Indagati di serie A e indagati di serie B. Non siamo tutti uguali dinnanzi alla legge

L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «Non siamo tutti uguali davanti alla legge, oppure alcuni lo sono più di altri e meritano maggiore riguardo? Non abbiamo tutti gli stessi diritti? Forse aveva ragione il Marchese del Grillo: "Io sono io, e voi non siete un..."!»

Indagati di serie A e indagati di serie B. Non siamo tutti uguali dinnanzi alla legge

Percorrevo un corridoio del Palazzo di Giustizia di Catania e, per la prima volta, ne trovai un tratto chiuso da entrambi i lati con le porte tagliafuoco antincendio. Due carabinieri le presidiavano per impedire il transito. Chiesi se fosse accaduta qualcosa di grave, e mi fu risposto di no: erano in corso alcuni interrogatori, e per la durata degli stessi il pubblico non era ammesso.

Ma, in qualità di avvocato, mi venne consentito di passare. E chi vedo nel tratto di corridoio interdetto?

Alcuni degli indagati eccellenti nella recente vicenda della sanità catanese, assieme ai loro difensori, in attesa di entrare, uno per volta, nella stanza del magistrato. Non so chi lo abbia deciso, ma si ritenne opportuno sottrarli alla curiosità e agli sguardi indiscreti dei comuni cittadini.

Ciò non avviene, invece, per gli indagati "quisque de populo", talora portati in manette e fatti passare davanti a tutti. Ma non siamo tutti uguali davanti alla legge, oppure alcuni lo sono più di altri e meritano maggiore riguardo?
Non abbiamo tutti gli stessi diritti? 

Forse aveva ragione il Marchese del Grillo: "Io sono io, e voi non siete un..."!