Spadaccini: «Ritengo indispensabile la costruzione del nuovo ospedale di Vasto»

L'INTERVISTA. La situazione dell’ospedale San Pio di Vasto e le scelte politiche degli ultimi anni: seconda parte dell’intervista al dott. Antonio Spadaccini, per tanti anni responsabile di Gastroenterologia.

Spadaccini: «Ritengo indispensabile la costruzione del nuovo ospedale di Vasto»
Antonio Spadaccini

Il crollo del soffitto in una stanza del reparto di Chirurgia dell’ospedale «San Pio» di Vasto ha nuovamente acceso il dibattito tra i vari schieramenti politici. Il sindaco di Vasto Francesco Menna, collaboratore dell’assessore regionale alla sanità Paolucci (PD) nella scorsa legislatura regionale e i rappresentanti locali del PD, hanno lanciato forti critiche all’attuale amministrazione regionale (centro-destra). Il centrodestra ha prontamente replicato alle critiche attaccando la gestione della precedente legislatura regionale (quella in cui era assessore Paolucci e, prima di diventare sindaco, suo collaboratore Menna).

I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Pietro Smargiassi, presidente della commissione di vigilanza del consiglio regionale, Francesco Taglieri e Sara Marcozzi hanno chiesto la rimozione del direttore generale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti Thomas Schael, attaccando una «una gestione dei servizi e delle competenze confusionaria e insufficiente», aggiungendo che si sono «avuti casi di personale sanitario asintomatico lasciato a lavoro nelle corsie degli ospedali pur senza conoscere il risultato del test, o cittadini lasciati in quarantena preventiva per settimane prima di ricevere risposte definitive, o casi in cui il tampone è addirittura andato perso».

Critiche anche alla «lentezza cronica con cui gli uffici rispondono agli accessi agli atti, senza per altro mai fornire risposte nel merito sulle questioni da noi più volte sollevate». Smargiassi ha chiesto di analizzare la situazione del nosocomio vastese nella Commissione Sanità del Consiglio Regionale, «questioni urgenti e non più rimandabili».

Secondo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianluca Castaldi l’ospedale San Pio di Vasto «sta cadendo a pezzi dal punto di vista dell’efficienza sanitaria e ora sta cadendo a pezzi letteralmente» mentre la deputata del Movimento 5 Stelle Carmela Grippa ha attaccato i «tagli scellerati fatti alla sanità negli ultimi 40 anni. Solo nell’ultimo decennio sono stati tagliati 37 miliardi». Il direttore generale della ASL Schael ha definito «fuori luogo e indecente» l’atteggiamento del sindaco di Vasto, «da anni non c’è stato nessun investimento sull’ospedale». Nel novembre scorso, dopo un blitz dei NAS, furono chiuse le cucine dell’ospedale dopo alcuni esposti.

Sulla situazione dell’ospedale e le scelte politiche effettuate negli anni, dopo la pubblicazione della prima parte dell’intervista nei giorni scorsi, abbiamo chiesto di condividere alcune riflessioni al dott. Antonio Spadaccini, per anni responsabile del servizio di Gastroenterologia nell’ospedale San Pio di Vasto.

Il 6 febbraio 2018 ha pubblicamente preso posizione contro quello che ha definito uno «schiaffo inaccettabile» all’ospedale e alla città di Vasto. Cosa era successo e come si è evoluto questo «schiaffo» negli ultimi due anni? Ha espresso delusione perché dal 14 aprile «i pazienti affetti da patologie digestive acute e/o complicate non potranno più essere ricoverati in Gastroenterologia», perché è accaduto e cosa è cambiato?

