STRAGE MESTRE: e se fosse lo stesso modus operandi della strage di Acqualonga?

Mestre-Marghera: 21 morti, di cui due bambini – uno è un neonato – e una adolescente e 15 feriti. Cinque sono gravi: due sono fratellini tedeschi di 7 e 13 anni. Tutte le vittime sono state identificate. Chi doveva vigilare sul buon esito dei lavori o in questo caso sulla realizzazione dei lavori di adeguamento? 

STRAGE MESTRE: e se fosse lo stesso modus operandi della strage di Acqualonga?

La storia si ripete, dopo la strage del viadotto di Acqualonga ora è toccato a Mestre. Non chiamatelo incidente perché le immagini sono chiare.

La barriera non è adeguata e, nonostante, i lavori realizzati proprio in quel tratto, costati oltre 2,8 milioni di euro (in quel punto) ,sul viadotto le barriere erano arrugginite e mai avrebbero retto l'urto. Ora, dopo i morti, inizia l'inchiesta della magistratura.

Chi doveva vigilare sul buon esito dei lavori o, in questo caso, sulla realizzazione dei lavori di adeguamento? 

Forse un malore, oppure una distrazione del conducente del mezzo ma il vero colpevole dell'incidente di Mestre è ancora lì, sul lato della strada, una protezione del tutto insufficiente per un viadotto che sovrasta di oltre dieci metri una ferrovia.

Una barriera bassa e insufficiente (e interrotta, come è possibile vedere dalle foto, fonte ANSA).

Come avrebbe potuto reggere una barriera in tale condizioni? 


Il veicolo dell'incidente arriva a pesare 18 tonnellate a pieno carico, un TIR anche 40 tonnellate. Immaginate se una lama a onda alta 50-60 cm e un parapetto, arrugginito, possano fermare una simile massa.

Nemmeno un'auto lanciata a media velocità si sarrebbe fermata impattando su quella barriera metallica.

Resistenza pari a zero su quel tratto del viadotto. Il problema poi è l'altezza da terra in quel punto, come si evince dalle foto: l'altezza è tra i 10 e i 15 metri dal viadotto al punto d'impatto, una vera bomba che cade. Non si può omologare una strada senza aver prima verificato le condizioni delle barriere e non solo.

E se fosse accaduto come in Irpinia?

Dopo, in quella strage, la magistratura ha accertato che i lavori di adeguamento della barriera sul viadotto non erano mai stati eseguiti nonostante fossero stati commissionati e pagati. E c'era pure il buon esito dei lavori. Il lasciapassare. 
Proveremo a sentire le ditte che hanno realizzato i lavori e l'ente che gestisce l'arteria e anche il direttore dei lavori. Ci proveremo in tutti i modi, per capire perché in quel tratto del viadotto la barriera era in quello stato.

Nel frattempo si piangono i morti e, nel Paese del giorno dopo, in tanti affermano che questa ennesima strage si poteva evitare.

G.B.

Fonte ph ANSA

 

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