Intervista al regista e sceneggiatore Giuseppe Cossentino

Napoli è tutto. E’ la mia mia Musa ispiratrice dalle mille sfaccettature e colori. Napoli, è mito, leggenda, storia con palazzi e vicoli che trasudano racconti di ogni tipo.

Intervista al regista e sceneggiatore Giuseppe Cossentino

Giuseppe Cossentino è un regista e sceneggiatore di Afragola, molto talentuoso e già sulla cresta dell’onda da diverso tempo. Noi di WordNews.it siamo onorati di poterlo incontrare e di presentarlo ai nostri lettori. Ideatore di progetti radiofonici e di cortometraggi, oltre a storyteller. Giuseppe è un giovane che intreccia la sua vena artistica con la realtà per raccontare una realtà che coinvolge il pubblico che lo segue. Andiamo a conoscerlo da più vicino.

Salve Giuseppe e benvenuto su WordNews.it! Per incominciare parliamo di “Passioni senza fine”, una fiction web che ha festeggiato da poco  ben nove anni di messa in onda sul web, e di successo, di cui tu sei il regista. Ci racconti qualcosa di questa esperienza?

“Grazie a voi per questa intervista e per darmi la possibilità di divulgare la mia creatività ed arte. Passioni Senza fine 2.0 è uno dei miei  progetti  piu’ longevi che porto avanti da diversi anni. E’  un progetto unico ed esclusivo primo in Italia che riporta il tradizionale radiodramma a diventare audiodramma sul web, una fiction o  semplicemente soap opera  con una storia lunga ben 142 episodi confezionati e pubblicati online.  Uno dei prodotti al quale sono piu’ legato in quanto mi ha dato la possibilità di relazionarmi ad una platea vastissima e di far conoscere questo  racconto popolare affascinante e avvincente che di anno in anno ha sempre piu’ ascoltatori e fan che mi seguono da ogni parte d’Italia e del mondo.  Tratto dell’alta borghesia napoletana tra scontri dinastici, tra amori impossibili, odi, vendette e travolgenti passioni che vanno oltre tutto da qui il titolo “ Passioni Senza fine” c’è un inizio ma potrebbe non esserci una fine.”

Nel 2018, “Passioni senza fine” diventa perfino una tesi universitaria di una studentessa Sarda. Qual è la chiave di tutto questo successo?

“La chiave del successo è sicuramente  una lavoro affiatato di team tra  me e gli attori con i quali sono sempre in continuo contatto in fase di incisione delle registrazioni dei copioni che fino ad oggi sono davvero infiniti, sicuramente c’è la professionalità e  l’intuizione di un’idea vincente. In quanto il pubblico è alla ricerca spasmodica di una storia forte e che faccia riflettere e sognare. Ed io seguo da anni molto il trend positivo del mio pubblico.”

Parliamo ora del cortometraggio “Elastic Heart”, un documentario che racconta la sindrome di Ehlers-Danlos. Quali sono le difficoltà che hai dovuto affrontare in questo progetto?

“ Elastic Heart” è un altro progetto meraviglioso che mi ha dato la possibilità di affrontare una tematica delicata come una patologia rara la Sindrome di Ehlers Danlos, un lavoro tratto dalla storia vera dell’attore e personaggio Nunzio Bellino che ha avuto l’attenzione dei media  nazionali e di tutto il mondo ed ultimamente anche di Rai1 a Storie Italiane di Eleonora Daniele. La difficoltà piu’ grande è stato quello di cogliere attraverso la sceneggiatura e la regia la chiave giusta per raccontare una storia forte in pochi minuti. Però alla fine la critica e il pubblico ci hanno premiato con vari premi internazionali e recensioni positive. Sono molto orgoglioso che Nunzio ha scelto me  in qualità di regista e sceneggiatore del progetto e di aver instaurato con lui un rapporto puro e sincero, raro in questo ambiente dello spettacolo fatto di diplomazia e di facciata, spesso non vero.”

Ti sei diplomato in sceneggiatura alla Scuola Internazionale Comics di Napoli e negli anni di lavoro hai sviluppato una potente sensibilità a temi di natura sociale, trattati con leggerezza mediante l’ironia e catapultati su uno sfondo moderno dai colori squisitamente romantici. Tutte le tue opere sono ambientate a Napoli per omaggiare la città alla quale ti sente molto legato. Che cos’è Napoli per te?

