Tragedia del Mottarone, la nostra intervista

Ci ha colpito l’intervento della dott.ssa Antonietta Sajeva, psicologa, psicoterapeuta, al servizio di Rai News24, in cui si è parlato del dramma di Eitan, unico sopravvissuto alla terribile tragedia del Mottarone. Alla domanda – Come sarà la sua vita? – la dott.ssa ha risposto con grande lucidità e professionalità, sottolineando il trauma subito; di dare tempo e assistenza oltre ad un ambiente amorevole e mettere da parte le contese del mondo adulto, mettendosi nei panni del bambino.

Tragedia del Mottarone, la nostra intervista

Incontriamo Antonietta Sajeva e andiamo ad approfondire l’argomento.

 

Buongiorno Dottoressa, grazie per aver accettato il nostro invito. Come si può essere d’aiuto e di conforto ad un bambino dopo una tragedia simile?

«Grazie a WordNews per questa opportunità! Indubbiamente un dramma come quello di Eitan lascia cicatrici che solo lo scorrere del tempo supportato da adulti amorevoli, accudenti e soprattutto pazientemente rispettosi dei tempi del minore, potranno lenire e mitigare ed addolcire, certamente non cancellare!»

 

Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma purtroppo ancora non abbiamo imparato la semplicità di vivere come fratelli. Si tratta dell’aforisma di M.L. King, che lei ha citato durante la trasmissione di Rai News. Ci può dare un’ulteriore delucidazione?

«Mi ispiro spesso nel corso dei miei interventi a personaggi che hanno lasciato tracce indelebili utili all’umanità. L’aforisma che ho citato rappresenta a mio parere una visione profonda di come l’uomo nel corso dei secoli abbia fatto balzi da gigante nell’ambito delle scoperte scientifiche o innovazioni tecnologiche, ma passi da formica nell’evoluzione della coscienza umana, ancora intrappolata nel pregiudizio, negli stereotipi culturali, politici, ideologici o religiosi, in conseguenza dei quali non si vede l’altro essere umano come un pari degno di rispetto, bensì come un antagonista con cui competere, lottare, sopraffare. È una storia antica quanto il pianeta! Ci sarebbero fiumi di parole da spendere…mi fermo qui! Aggiungo solo che ogni essere umano può diventare una cellula rigenerante della società, iniziando da se stesso e poi nel suo ambiente, seminando molecole di rispetto, gentilezza, ascolto dell’altro, solidarietà e aiuto reciproco! Nel mio piccolo, sia personalmente che professionalmente, ogni giorno ho presenti questi valori e cerco di contagiare l’umanità che incontro.»

 

E come possiamo noi adulti essere una buona guida nella crescita dei nostri figli?

«Grazie per questa domanda perché lavorando come formatrice di Genitori e Insegnanti, è una domanda che tocca profondamente le corde del mio cuore e della mia mente. Penso che prima di essere buoni genitori, occorra sforzarsi di vivere dentro se stessi e poi nella coppia i valori che citavo prima: il rispetto dell’altro, l’ascolto dei propri bisogni e del partner, e soprattutto il buon esempio e la coerenza nel delicato e complesso compito educativo. I figli rappresentano un’ottima occasione per migliorarsi in quanto sono in contatto con la verità e l’autenticità (almeno finché gli adulti non li condizionano) e pertanto rimandano ai genitori atteggiamenti incoerenti o contraddittori.»

 

Ci può fornire qualche esempio a riguardo?

«Certamente! Se desidero educare mio figlio nel rispetto della salute, non posso farlo ammonendolo di non prendere il vizio del fumo ed intanto continuare a fumare! Un altro esempio: il valore della sincerità va vissuto in prima persona: se mio figlio mi ascolta mentre invento una scusa per non vedere una persona sgradita, imparerà a non essere autentico e sincero! Le prediche ed i sermoni con i figli servono poco! Occorre essere coerenti e porsi come degli esempi silenti. Comunque Freud in fondo aveva ragione quando parlando della genitorialità la definiva come “L’impossibile arte del genitore”!»

