Palazz-Ieri, Moggi e domani

Luciano Moggi si definisce vittima del sistema Palamara. Ricostruiamo i fatti del "Gattopardo" dei Palazzi calcistici e la reale verità degli stessi.

Palazz-Ieri, Moggi e domani

«Anche io sono vittima di Luca Palamara». Questo il titolo dell’intervento di Luciano Moggi, l'ex re del calcio italiano, che sul suo blog (sito del quotidiano Libero) attacca frontalmente la gestione del processo «Gea World» da parte di Luca Palamara, scrivendo di essere stato vittima dello stesso sistema emerso in questi ultimi due anni all’interno della magistratura associata.

L’Italia è da sempre il paese dei sistemi di consorterie, ricatti, interessi convergenti: non lo scopriamo di certo oggi. E il mondo dorato del calcio d’alto bordo non è esente, anzi. Oliviero Beha nel suo ultimo post su facebook, prima della scomparsa, definì l’Italia e il calcio «una landa opaca in cui competenze, sentimenti, emozioni, denaro, denaro, denaro finiscono in un buco nero in cui è difficile distinguere qualunque cosa».

Calciopoli, dopo l’iniziale terremoto sportivo-giudiziario, non ha certo spazzato via queste lande e la vittoria ai Mondiali della nazionale guidata da Marcello Lippi distrasse molti, agevolando il ritorno in sella dei gattopardi dei palazzi calcistici. Lo stesso Beha lo ha scritto e ripetuto tante volte negli anni: Calciopoli si è conclusa con una giustizia che non arrivò interamente e si cacciò via chi era «colpevole» di essersi fatto beccare, al fine di preservare il sistema.

«Il pallone sporco del paese sporco», come l’abbiamo definito lo scorso 30 maggio, vive le stesse dinamiche, come dimostrano gli «scandali» di questi ultimi quattordici anni e le cordate di potere che continuano a scontrarsi e incontrarsi anche in questi mesi di emergenza sanitaria. La ripartenza del calcio sta mostrando uno spettacolo desolante tra dirigenti che hanno urlato che il calcio non doveva neanche fermarsi e, quando ormai sembrava vicina la meta della ripartenza, non trovano una sintesi su come ripartire, spaccandosi ogni giorno di più. A marzo, mentre l’Italia e il mondo cadevano nel baratro più assoluto, il mondo del grande calcio cominciò a farsi due conti e a lanciare alte lamentazioni di Geremia su una bancarotta imminente. Quali le soluzioni? Il ritorno delle sponsorizzazioni del calcioscommesse e cancellazione dell’obbligo di presentazione fidejussioni per i club.

Il 30 maggio abbiamo riportato un lunghissimo (ma parziale, e di questo ci scusiamo e siamo disponibili in ogni momento ad integrarlo, segnalateci quindi quel che manca e potrebbe aggiungersi) elenco di vicende del «calcio sporco nel paese sporco». Il mondo delle scommesse ritorna unque prepotente, quasi ciclicamente, almeno dall’inizio degli anni ottanta. Quel business dove, come documentato in questi anni da «Avviso Pubblico», inchieste e varie associazioni impegnate nel sociale, sono penetrati alla grande gli interessi della criminalità organizzata e la disperazione di milioni di famiglie gettate nella miseria dalla ludopatia. Da qui vuol ripartire lo sport più amato dagli italiani?      

L’obbligo di presentazione delle fidejussioni non calò dal cielo come un esercizio di sadismo improvviso di qualche oscuro grigio burocrate: ci sono stati anni in cui tante società (soprattutto nelle serie non professionistiche) iniziavano il campionato con bilanci ballerini e, dopo poche settimana, iniziavano a fallire per immense voragini di bilancio. Per poter ripartire lo sport più amato dagli italiani vuol duqnue tornare a quegli anni bui? Controlli sui bilanci e un freno alle spese pazze sono diventate questioni così pesanti che persino l’Uefa ha posto dei paletti con il «fair play finanziario». L’analisi delle sue applicazioni e dei bilanci delle grandi società calcistiche porta all’emersione di dati a dir poco interessanti e indicativi dello stato di cose presenti.

Il calcio deve assolutamente ripartire, perchè si rischia la bancarotta, dato che il lockdown ha creato una perdita di miliardi di euro. Si avvicina la ripartenza e pronti via – mentre rimangono intatti mega stipendi di calciatori, dirigenti e allenatori – tornano a volare affari da decine di milioni di euro per i cartellini e, per i protagonisti del futuro calciomercato, si oscilla tra i 60/70 e gli oltre 100 milioni con assoluta nonchalance. Se il grande calcio si trova ad affrontare perdite miliardarie, come è possibile che Lotito, tra i protagonisti dei palazzi dai tempi di Tavecchio ad oggi, continui a valutare un calciatore 110 milioni di euro? E altri vedere addirittura il valore del loro cartellino aumentare rispetto al pre-lockdown? E le entrate economiche dell’azienda Cr7 (Cristiano Ronaldo)  rimanere superiori ai 30 milioni annui? Lo stesso Cristiano Ronaldo ha superato il miliardo di dollari incassato in carriera, primo al mondo nella storia di tutti gli sport di squadra, di cui 105 milioni negli ultimi dodici mesi.