«Ho personalmente attivato nel 1987 la Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva del Presidio Ospedaliero di Vasto di cui sono stato Direttore dal 1993 fino al pensionamento. Dal 1997 ha garantito nel nostro ospedale anche attività clinico-assistenziale H24, a beneficio di pazienti ricoverati nell'annesso reparto di degenza per patologie digestive acute (emorragie, pancreatite acuta, epatopatie acute e croniche, cirrosi scompensate, MICI severe, diverticolite, ittero ostruttivi, tumori epato-pancreatici e/o gastrointestinali). Nonostante ciò, nell'Aprile 2018, un' incomprensibile ed immotivata scelta politica regionale ed una interessata delibera aziendale hanno declassato a UOSD e senza reparto di degenza, tale UOC, unica in Abruzzo nel suo genere, e con provata e riconosciuta efficienza ed efficacia clinica. Ciò è avvenuto nonostante i pareri contrari ed ufficialmente comunicati del Ministero della Salute e del Presidente nazionale AIGO ( Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri). Non potrò perciò mai perdonare chi, senza motivo alcuno, ha vanificato 30 anni di impegno e dedizione lavorativa del sottoscritto e di tanti suoi collaboratori, medici ed infermieri».

Si sono scatenate baruffe politiche tra direttore Schael, Regione, Comune Vasto, PD, centrodestra e 5Stelle vastesi. Che ne pensa e cosa dovrebbero fare, ognuno nel suo ambito, per l’ospedale?

«Il Sindaco di Vasto ha il diritto-dovere di interessarsi della salute dei cittadini che rappresenta. Ha fatto benissimo quindi a richiedere ai decisori politici ed aziendali le dovute e più efficaci attenzioni per le necessità strutturali, tecnologiche e professionali del «suo» Presidio Ospedaliero. Va eventualmente rimproverato non per questo ma per non averlo fatto, con identica convinzione e forza nel recente passato, quando la regione era governata dai suoi amici di centrosinistra. Ritengo poi completamente fuori luogo, troppo polemica ed a tratti irritante, la risposta del Direttore Generale della ASL che risulta oggettivamente una dichiarazione più «politica» che tecnica. Cosa mi aspetto dai nostri politici ed amministratori? Determinazione, forza ed unità a difesa del nostro ospedale al fine di evitare l'ulteriore ridimensionamento delle sue possibilità clinico-assistenziali e impegnare gli attuali decisori regionali a rispettare la priorità della costruzione in Abruzzo del nuovo ospedale di Vasto, rispetto a tutti gli altri».

Già nel luglio 2015 ha lanciato pubblicamente un primo allarme sulla rete ospedaliera con il rischio di trovarci a Lanciano e Vasto con – cito testualmente - ospedaletti «di base» (spesso inutili ed a volte pericolosi). Perché questo allarme? Cosa è successo in questi 5 anni e perché questi «ospedaletti di base» sono «inutili e pericolosi»?

«Le evidenze scientifiche dimostrano da anni ormai che ospedali per acuti troppo piccoli sono quasi sempre inefficienti, spesso inefficaci ed a volte purtroppo pericolosi per pazienti ed operatori. Solo strutture medio-grandi, con adeguato numero di pl, di specialistiche e di professionisti possono infatti oggi garantire la qualità clinico-assistenziale indispensabile a gestire efficacemente pazienti che hanno necessità di ricovero in ospedali per acuti. Gli attuali standard ospedalieri nazionali, esplicitati nella legge n. 70 (Decreto Lorenzin), permettono per questo  solo tre tipologie di Ospedali per acuti: - Osp. di base, con un bacino d’utenza tra gli 80.000 e 150.000 abitanti (solo reparti di Medicina, Chirurgia ed Ortopedia + servizi ); -Osp. di 1° livello, tra gli 150.000 e i 300.000 abitanti (UO di base + reparti specialistici); -Osp. di 2° livello, tra i 600.000 e 1.200.000 abitanti (Centro Hub, anche con reparti di alta-specialità). Nel 2015 ho riconfermato in una intervista sul Centro  la mia preferenza per un unico, ma vero, Presidio Ospedaliero di 1° livello Lanciano-Vasto. Temo infatti che, separatamente, il Presidio Ospedaliero di Lanciano e quello di Vasto, seppur sulla carta di 1° livello, siano man mano «ridotti», di fatto, a semplici ospedali di base. Tutti i cittadini del sud dell'Abruzzo sarebbero così costretti a raggiungere Chieti e/o Pescara anche per le più semplici e frequenti esigenze specialistiche».

