L’impegno dell’arte contro la violenza maschile in un mondo che gira al contrario

VIDEOINTERVISTA ad Ilaria Di Roberto, artista e scrittrice, autrice del libro «Tutto ciò che sono» uscito nelle scorse settimane, e al cantautore Cosimo El Diamante, impegnato nelle prossime settimane in un tour internazionale.

«Da uomo non posso capire cosa prova una donna vittima di violenza ma con la mia arte posso impegnarmi» nella sensibilizzazione contro la violenza di genere. È una delle riflessioni che ha condiviso con noi il cantautore salernitano Cosimo El Diamante de la Bachata in questa videointervista.

Riflessioni dell’artista campano e di Ilaria Di Roberto, artista e scrittrice, autrice del libro «Tutto ciò che sono», uscito nelle scorse settimane e di cui ci siamo occupati negli articoli dell'8 novembre (con videointervista all'autrice) e del 10 novembre (con letture di brani dal libro curate dalla stessa Ilaria Di Roberto), sui temi dell’oppressione patriarcale, delle espressioni maschiliste della cosiddetta «cultura dello stupro» e dell’importanza dell’arte nella sensibilizzazione e nella lotta contro di essi in vista della Giornata Internazionale contro la violenza contro le donne (25 novembre) e della imminente partenza del tour internazionale del cantautore.

Ilaria e Cosimo in questa videointervista hanno raccontato come si sono, a distanza, incontrati e condividono la stessa passione artistica per il canto e il ballo. Un incontro che, è l’auspicio, presto possa avvenire di persona. Magari, è l’impegno del cantautore campano, con una collaborazione musicale.

Anche con la lettura di alcuni brani del libro «Tutto ciò che sono» (pubblicato da Europa Edizioni), ci si è confrontati sulla violenza maschile, il maschilismo diffuso nella nostra società, la «colpevolizzazione» delle donne vittime (per cui l’Italia è stata anche condannata nella primavera scorsa dalla CEDU come abbiamo raccontato in un precedente articolo intervistando proprio Ilaria) e le giustificazioni e la difesa troppo spesso diffuse dei carnefici.

È notizia di questi giorni che in una scuola – massimo luogo dell’educazione civica e sociale – un’insegnante ha imposto alle ragazze di non indossare alcuni abiti perché distrarrebbero i «maschi».

Nel 2021 si considera quindi normale, persino lì dove le coscienze dovrebbero essere formate e si dovrebbe costruire una società migliore, oggettivizzare il corpo femminile, perpetrare quel modello che è alla base del patriarcato e delle sue espressioni peggiori, piuttosto che insegnare il rispetto, l’indipendenza e l’inviolabilità della libertà e del corpo femminile. Nessuno spazio, quindi, per costruire finalmente una «normalizzazione» del rapporto uomo-donna ma il sancire il perpetrare di una società patriarcale, maschilista ed oppressiva.

Partendo da quest’episodio, anche con la lettura dei brani «com’eri vestita», «chiedeteci scusa» e «l’uomo di cui hai bisogno» tratti dal libro «Tutto ciò che sono», i due artisti hanno condiviso un’analisi, l’impegno che sarebbe necessario e una riflessione sul mondo che ci circonda, sulla strage di femminicidi in Italia, sulle molestie, abusi e violenze che quotidianamente le donne subiscono solo in quanto donne. Davanti a questa realtà oggettiva cadono, quindi, è stato sottolineato durante la videointervista, stereotipi e luoghi comuni come «non tutti gli uomini sono uguali» (diffuso anche con il termine inglese notallmen): c’è una realtà strutturale, un’oppressione millenaria, una subcultura che va oltre un eventuale caso singolo.

Un uomo che dovesse riuscire a disertare sempre e per sempre da tutto questo assolverebbe solo al dovere di «persona normale», così come è ottusamente egoistico (e di fatto complice) di fronte alle violenze maschiliste pensare a difendere se stessi e non al dolore, alla sofferenza anche fino alla morte di troppe donne solo perché donne.

Cosimo, riferendosi al recente caso della scuola e a vicende in cui le denunce sono diventate «condanne» per le vittime e non per i carnefici, ha condiviso alcune testimonianze familiari. Evidenziando come, al contrario di altri artisti impegnati negli stessi generi musicali, per esempio nel suo brano uscito nei mesi scorsi (e di cui abbiamo parlato in due articoli del 12 giugno e del 16 giugno di quest'anno) «Esta bachata» non vengono perpetrati stereotipi patriarcali ma esattamente il contrario.

Sottolineando che le scuole dovrebbero insegnare l’educazione civica contro il bullismo e le violenze e tutti, comprese se non soprattutto le istituzioni, devono essere sollecitate ad intervenire accanto alle vittime contrastando ogni violenza, abuso e molestia maschilista. Invece, l’amara conclusione del cantautore salentino, «il mondo gira al contrario».

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