«La nebbia sale dalla terra», il nuovo libro di Antonella Presutti

Ritorna la recensione letteraria di Occhio all'autore con un libro che rappresenta appieno la capacità della scrittrice, Antonella Presutti, di entrare nell’animo umano, cogliendone il candore come l’offuscamento dovuto alle traversie della vita, ma offre anche un canale privilegiato per indicare la strada della salvezza, quella della Memoria e della gigantesca valvola di relazioni che si intersecano rendendo partecipi i diversi personaggi di un ecosistema contorto, ma capace di dare la perfetta collocazione degli eventi che implodono nella esistenza di ciascuno.

«La nebbia sale dalla terra», il nuovo libro di Antonella Presutti

Quel che più rende interessante la narrazione è la personificazione di un luogo, la casa, che diventa l’anima su cui confliggono i sentimenti, le azioni, le intemperie della vita dei personaggi quasi tutti femminili come è la “casa” che parla, spiega disinvolta come può fare un narratore onnisciente, colui che sa già cosa succederà, ma è anche la testimonianza diretta del naufragio delle sorti familiari.

“Qui è passato l’intero paese. Ognuno per una ragione, chi per chiedere un consiglio, chi per il gusto di venire. Ora è dissoluzione. Nelle stanze vuote si rincorrono le voci, strisciano gli animali, gli uccelli sbattono le ali. Il divano rosso di rappresentanza si scoperchia”.

La narrazione è dunque filtrata dalle numerose incursioni della Casa, di chi ha ascoltato, ha presenziato, è stato il testimone occulto delle malafatte della famiglia Di Risio, è lei che narra.

Si nota poi una prospettiva della narrazione che diventa il punto di vista dei personaggi che a loro modo, tutti, diventano di grande incisività nella economia della storia.

Raccontano ciò che gli altri potrebbero vedere secondo la veridicità del loro sentire, si flagellano, si esaltano, ma lasciano il respiro lungo della verità, della consapevolezza, dell’abbandono emotivo e, come spesso accade, del rimorso, delle mancanze .

Un libro che lega a sé il confine tra il bene e il male e conduce il lettore nell’impervio sentiero della deflagrazione dei punti fermi, quelli che diventano lontani e sono barattati dalla sorte in un tormentoso viaggio che sfinisce i singoli interpreti di questa trama familiare, che al di là delle apparenze, si muove nella sofferenza concentrata in un mondo antico che rimane solo a loro, mentre tutti corrono, loro rimangono in quell’angolo nascosto dell’anima o di quel che di essa rimane.

Una lotta tra inconscio e conscio, ma che vive sotto l’ala protettrice della Casa che non abbandona mai i suoi abitanti, si mescola ad essi e ne diventa parte integrante.

Come ben avete capito questo libro sa di originalità e di emozione, raccoglie nella sua scrittura carica di significato, il motore della vita ossia i sentimenti, tutti, discordanti, benevoli, malvagi, ma veri che fanno della vita una corsa verso l’ignoto.

E poi la Memoria, tassello centrale, ciò che rimane quando tutto sembra  essere finito.

Come diceva Marcel Proust: «Troviamo di tutto nella nostra memoria: è una specie di farmacia, di laboratorio chimico, dove si mettono le mani a caso, ora su una droga calmante, ora su un veleno pericoloso.»