Le mafie ci sono da decenni, consolidate da chi gli regala soldi, complicità ed omertà

PRIMA PARTE/Si è tornato per pochi giorni, nei mesi scorsi, a parlare di ‘ndrangheta in Abruzzo. La scoperta dell’acqua fredda al polo sud, non è novità di oggi, è storia consolidata da anni e anni. Dalla mafia dei pascoli alla tratta, dal traffico di droga al riciclaggio sulla costa teatina a tanto altro.

Le mafie ci sono da decenni, consolidate da chi gli regala soldi, complicità ed omertà
Fonte La Via Libera

Sono passati ormai quasi tre mesi dalla Giornata per la Memoria e l’Impegno contro le mafie.

Giornata nazionale, istituita con legge, e nata negli Anni Novanta in cui la società civile si ribellò a Cosa Nostra e allo stragismo. Memoria legata all’impegno perché guardare il passato senza aprire gli occhi sul presente è un mero esercizio di ipocrisia. Così dovrebbe essere ma, nel Paese senza memoria, del compromesso e del servilismo ad ogni pre-potentato, non è.

Abbiamo visto anche qui in Abruzzo bei discorsi, belle parole, ideali proclamati come non ci fosse un domani (come effettivamente è in una regione anestetizzata in un eterno presente) da sindaci, presidenti di provincia e altri. Belle parole rivolte, come sempre, ai giovani, al futuro, alle scuole. Si racconta di quel che è accaduto in tempi lontani in luoghi lontani. Un alieno che sbarcasse sulla costa dei trabocchi potrebbe solo rimanere estasiato e ammirato. Una terra pulita, senza nessuna macchia, che ricorda eroi di altri paralleli. Ma così non è. In quei giorni c’è un enorme, immenso rimosso: quel che accade, quotidianamente, qui.

Le indagini sull’omicidio di Pescara dell’agosto scorso e un’operazione della Guardia di Finanza che ha avuto al centro Pescara (e ha toccato anche Atessa nella provincia di Chieti) ha svegliato per alcune ore dal torpore gli smemorati di Collegno e i finti e veri tonti. Che sorpresa, in Abruzzo ha investito la ‘ndrangheta, in Abruzzo ci sono esponenti dei clan che riciclano denaro e spacciano stupefacenti. Copione da isola felice che improvvisamente è stata colpita da un meteorite.

Peccato che i meteoriti sono innumerevoli e piombano da almeno trent’anni. Lo vediamo nella Marsica, nonostante tanti negazionismi più o meno interessati, con le inchieste sulla mafia dei pascoli e sul riciclaggio da parte di imprenditori legati ai sistemi criminali della Capitale e alle mafie “tradizionali” (qui persino parte del tesoro di don Vito Ciancimino è stato riciclato e ci sono interessi sulla metanizzazione che partono dagli anni ottanta).

E lo vediamo sulla costa, nella tratta prospera dalla bonifica del tronto a San Salvo, nella presenza nei decenni di personaggi come Pasqualone, Cozzolino e Ferrazzo, nella maxi inchiesta di anni fa che accertò come parte del tessuto economico di Francavilla era egemonizzato da capitali ‘ndranghetisti, nella penetrazione nel tessuto economico di Vasto e San Salvo della società foggiana e di altre mafie pugliesi, in fatti gravi come incendi, attentati, auto esplose, persino scorci di far west, nel sistema criminale di gestione dei rifiuti delle mafie presente sin dagli anni novanta almeno, nella violenta presenza dei parenti dei Casamonica da Pescara al vastese, in uno spaccio di droghe fiorente e ben attivo.