 

Nel suo libro Crea-Attiva-Mente, edito da Erickson, indica come costruire ambienti di apprendimento che siano anche luoghi dove ogni individuo venga riconosciuto nella propria unicità e diversità. Quanto la   metodologia da lei suggerita può essere utile in situazioni di grande criticità?  

«È doverosa una piccola premessa per i lettori. Il mio libro “Crea- attiva- mente” è maturato grazie alla mia esperienza in classe come referente di uno sportello di ascolto indirizzato ad alunni, Insegnanti e genitori. Durante gli interventi in aula che svolgevo principalmente sulle tematiche della presa in giro, bullismo, gestione ragionata dei social, proponevo attività mirate al coinvolgimento in prima persona degli alunni, dove il fil rouge conduttore quasi sempre risiedeva nel rispetto dell’altro, dell’accoglienza e comprensione della diversità ed unicità di ogni essere umano. Queste le coordinate principali del mio lavoro a scuola!  L’idea poi di trasportare su carta le mie idee, è stata sollecitata dalle insegnanti con le quali collaboravo in quanto mi chiedevano da quali testi attingessi le idee. Ed io rispondevo che la maggior parte delle attività proposte erano frutto della mia inventiva e creatività! Credo di aver risposto alla domanda.»

 

Vorremmo farle una domanda sul mondo degli adolescenti, visto che lei ne ha contattati parecchi sia nel pianeta scuola che in privato in qualità di psicoterapeuta. Ci può dire se l’adolescente del terzo millennio possiede caratteristiche diverse dall’adolescente del secolo scorso? Il mondo digitale ha in qualche modo interferito nello sviluppo della personalità dell’adolescente?

«Vi ringrazio per questa domanda in quanto gli adolescenti mi stanno molto a cuore…Rappresentano la società futura. Mi domando spesso che tipo di società stiamo consegnando ai nostri giovani, sia a livello ambientale, sociale, politico, ideologico. Non sono scenari edificanti e noi adulti siamo responsabili dell’eredità che consegniamo ai nostri ragazzi, che fondamentalmente possiedono sogni, ideali, creatività e talenti che non sempre trovano sbocchi e canali espressivi nel mondo. Sono cambiate le modalità attraverso cui gli adolescenti gestiscono le relazioni, le emozioni, il loro tempo in quanto l’essere nativi digitali, comporta delle differenze rispetto al modo in cui gli adolescenti del secolo scorso crescevano. Internet ha rivoluzionato moltissimi ambiti del vivere, e come tutte le innovazioni occorre farne un uso intelligente e razionato, non un abuso incontrollato. Credo che la rete e il mondo digitale siano sfuggiti di mano a coloro che li hanno inventati e le ricadute negative si avvertono tra i minori ed i giovani che a volte perdono il contatto con il mondo reale per sostituirlo con il virtuale. E molti genitori si trovano spiazzati ed impreparati a gestire un mondo in cui loro sono entrati da adulti, mentre i figli nascono e sono già immersi nel mondo digitale. È un discorso articolato e complesso al quale dedico incontri sulla piattaforma o in privato in quanto avverto un pressante bisogno da parte dei genitori di essere supportati, sostenuti, affiancati e soprattutto correttamente informati.»

 

C’è un messaggio particolare con cui vorrebbe concludere questa intervista?

«Mi piace concludere con un aforisma di Fabrizio Caramagna: Dovremmo riempire il cuore di gentilezza, la bocca di educazione, le mani di accoglienza e la testa di buoni libri. Forse solo così potremmo tornare a essere umani.»

 

Grazie per il suo tempo e la sua disponibilità!

«Grazie a WordNews e ai vostri lettori! Mi rendo conto di aver toccato argomenti che richiederebbero molti approfondimenti non esauribili in una intervista. Sono comunque disponibile a rispondere via mail a qualsiasi persona interessata alle tematiche sfiorate. Rispondo sempre a tutti entro pochi giorni: a.sajeva@libero.it»

 

 

Il libro della dott.ssa Antonietta Sajeva, è disponibile in formato cartaceo e ebook sul sito della Erickson al seguente link: https://www.ericksonlive.it/prodotto/didattica/crea-attiva-mente/

 

Per chi desideri avere una copia autografata del libro è possibile contattare l’autrice al seguente sito: www.antonietta-sajeva.com