Negli anni «mi sono ritrovata emarginata e ho subito intimidazioni»

DIAMO VOCE/Videointervista a Sabrina Nanni, da tanti anni in prima fila impegnata sul fronte sociale e politico, referente in Abruzzo dell’Associazione Caponetto e per la legalità nell’IDV e responsabile nazionale di Aiceberg, sulle denunce portate avanti negli anni e accendere riflettori sulle «mele marce» attive nell’Abruzzo interno.

Le organizzazioni criminali corrompono e cercano di imporsi anche con la violenza: intimidazioni, atti vandalici, minacce, aggressioni, veri e propri attentati, la cronaca di questi anni ha riportato un lungo elenco anche in Abruzzo. Sono diversi e proseguiti negli anni gli atti violenti, le minacce, i tentativi di intimidazione anche contro Sabrina Nanni, referente in Abruzzo dell’Associazione antimafie Caponnetto, responsabile legalità nella regione per l’IDV e responsabile nazionale di Aiceberg. In quest’intervista Sabrina Nanni testimonia quanto è avvenuto in questi anni, il prezzo da pagare per denunciare e lottare contro le «mele marce» con coraggio e tenacia.

Un impegno per il quale, dichiara già all’inizio dell’intervista, si è ritrovata emarginata, ha subito tentativi di intimidazioni e minacce, atti vandalici e altro. Una riflessione ad ampio raggio su quanto portato avanti insieme con l’Associazione Caponnetto in questi anni, sulle attività a fianco di chi è in difficoltà economica come l’importante progetto per il microcredito dell’associazione Aiceberg, e sulla realtà di questa regione sul fronte della legalità e delle presenze mafiose.  

«Non a tradizionale presenza mafiosa», così la Commissione Parlamentare Antimafia definisce alcune regioni diverse da quelle in cui sono nate le principali organizzazioni criminali italiane.  Non  tradizionale, se l’italiano ha ancora un senso, è ben diverso da assenza. Invece, anche in Abruzzo, i negazionismi e i riduzionismi abbondano anche a livello istituzionale. Tomi e tomi di relazioni e altri atti della stessa Commissione documentano quanto le varie mafie abbiano superato abbondantemente la sola fase dell’infiltrazione. Consolidando la presenza sempre più pesante. L’allarme per l’Abruzzo era già alto nel 1998, lanciato durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario in regione. Negli stessi mesi la Commissione Parlamentare Ecomafie dedicò ben 18 pagine di una sua relazione sugli illeciti nel ciclo dei rifiuti alla regione adriatica.

Ventitre anni dopo le inchieste della magistratura, e non solo, mostrano una realtà sempre più inquietante di mafie, corruzione, «mele marce». «Ci sono territori che non ci appartengono più» denunciò la professoressa Lina Calandra l’anno scorso sulle nostre pagine. Interviste e approfondimenti sulle «mafie dei pascoli» il cui peso sull’economia locale è grave. Intercettano fondi europei, divorano risorse economiche e un prezioso settore economico sociale. Corrompono e arrivano ad imporsi anche con la violenza. La loro ombra si staglia sugli incendi degli anni scorsi, di cui ci siamo occupati varie volte. Come si stagliano le ombre dei principali clan di Roma, Ostia, Latina e altre zone del Lazio. Clan che in larga parte sono nati e partiti proprio da Abruzzo e Molise, tra cui i Casamonica e i Di Silvio. L’estate scorsa si sono registrate le ultime inchieste della magistratura romana che hanno coinvolto l’Abruzzo interno e acceso i riflettori sui tentativi di espandersi di clan mafiosi e camorristici.

Nei settori più disparati, dal turismo all’edilizia, con residenze fittizie e basisti locali. I dati dell’Agenzia per i beni confiscati riportano un’alta concentrazione nel territorio di Avezzano e a Cappadocia. In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario nei mesi scorsi il presidente del Tribunale di Avezzano ha richiamato l’attenzione sul «preoccupante fenomeno del riciclaggio e del reimpiego di capitali di origine illecita» nella Marsica. 232 i processi pendenti per reati contro la Pubblica Amministrazione che, sottolinea sempre il presidente del Tribunale di Avezzano, «evidenzia la vasta diffusione del fenomeno della corruttela».  

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