Una rivoluzione radicale e non violenta

«Ho bisogno, almeno per il Natale, di pensieri positivi. Riflettevo, per esempio, al messaggio della rivoluzione non violenta che ha proposto Gesù Cristo. Egli non fu un uomo del potere costituito. Non fu un conformista, un apologeta dello status quo, un difensore della quiete e dell'ordine. Avanzò una proposta alternativa e stimolò a prendere una decisione. Mise radicalmente in discussione il sistema religioso e sociale intriso di ipocrisia e di rispetto meramente formale della Legge e del Tempio.»

Una rivoluzione radicale e non violenta
Una scena del Vangelo secondo Matteo di Pasolini

Tutti, prima o poi, abbiamo bisogno di ripulire la nostra mente dai cattivi pensieri. Pertanto ho deciso che, per alcuni giorni, non parlerò di quanto accade nella politica italiana.
Non parlerò degli osceni e insulsi tatticismi dei suoi numerosi, piccoli protagonisti.
Non parlerò delle collusioni e del voto di scambio tra politica, mafie, massoneria deviata.
Non parlerò delle tante, troppe, ingiustizie che allignano nella società.

Ho bisogno, almeno per il Natale, di pensieri positivi.
Riflettevo, per esempio, al messaggio della rivoluzione non violenta che ha proposto Gesù Cristo.

Egli non fu un uomo del potere costituito.
Non fu un conformista, un apologeta dello status quo, un difensore della quiete e dell'ordine.
Avanzò una proposta alternativa e stimolò a prendere una decisione.

Mise radicalmente in discussione il sistema religioso e sociale intriso di ipocrisia e di rispetto meramente formale della Legge e del Tempio.
Ma la sua proposta di alternativa al sistema non fu la rivoluzione politico-sociale.
Egli esercitò una provocazione che non può essere letta con i canoni tradizionali della politica e della sociologia.
La dura critica ai potenti non esorta a prendere le armi per ucciderli, ma propone una rivoluzione radicale e non violenta.

Il manifesto di tale rivoluzione è il "Discorso della Montagna".
Il radicalismo di Gesù Cristo mira alla sfera intima dell'uomo, al suo cuore e alla sua mente, al suo nucleo centrale.

È un invito a convertirsi, superando i propri egoismi in direzione del prossimo.
È la "metanoia" dei greci, è il "renovamini spiritu mentis" dei latini.

È, questa, una proposta di rivoluzione strutturale e definitiva della persona umana.

Si può anche non avere la fede, ma siamo dinnanzi alla ipotesi di un nuovo umanesimo.  
Perchè, ne sono convinto, solo "un uomo nuovo farà nuove tutte le cose".