Se questa neroverde è politica

Il 25 aprile dalla costa al capoluogo ancora una volta le destre locali hanno mostrato il loro volto.

Se questa neroverde è politica
fonte: news-town.it

La Festa della Liberazione ogni anno purtroppo ci dona pesanti regali da parte delle destre, nostalgiche del ventennio più buio della storia italiana e che continuano imperterriti nel loro inaccettabile solco. Da varie città d’Italia sono giunte notizie di amministrazioni di destra che hanno disertato ogni cerimonia, di altre che hanno persino negato la ricorrenza o che hanno commemorato nazisti e fascisti vari.

Alle 18.35 del 25 aprile la testata aquilana News-Town ha pubblicato un articolo dal titolo «25 Aprile: L’Aquila di nuovo mortificata nel giorno che celebra la Liberazione». Il direttore Nello Avellani ha riportato nell’articolo che il sindaco «per la prima volta da quando indossa la fascia tricolore» ha partecipato alla celebrazione nella caserma Pasquali-Comizzi ma non è intervenuto alla posa delle pietre d’inciampo «dedicate a Annina e Luigi Santomarrone, traditi da fascisti locali in cambio di denaro e deportati nei campi di concentramento di Dachau e Ravensbruck, dove trovarono la morte, per aver dato riparo cristiano ad un prigioniero di guerra inglese». Era presente in rappresentanza dell’amministrazione il vicesindaco. Nessun esponente dell’amministrazione è stato presente alla posa della corona di fiori sotto la targa che ricorda i Nove martiri aquilani alla quale hanno partecipato i familiari dei giovani aquilani che «per la prima volta - eccezion fatta per l'anno passato, in pieno lockdown - non hanno potuto partecipare alla cerimonia all'interno della caserma Pasquali-Campomizzo». Alla quale «non è stata invitata neanche la sorella di Anteo Alleva». Sconcertante ha definito Avellani il comunicato del portavoce locale di Fratelli d’Italia secondo cui «decine di persone, giovani e non con la scusante di celebrare il 25 aprile non solo hanno dato vita ad assembramenti incontrollati ma hanno banchettato nell'area e addirittura sotto la lapide posta in memoria di giovani uccisi per inseguire quella libertà che oggi viene calpestata senza alcun pudore da comportamenti irresponsabili». L’iniziativa era stata autorizzata dalla Questura ed erano presenti agenti di Polizia che nulla hanno contestato. «Gli italiani sono costretti a fare i conti con scelte come quelle dei coprifuoco di cui si stenta a capirne la logica – prosegue la nota del meloniano - c'è chi di tutto questo continua a non curarsi. È la solita morale di certa sinistra caviale e champagne, per cui alcune cose sono sbagliate se le fanno gli altri: quando tocca a loro essere colti con le mani nella marmellata c'è sempre una giustificazione». La giustificazione sarebbe stata celebrare la Resistenza e i martiri aquilani. Il giorno successivo il sindaco del capoluogo, esponente dello stesso partito, ha inviato una articolata nota alla redazione di News-Town in cui ha negato quanto scritto dal direttore Avellani e «per questo deliberato e, a mio modo di vedere, ingiustificato attacco a mezzo stampa che ho dato mandato al mio legale di fiducia di approfondire eventuali profili di rilevanza penale o di illecito civile a danno dell'istituzione che rappresento o mio personale».

Il 25 aprile delle destre abruzzesi non si è limitato al solo capoluogo. In quel giorno uno dei pochi comuni ancora in «zona rossa», che poi rossa non è come abbiamo documentato in alcuni nostri articoli, era Giulianova. Il sindaco della città, esponente della Lega Salvini, ha fortemente contestato questa scelta da parte della Giunta Regionale, sostenuta da Fratelli d’Italia, Forza Italia e … Lega. Un duro j’accuse da parte del sindaco leghista alla giunta (anche) leghista in cui ha adombrato addirittura la possibilità di «qualcosa sotto» la scelta e che «si gioca sulla pelle dei cittadini e dei commercianti» da parte di chi «prende stipendi faraonici». Il locale circolo PD ha diffuso alcune critiche al sindaco stesso in quei giorni, sarebbe normale dialettica politica ma per il sindaco salviniano pare non sia stato proprio così. In un’intervista televisiva si è scagliato contro chi lo ha criticato con parole non molto diverse da quelle del comunicato dei meloniani aquilani: chi lo critica farebbe «politica nelle segrete stanze per i potenti».

Abbiamo varie volte sottolineato come i partiti che sostengono la Giunta Regionale e città come Pescara e L’Aquila e Chieti fino alle elezioni comunali del settembre scorso, in questi mesi, hanno riempito pagine e pagine dei quotidiani locali e ore e ore dei telegiornali locali per le loro dispute, crisi e reciproci attacchi per poltrone e incarichi. La prima settimana di maggio, giusto per rimanere coerenti a se stessi, l’hanno iniziata con alta tensione sulle caselle della Giunta Regionale.

WORDNEWS.IT © Riproduzione vietata