«Se c'è l'antimafia vuol dire che c'è la mafia»

"Tempesta e assalto", era il motto di alcuni esponenti del romanticismo. Ne deriva, talora, l'attenuazione della capacità di discernimento. Il risultato, nonostante le buone intenzioni, rischia di incidere poco sugli assetti di potere, e di restare mera, astratta testimonianza.

«Se c'è l'antimafia vuol dire che c'è la mafia»
giannibarbacetto.it

Alcuni decenni fa al mafioso Luciano Liggio venne chiesto se, a suo giudizio, esistesse la mafia. Rispose: «se c'è l'antimafia vuol dire che c'è la mafia"!». Ho richiamato questo episodio per avviare una breve riflessione sul tema.

Individuo tre modi diversi di essere impegnati nel contrasto alla criminalità mafiosa, in tutte le sue varie forme ed articolazioni. Vi è l'antimafia di "sistema", che cerca un riconoscimento formale, i cui esponenti coltivano relazioni importanti, e ottengono onorificenze e prebende.
È l'antimafia del potere e degli affari.

È l'antimafia che, nella sostanza, esprime una cultura mafiosa. E che, pertanto, finisce per legittimare la mafia. Agli antipodi vi è l'antimafia di quanti esprimono una concezione "integralista" del loro impegno. Certamente sincera, ma non sempre sufficientemente meditata. Per i suoi esponenti esistono solo due colori, il bianco e il nero.
La posizione prevalente è: con me o contro di me!

"Tempesta e assalto", era il motto di alcuni esponenti del romanticismo. Ne deriva, talora, l'attenuazione della capacità di discernimento. Il risultato, nonostante le buone intenzioni, rischia di incidere poco sugli assetti di potere, e di restare mera, astratta testimonianza.

Infine vi è un altro modo, che io preferisco. Consiste nell'impegno quotidiano e concreto di quanti compiono scelte di vita che rappresentano un'alternativa alla cultura e al potere mafioso. Magari spesso in silenzio, senza la ricerca di riconoscimenti ufficiali.
Sono coloro che esercitano con correttezza e onestà il loro lavoro.

Sono coloro che dedicano la loro vita alla formazione di una coscienza diversa nelle nuove generazioni, e che ne offrono coerente testimonianza. Penso, per esempio, ai tanti magistrati e uomini delle istituzioni, a Libero Grassi, a don Pino Puglisi, a don Diana, e a tanti altri che hanno pagato con la vita un impegno di questo tipo.
Perchè, ciò che risulta veramente devastante per tutte le mafie è il lavoro di quanti la contrastano dimostrando che è possibile costruire una società diversa, all'insegna della legalità.