno messo il tritolo per fare vedere che voleva fare saltare la ferrovia, una ferrovia che non esisteva, là che passava forse ogni mille anni un treno, che voleva fare l'attentato, così... raccontandogli anche che le indagini si erano chiuse con l'ipotesi del suicidio grazie ad un intervento di Nino Salvo ("E l'avevano fatto in questo modo tutti e due, che prima l'avevano preso e poi l'avevano messo là"). Questa cosa si è chiusa, per quello che mi hanno raccontato, perché con l'intervento di Nino Salvo hanno chiuso il più presto possibile le indagini, dicendo che stava facendo l'attentato e non era stato omicidio.

Come omicidio si riapre quando io comincio a collaborare e racconto come erano andate le cose e il motivo perché si è fatto in quel modo, perché questo è importante, perché un Impastato non si poteva fare scomparire a quei tempi, o si poteva uccidere"