L'uomo di oggi

L'uomo di oggi

Il fatto è che si cerca l'estate per stare al fresco e l'inverno per stare al caldo. L'uomo di oggi che neppure più "uomo" può essere chiamato esige la padronanza sul cielo e sulla terra, la voracità con cui si muove è divenuta incontrollabile persino da se stesso.

È capace di additare grandi aziende, multinazionali per uno straccio di lavoro sottopagato che crea prodotti però per egli stesso. 

Punta il dito contro gli allevamenti intensivi ma si ingozza ogni sera nei ristoranti tagliate di prima scelta, acquista germogli di soia senza conoscere la biodiversità autoctona del posto e si lamenta dell'inquinamento, ricerca mirtilli a gennaio e fragole a settembre e incolpa il traffico sulle autostrade cosicché delle nuove vie sono già dietro l'angolo e ma poi si abbattono montagne e bisogna scendere in piazza con un cartello "salviamo gli alberi".

Inneggia animali come ai tempi di Abramo nell'attesa delle tavole mentre nega un saluto ad un anziano.

C'è un'incongruenza in ognuno di noi fuori dal comune. Non si è capaci di valorizzare se stessi come si può valorizzare un territorio. Non è la grandezza del mare a rendere l'acqua salata, una sola goccia negli occhi brucia.

Un solo batterio può creare un'infezione. Noi siamo quello schifo di società di cui tutti si lamentano e sono convinta che altresì noi possiamo renderla piacente.

L'esigenza delle cose è dovuta non alla mancanza di esse ma dall'isoddisfazione di noi.