«Un assessore regionale figlia di un capomafia condannato»

La conferenza stampa indetta da Ismaele La Vardera, vicepresidente della commissione regionale antimafia, che invita l'assessore a dimettersi.

«Un assessore regionale figlia di un capomafia condannato»

In Sicilia c'è un assessore scelto dal presidente Renato Schifani (a sua volta appoggiato  da Marcello Dell'Utri e Totò Cuffaro, detto vasa-vasa), figlia del capomafia condannato di Borgetto, Domenico Albano, il quale ha protetto il bandito Salvatore Giuliano.

Stiamo parlando del deputato e dell'assessore regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro Nuccia Albano, che, tra le altre cose, è stata scelta proprio da Totò Cuffaro e dalla quale il presidente Schifani non ha mai preso le distanze.

È stata eletta il 25 settembre 2022, infatti, tra le file della Democrazia Cristiana con 5.968 voti di preferenza.

immagine presa da Palermotoday

Ecco il comunicato del vicepresidente della commissione regionale antimafia:

“La Vardera: Cuffaro condannato per fatti di mafia ha indicato in giunta la figlia di un condannato per mafia. Schifani prenda le distanze. Una di quelle notizie che quando ti passano per le mani fai fatica a credere. Dopo attente verifiche, però, non posso non condividerla.

Ho scoperto che l'assessore regionale alla famiglia, Nuccia Albano, è la figlia di un condannato per associazione mafiosa di Borgetto, tale Domenico Albano.

Ma la cosa più grave è che Albano è stata indicata da Totò Cuffaro, a sua volta anche lui condannato per mafia. Non credo che le colpe dei padri debbano cadere sui figli e sono consapevole che Nuccia Albano ha una storia ed una carriera importante. Lei, infatti, è stata la prima donna medico-legale e addirittura è stata tra coloro i quali ha svolto l'autopsia sui corpi di Giovanni Falcone e Libero Grassi.

Mi chiedo però se è normale che questa vicenda sia stata sempre nascosta. È normale che l'assessore Albano, avendo quel padre così scomodo, non abbia mai preso le distanze in pubblico, per rivendicarne una netta contrapposizione? Il silenzio in queste faccende è pericoloso.

Se lei fosse stata nominata da qualsiasi altro partito forse questa mia denuncia avrebbe un peso diverso. I dubbi sorgono perché, a sponsorizzare la nomina all'interno della giunta Schifani, sia stato proprio il partito di Cuffaro. Cuffaro sa che la Albano è figlia di un boss?

Renato Schifani sa che un suo assessore è la figlia di un boss? Non mi resta che chiedere all'onorevole Nuccia Albano di chiarire quanto prima e prendere le distanze dalla mafia e, soprattutto da suo padre. Ma non è tutto perché il mio invito va anche al Presidente della Regione, Renato Schifani, che deve dire a tutti i cittadini siciliani cosa pensa di questa storia e dei suoi contorni assai opachi. Della vicenda se ne sta occupando anche la trasmissione “Report, che sulla vicenda sta girando un servizio.”

Oltre a questo si scopre che, come detto dall'onorevole, se ne sta occupando “Report” della questione e che l'assessore regionale abbia rilasciato un'intervista, pubblicata in anteprima sui social del programma, dove afferma di esserne venuta a conoscenza della questione solo da grande e di “non poter rinnegare suo padre e la sua storia”.

immagine presa da blogsicilia.it

In contrapposizione l'assessore Albano dichiara:

“Stamattina, mentre stavo partecipando, in qualità di assessore alla Famiglia, alla Commissione antimafia convocata presso la scuola Sperone-Pertini a Palermo, sono stata 'violentata' da una giornalista di Report che mi ha sottoposto ad una raffica di domande su mio padre.

Premetto che è morto 60 anni fa, quando io ne avevo 10. Ho saputo, solo quando sono diventata grandem che aveva avuto problemi con la giustizia e che era stato in carcere. Ho di lui il ricordo di una bambina innamorata del proprio papà e da lui adorata. Sono stata a stata a studiare in collegio dalle suore dall'età di 9 anni e lì ho saputo della morte di mio padre, avvenuta in ospedale, poi, da grande, sono venuta a conoscenza che era stato in detenzione.

Lo ribadisco con il cuore di una figlia che non è cresciuta con il proprio papà. Non lo rinnego come padre, e non vedo come una figlia potrebbe rinnegarlo, ma la mia scelta di vita ha sempre preso le distanze dal fenomeno della mafia. Solo perché presa dalla concitazione per l'agguato, tesomi dalla giornalista di Report, ho detto che non rinnego la storia di mio padre. Ma è chiaro che volevo dire che non rinnego mio padre. Ho sempre lavorato all'insegna della giustizia e della trasparenza, valori che ho trasmesso ai miei figli e ai miei nipoti.”

immagine tratta da Ansa.it

Non si fanno attendere le parole del segretario del Pd in Sicilia Anthony Barbagllo:

“Le colpe dei padri non posso ricadere sui figli, ma da chi è chiamato a rappresentare la Sicilia non possiamo accettare zone d'ombra. Se umanamente possiamo capire i sentimenti di una figlia non possiamo, però, accettare le parole ambigue da parte dell'assessora, Riteniamo moralmente grave quanto avvenuto e auspichiamo un intervento rapido del presidente Schifani affinché rimuova l'Albano.

Non può esserci spazio in nessuna giunta di qualsiasi colore per chi non censura e si dissocia dalla storia più nera e orribile della Sicilia.”

In poche parole distanze non ne prende. Aspettiamo il seguito di questa inchiesta e se, effettivamente, l'assessore, o chi per lei, prenda la decisione di dimettersi.

immagine di copertina tratta da Report