Come è possibile che la  Juventus continui a «sognare» il ritorno di Pogba il cui costo resta stimato intorno ai 110/120 milioni di euro? E' la stessa Juventus che, come riporta il recente studio di Kpgm «the european elite», soffre pesanti passivi di bilancio che fanno temere il rischio di sforare i parametri del «fair play finanziario»? Paolo Ziliani su Il Fatto Quotidiano ha sottolineato in un recente articolo che «per due anni ci hanno raccontato che l’effetto CR7 avrebbe mandato in orbita la Juve e la Serie A, invece alle stelle sono andate le spese: la Juve è il solo club a sforare la soglia del 70% nel rapporto fra ricavi e ingaggi (è al 71%: gli altri fra il 51 e il 60)» concludendo con un condivisibile sarcasmo «Dal CR7 si pagherà con le magliette al rimanere in mutande è un attimo. Qualcuno ha un’altra favola da raccontare?».

Esiste un sistema dei palazzi nel calcio? Sicuramente sì e, probabilmente, di sistemi che si scontrano e incontrano ne abbiamo più di uno. È dunque tornato in sella il gattopardo dopo calciopoli con gli stessi sistemi di prima, scaricando solo su alcuni il velo di Maya per coprire buona parte del marcio e non cambiare? Le vicende di questi anni, come Beha denunciò subito, fanno pensare di si.

Moggi in quegli anni era il leader incontrastato delle dirigenze calcistiche, rappresentando lo strapotere immenso della Juve. Oggi si definisce vittima di un sistema e la pubblicazione delle «chat di Palamara» (dominus della magistratura che vanta amicizie anche tra i potenti del calcio che conta) sta portando a galla istanze di tabula rasa, di cancellazione di tutte le inchieste e i processi di questi anni e dunque il vittimismo di Moggi sembra inserirsi proprio in questo filone.

Lasciamo parlare i fatti affinchè sia il lettore a capire l’esatta portata dell’inchiesta di Palamara e di Calciopoli. «Gea World» fu uno dei tanti filoni nati da Calciopoli e Palamara fu il pm che avviò l’inchiesta: non emise ovviamente nessuna sentenza e non fu il protagonista principale delle decisioni della giustizia. Fatta la debita premessa, questa la conclusione della vicenda https://www.lastampa.it/sport/calcio/2014/01/15/news/processo-gea-scatta-la-prescrizione-1.35935329 riportata sul quotidiano italiano tra i più vicini alla Juve e agli Agnelli, quindi non certo ostile e prevenuto nei confronti della società bianconera e dei suoi dirigenti.   

Per ricordare l’intera dimensione di Calciopoli, cosa emerse e cosa fu tralasciato e quale fu la vicenda che gravitava intorno al potere calcistico,riprendiamo uno stralcio dell’articolo del 30 maggio:

https://it.wikipedia.org/wiki/Calciopoli

http://kaosedizioni.com/?p=487

http://kaosedizioni.com/?p=491

http://kaosedizioni.com/?p=469

http://kaosedizioni.com/?p=489

http://kaosedizioni.com/?p=465

https://espresso.repubblica.it/attualita/cronaca/2011/12/22/news/quel-nullatenente-di-moggi-1.38687

http://www.olivierobeha.it/articoli/2014/07/il-nostro-calcio-ormai-e-in-fase-terminale

http://www.olivierobeha.it/articoli/2014/11/la-juventus-perdona-solo-moggi

http://www.olivierobeha.it/primopiano/2016/04/ieri-moggi-domani-e-un-mio-titolo-sullunita-maggio-2006

http://www.olivierobeha.it/articoli/2016/05/dieci-anni-fa-scoppiava-calciopoli

http://www.olivierobeha.it/articoli/2011/11/chi-ha-ancora-paura-di-moggi

http://www.olivierobeha.it/rubriche/indietrosavoia/2011/11/la-presa-per-i-fondelli-di-calciopoli

http://www.olivierobeha.it/articoli/2012/02/il-%e2%80%9ccaso-moggi%e2%80%9d-e-le-colpe-della-stampa-non-fa-inchieste-dipende-dai-verbali-non-sa-leggere-le-sentenze

http://www.olivierobeha.it/articoli/2012/09/e-adesso-si-capisce-di-piu-calciopoli%e2%80%a6