Emodinamica, se ne parla da tanti anni, gli alpini raccolsero anche fondi per la sua costruzione, perché tutto questo?

«Preciso che attivare o meno un Servizio di Emodinamica c/o il PO di Vasto dipende esclusivamente da una scelta politico-organizzativa regionale (rete IMA del PSR); Nessun DG di ASL ha quindi il potere autonomo di dotare un PO, un Servizio di Emodinamica se non già previsto nella rete IMA regionale, dove, allo stato, non troviamo purtroppo il Presidio Ospedaliero di Vasto. Stranamente però il Servizio di Emodinamica negato a Vasto viene concesso, oltre ai capoluoghi di provincia, anche ad Avezzano. Non credo che tale città possa vantare numero di residenti, ampiezza del possibile bacino di utenza, difficoltà orografiche e/o distanza dal capoluogo di provincia più significativi di Vasto; la recente delibera dell'attuale Direttore Generale della ASL 2 Lanciano-Vasto-Chieti mi sembra confermare la volontà dell' attuale governo regionale di continuare a discriminare Vasto e il suo comprensorio negando alle nostre comunità, a dispetto di quanto promesso in campagna elettorale, la possibilità di cura con un vero ed efficace Servizio di Emodinamica».

Altra questione dibattuta addirittura da decenni è abbandonare l’attuale struttura e costruirne uno nuovo in località Pozzitello, al confine con San Salvo. Lei cosa ne pensa?

«Allo stato attuale il nuovo ospedale di Vasto è assolutamente una necessità sanitaria e, a mio parere, deve essere riconosciuta anche come priorità a livello regionale. Infatti già 20-25 anni fa il primo Piano Sanitario Regionale prevedeva la costruzione di un solo ed unico nuovo ospedale in tutto l'Abruzzo:  quello di Vasto. Solo successivamente si decise per la futura costruzione del nuovo ospedale di Giulianova e, ancora più tardi, quello di Lanciano. Più recentemente il precedente governo regionale di centrosinistra ha invece deliberato l'ambiziosa costruzione in Abruzzo di 5 nuovi ospedali: Vasto, Giulianova, Lanciano, Avezzano e Sulmona. Qualche mese fa abbiamo infine appreso, da una dichiarazione dell'attuale assessore regionale alla Sanità, che l'attuale maggioranza politica regionale di centrodestra ritiene prioritaria in Abruzzo la costruzione del nuovo ospedale di Avezzano. Considerando anche i periodi di costruzione degli ospedali di Vasto (1953-1981), Lanciano (1973-2008) ed  Avezzano (1971-2010), quanto dichiarato dall'assessore Veri mi appare un'intollerabile insulto alla storia ed un ulteriore e fortissimo schiaffo a Vasto, ai suoi cittadini ed alle necessità di salute dell'intero sud dell'Abruzzo. Riguardo alla sede, non credo che la prevista sede del nuovo ospedale di Vasto, in Località Pozzitello, vicino a San Salvo, dove sono stati acquistati anche i terreni necessari, sia la migliore».

Cosa potrebbe riservarci il futuro?

«Risposta non semplice. Purtroppo non sono ottimista. Ho già detto che ritengo indispensabile la costruzione del nuovo ospedale di Vasto e che questa deve essere una priorità regionale. Credo però poco probabile la sua rapida costruzione. Ritengo anche non sicura la sua completa ed efficace organizzazione clinico-assistenziale di Ospedale di 1° livello. Spero, naturalmente, di sbagliarmi e che gli attuali e/o i prossimi decisori politici regionali siano capaci di smentirmi e stupirmi».