Salvatore Borsellino: «Messina Denaro è depositario dei peggiori segreti del nostro paese»

IL FRATELLO DEL MAGISTRATO UCCISO NEL 1992 DA COSA NOSTRA E DALLO STATO DEVIATO. «Quella scellerata trattativa, a mio avviso, è stato il motivo dell'accelerazione della strage di via d'Amelio».

“Non mi sento di partecipare all'euforia che parla come una vittoria dello Stato perché per me è una sconfitta dello Stato, perché una latitanza che dura per 30 anni è in ogni caso una sconfitta dello Stato.”

commenta così Salvatore Borsellino la cattura di Matteo Messina Denaro. Continua dicendo che:

 “Sicuramente ha avuto nella sua zona dei fiancheggiatori che hanno favorito la sua latitanza ma, senza delle complicità istituzionali, questa latitanza non avrebbe potuto durare tanto.”

Parlando sul coinvolgimento dei servizi segreti in diverse storie che hanno caratterizzato la nostra Italia afferma:

“Io vedo che ogni volta che, in qualche maniera, c'entrano i servizi nelle stragi vengono effettuate queste operazioni chirurgiche, come li chiama giustamente Scarpinato, con i quali vengono eliminati i possibili testimoni. Si interviene al posto giusto e al momento giusto.

Quello che io noto è che anche i mafiosi hanno più paura di quello che possono fare i servizi segreti che le vendette di altri mafiosi. Sono interventi mirati che non fanno altro che allontanare la verità e la giustizia in questo Paese.”

Poi, sulle indagini che riguardano la strage di via d'Amelio:

“Chi ha messo in piedi il depistaggio fondato sul falso pentito Vincenzo Scarantino, gli ha messo in bocca degli elementi che non potevano che essere noti a chi, in qualche maniera, aveva partecipato alla strage o era in contatto con fonti che alla strage avevano partecipato e che avrebbe potuto utilizzare quelle fonti in maniera ben diversa.

Ma, invece, sono stati utilizzate per mettere in piedi questo depistaggio perché, quando poi Spatuzza dice la verità si assume la responsabilità del furto della 126, parla esattamente delle stesse cose di cui aveva parlato Scarantino ma con qualche elemento in più.

Sicuramente non si tratta di inesperienza degli investigatori ma si tratta di volere proprio allontanare il corso della verità cosa che è stato fatto perché il depistaggio Scarantino ha fatto sì che venisse allontanato il momento in cui è venuto fuori almeno una parte della verità e questo ha portato alla possibilità che nei processi del Borsellino quater, io che ho partecipato a buona parte dell'udienza, ho dovuto assistere a tutta una serie di "non ricordo, non so, è passato tanto tempo" e questo è servito ad allontanare la verità.”

E' stato parlato di questo e molto altro nell'intervista realizzata dalla rubrica “Informazione Antimafia” a Salvatore Borsellino.

 

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L'INTERVISTA a Salvatore Borsellino

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SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»

TERZA PARTE. Borsellino «L'Agenda Rossa è stata nascosta. E' diventata arma di ricatto» 

 

L'INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO

Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»

Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»

Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»

Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»

 

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