“Napoli è tutto. E’ la mia mia Musa ispiratrice dalle mille sfaccettature e colori. Napoli, è mito, leggenda, storia con palazzi e vicoli che trasudano racconti di ogni tipo. Napoli è  mia anima, la mia terra dove sono nato e cresciuto e mi rammarico che spesso i media non ne esaltano le vere qualità e bellezza. Allora io attraverso  la telecamera e la mia regia cercano di coglierne la vera essenza.  Ultimamente, infatti ho fatto un nuovo cortometraggio “Un Giorno a Napoli” per esaltarne l’eccellenza nel mondo. Una ragazza colpita dai suoi monumenti chiede all’amico napoletano di farle da guida per scoprirne il fascino. I protagonisti di questo lavoro sono  l’attore Nunzio Bellino e Martina Avitabile. Invece la voce di Napoli è quella dell’attrice Eleonora Lentini. Nel cast figura anche l’imprenditore e ottico vip Domenico Auriemma. Mentre la meravigliosa locandina è del grafico Danilo Riciputo.”

Un altro problema di natura sociale che hai recentemente affrontato è l’anoressia. Ne parli nel cortometraggio “Amati”. Per quali ragioni pensi che siano proprio le donne ad esserne più colpite?

“Amati” è un progetto  che mi ha proposto la brava attrice e sceneggiatrice Eleonora Lentini, da un’idea da Maria Francesca Sansalone.  Nella lettura dei testi mi ha colpito l’efficacia della sceneggiatura ed ho telefonato subito ad Eleonora per sposare in pieno questo interessante cortometraggio e sono stato onorato che ha scelto proprio me in qualità di regista.

“Io credo che oggi molte giovanissime sono condizionate da modelli sbagliati e la tv poco qualitativa condiziona non poco. Oggi è un mondo  che da piu’ importanza all’apparire che all’essere.  Non è importante l’aspetto fisico ma quello che si ha nel cuore.  Io credo che ogni donna  nei suoi difetti e pregi si debba amare di piu’ ed da qui il titolo della pellicola “ Amati” credo che Eleonora  in qualità di sceneggiatrice e stesso Maria Francesca abbiano individuato un titolo molto forte per veicolare un messaggio importante. E’ stato un set molto sereno ed anche divertente con il quale ho potuto confrontarmi per la prima volta con un cast totalmente di giovanissimi e bravi attori professionisti molto volenterosi e carichi di amore e passione per questo mestiere. Una rarità.”

C’è un attore o attrice con cui ancora non hai lavorato, ma vorresti in uno dei tuoi prossimi progetti?

“Io ho lavorato con diversi nomi dello spettacolo ed con attori  tutti ottimi professionisti di teatro, doppiaggio, cinema e televisione. Però il mio sogno è quello di scrivere una sceneggiatura per Sophia Loren o in qualche modo dirigerla. Sarebbe un grande onore poter lavorare con questo mostro sacro del nostro cinema mondiale.”

Generalmente il compito del regista consiste di rispondere a migliaia di domande al giorno, dare altrettanto ordini e lottare con infinite problematiche, tutto orientato per dare vita a una visione. Un lavoro che spesso viene sottovalutato e che mette insieme un puzzle di immagini. Come definiresti il ruolo del regista?

“Il regista è colui che nell’ambito di una produzione teatrale, televisiva o cinematografica dirige un’equipe tecnico-artistica svolgendo un’opera di guida e coordinamento nei confronti di autori, sceneggiatori, attori, scenografi, costumisti, cameraman, tecnici audio e delle luci. Quindi è un vero e proprio capitano di un progetto,  responsabile ultimo della qualità complessiva dell’opera, che sia l’allestimento di uno spettacolo dal vivo, un programma televisivo, un film, una fiction, uno spot. Ogni aspetto in grado di incidere sulla qualità del prodotto è competenza del Regista: scene, costumi, fotografia, montaggio sono frutto di sue decisioni.”

Quali sono le origini delle tue idee? Da dove nascono?

