21 febbraio 1944: arresto di Pietro Arnaldo Terzi

Nel 1920 fa parte della lista socialista che vince le amministrative nel comune di Sarzana e l’anno successivo è eletto sindaco.

21 febbraio 1944: arresto di Pietro Arnaldo Terzi

I motivi alla base dell’arresto e della deportazione di Pietro Arnaldo Terzi non si legano alla Resistenza, cui Terzi non partecipò direttamente avendo già più di 60 anni, ma affondano molto più in là nel tempo, nel periodo del Primo dopoguerra e dello squadrismo.

Nato a Sarzana (oggi SP, allora GE) il 20 novembre 1881 in una famiglia di commercianti, aveva conseguito la maturità classica e poi la laurea in legge. Fin dall’adolescenza, inoltre, frequenta gli ambienti del socialismo ligure e ricopre anche importanti incarichi nella sezione sarzanese, ma gli impegni di lavoro e familiari lo allontanano temporaneamente da Sarzana e dalla politica, cui tornerà a dedicare le sue attenzioni soltanto dopo la fine del primo conflitto mondiale, da Terzi vissuto sul fronte albanese, dove contrae anche la malaria.

Nel 1920 fa parte della lista socialista che vince le amministrative nel comune di Sarzana e l’anno successivo è eletto sindaco.

Nel clima di violenza instaurato dalle squadracce fascista, Sarzana si trova ad essere l’ultimo baluardo socialista in Lunigiana, assumendo perciò un forte valore simbolico che i ras fascisti locali sono intenzionati ad annientare: in questo contesto maturano gli scontri del 21 luglio ’21, con la calata su Sarzana di circa 500 fascisti che chiedono la liberazione del capo dello squadrismo locale e intendono sgomberare il paese dal ‘giogo sovversivo’ di Terzi e dei socialisti. Ne nasce un conflitto a fuoco tra i fascisti e le forze dell’ordine, che causa almeno cinque morti.

La posizione della giunta socialista ne uscì irrimediabilmente compromessa, seppur priva di qualsivoglia colpa nel merito dei fatti: il 14 luglio ’22 Terzi si dimette e nel gennaio successivo l’amministrazione di Sarzana viene sciolta.
Scottato dall’esperienza, l’ex sindaco si allontana dalla politica trasferendosi e dedicandosi ad altre attività, ma l’occhio del regime continua a rimanere vigile su di lui. Molti anni più tardi, quando i tedeschi chiedono ai repubblichini liguri una lista di dodici oppositori politici da arrestare per rappresaglia, il nome di Pietro Arnaldo Terzi è presente.

Arrestato il 21 febbraio ’44 a Sestri Levante (GE), dove si era trasferito, è rinchiuso a Marassi e poi nel campo di Fossoli. Deportato in giugno a Mauthausen, è trasferito al castello di Hartheim, dove viene assassinato il 13 novembre dello stesso anno.


Per approfondire:

P. Meneghini, A. Palumbo
, Pietro Arnaldo Terzi. Vita e morte di un sindaco antifascista, ANPPIA, Roma, 2015.