LA SENTENZA: I COLLABORATORI/9

“TRATTATIVA” STATO-MAFIA/13^ parte. Continua il nostro viaggio per “svelare” la Sentenza di Primo grado, dove i magistrati hanno dimostrato il patto scellerato tra pezzi dello Stato e Cosa nostra. Gioacchino LA BARBERA (“COSA NOSTRA”) e Francesco LA MARCA (“cosa nostra”).

LA SENTENZA: I COLLABORATORI/9
La strage di Capaci (ph, repubblicapalermo.it)

LA BARBERA GIOACCHINO

È stato esaminato all'udienza del 23 gennaio 2014.

"Uomo d'onore" della "famiglia" mafiosa di Altofonte dal 1980 sino al 1993 ("Sì, ho fatto parte dell'organizzazione dal 1980 fino alla data del mio arresto, marzo 93… Io facevo parte della famiglia di Altofonte, di cui era mandamento San Giuseppe Jato") e, dalla fine degli anni ottanta, anche "reggente" della medesima "famiglia" ("Verso l'anno 86, 87 e 88, sono stato reggente della famiglia di Altofonte, alle dipendenze di Balduccio Di Maggio... Era reggente del mandamento di San Giuseppe Jato e mi ha nominato reggente della famiglia di Altofonte"), La Barbera, già indicato nei suddetti termini da Di Matteo Mario Santo, è stato tratto in arresto nel marzo del 1993 a seguito anche delle risultanze delle intercettazioni ambientali eseguite dalla D.I.A. in un appartamento di Via Ughetti n. 17, a Palermo, dove il predetto, insieme a Gioé Antonino, viveva già in stato di sostanziale clandestinità, ancorché non ancora non raggiunto da provvedimenti giudiziari restrittivi.

Indi, La Barbera ha iniziato a collaborare con la Giustizia il 25 novembre 1993, confessando di far parte di "cosa nostra" e di essere responsabile, oltre che di vari omicidi, anche, quale esecutore materiale, della strage di Capaci.

La collaborazione del La Barbera si è rivelata particolarmente importante anche i suoi stretti rapporti, oltre che con Gioé, soprattutto con Giovanni Brusca e Bagarella Leoluca ed allo stesso è stata già riconosciuta, con sentenze definitive, la circostanza attenuante della collaborazione.

Si deve, quindi, esprimere anche nei confronti del La Barbera un giudizio assolutamente positivo in ordine alla sua attendibilità intrinseca.

 

LA MARCA FRANCESCO

È stato esaminato all'udienza dell'11 settembre 2015.

La Marca, "uomo d'onore", sin dal 1980, della "famiglia" di Porta Nuova prima guidata da Pippo Calò e successivamente, quali "reggenti", da Salvatore Cancemi, Vittorio Mangano e Salvatore Cucuzza, allorché è stato arrestato in data 15 marzo 1997, ha iniziato a collaborare con la Giustizia rendendo ampia confessione per moltissimi delitti (circa quaranta omicidi, per molti dei quali non era stato mai neppure sospettato) anche di grande rilevanza (basti qui ricordare, per tutti, la strage di viale Croce Rossa a Palermo, nella quale persero la vita il Dirigente della Squadra Mobile di Palermo, dott. Ninni Cassarà e l'Agente della Polizia di Stato Roberto Antiochia), consentendone una completa ricostruzione e l'individuazione dei correi.

L'attendibilità intrinseca del La Marca è stata sempre positivamente vagliata ed allo stesso è già stata riconosciuta, con sentenze definitive, la circostanza attenuate della collaborazione.

 

 

Per approfondimenti:

PRIMA PARTE, giovedì 21 maggio 2020Il Patto Sporco: la sentenza dimenticata

SECONDA PARTE, domenica 24 maggio 2020, Stato-mafia: la sentenza

TERZA PARTE, lunedì 25 maggio 2020, Le tappe della Sentenza dimenticata

QUARTA PARTE, martedì 26 maggio 2020, La Sentenza: i Corleonesi

QUINTA PARTE, giovedì 28 maggio 2020, La Sentenza: i Collaboratori/1

SESTA PARTE, sabato 30 maggio 2020, La Sentenza: i Collaboratori/2

SETTIMA PARTE, domenica 31 maggio, La Sentenza: i Collaboratori/3

OTTAVA PARTE, martedì 2 giugno 2020, La Sentenza: i Collaboratori/4

NONA PARTE, sabato 6 giugno 2020, La Sentenza: i Collaboratori/5   

DECIMA PARTE, mercoledì 10 giugno 2020, La Sentenza: i Collaboratori/6

UNDICESIMA PARTE, venerdì 3 luglio 2020, La Sentenza: i Collaboratori/7

DODICESIMA PARTE, sabato 4 luglio 2020, La Sentenza: i Collaboratori/8