“Un bravo sceneggiatore deve leggere molto,  libri, giornali, vedere tanti film questo è imprescindibile per capire molto anche come sviluppare un’idea originale che altri non hanno ancora messo in scena.  Le mie idee nascono principalmente dal mondo che mi circonda, dalle persone che incontro e con le quali mi relaziono per captarne pregi e difetti studiando bene la loro psicologia e far si che ogni personaggio nella mia sceneggiatura, sia vivo, vero e non di pura fantasia o fantascientifico. Uno sceneggiatore ha la mission, almeno da un punto di vista di raccontare la realtà, semplicemente quello che accade nella società di tutti i giorni.”

Ti capita mai di vedere un film o un documentario e pensare che vorresti averlo fatto tu, e se sì, quale?

“Si spesso! Riguardo sempre volentieri “Ghost”, un film che amo. Un lavoro che racchiude tutti i generi, il romanticismo, la commedia, il thriller, il soprannaturale.  Un capolavoro del cinema americano che avrei firmato come tipologia di sceneggiatura molto volentieri, in una pellicola è una bella sfida trattare di piu’ generi.”

Qual è la regola di base che un regista non dovrebbe dimenticare mai?

“L’autorità mista all’umiltà di dirigere tutta la propria equipe.”

Pensi che le piattaforme digitali come Netflix siano una minaccia per il cinema?

“Io non la vedo come minaccia, bensì come il futuro prossimo del cinema. Le nuove tecnologie come le piattaforme digitali diventeranno i nuovi fruitori della settima arte. “

Quali pensi siano i punti forti del cinema Italiano?

“Il punto di forza del cinema italiano  è il grande potenziale  di un’eccellenza di attori e registi che lavorano in questa grande industria dell’audiovisivo che giorno dopo giorno crea, realizza dei grandi sogni per immagini.”

E i punti deboli?

“Il problema culturale. In  Italia ripeto ci sono ottimi registi ed eccellenti attori, ma raramente si è capaci di raccontare storie e costruire film che abbiano un linguaggio e un messaggio “ internazionale”, che siano cioè in grado di coinvolgere un pubblico piu’ ampio di quello italiano. In  Italia si è troppo autoreferenziali e provinciali, anche nel senso migliore del termine. Ci si limita a raccontare la realtà e mondi che si identificano con quella grande provincia che è, agli occhi del resto del pianeta la nostra Italia, con i suoi tormenti, le sue passioni e le sue tragedie. Talvolta lo si fa straordinariamente bene, come nel caso della “ Grande Bellezza” di Sorrentino: capolavoro registico estetizzante e felliniano ritratto della decadenza intellettuale, culturale e morale di una capitale e di un Paese, altre invece si cade nel becero a meri prodotti esclusivamente commerciali e privi di contenuto.”

Stiamo vivendo un periodo di grande difficoltà globale dovuto al coronavirus che sta ostacolando le nostre vite e le nostre abitudini. Quanto influisce sui progetti artistici?

“Influisce tanto in primis  sul fattore psicologico e poi sul lato artistico. Dovevo girare ancora dei corti,  ed è stato tutto interrotto.  Pazienza! Adesso la salute delle persone ed il bene dell’Italia, degli italiani e del mondo intero che sta vivendo questa grande  battaglia contro questo nemico viene prima di tutto, perché se non c’è salute, non ci può essere ne economia e ne la prospettiva di poter progettare nuovi lavori. E’ spiazzante tutto ciò. Però certamente non si molla e parola d’ordine è creatività ad oltranza.”

Pensi che il tema coronavirus farà parte di un tuo prossimo lavoro?

“Non saprei, bisogna vedere come si sviluppa nei prossimi mesi l’emergenza per poter valutare l’idea di un possibile lavoro sul Covid 19.”

Come stai affrontando questo periodo di quarantena?

“Fortunatamente mi sto dedicando alla stesura delle nuove sceneggiature di “Passioni Senza fine” della decima stagione, sto dirigendo dalle varie “home studio” direttamente dalle loro abitazioni gli attori e doppiatori che  registrano e incidono i copioni delle nuove puntate della serie. Lo smart working mi sta salvando la vita, poi leggo, ascolto musica, cucino, quando capita  mi alleno in casa.”

Finisci questa frase: io resto a casa e…

“Io resto a casa, creo e produco arte. In quanto l’arte può salvare il mondo.”

 

Grazie a Giuseppe Cossentino e un grande in bocca al lupo per le prossime iniziative!