1° febbraio 1922: Bianca Paganini Mori

Esattamente un secolo fa veniva alla luce a La Spezia, in una famiglia cattolica e antifascista, Bianca Paganini. Negli anni del regime, l’opposizione della famiglia Paganini al fascismo non si manifesta attraverso un’attività politica clandestina, ma soprattutto tramite il persistente rifiuto di prendere la tessera del partito.

1° febbraio 1922: Bianca Paganini Mori

Le cose cambiano dopo l’8 settembre, con l’Armistizio e l’occupazione tedesca delle città, La Spezia compresa: in precedenza, per sfuggire ai bombardamenti, la famiglia Paganini si era rifugiata a San Benedetto, frazione di Riccò del Golfo.

Da qui, Bianca, la madre e la sorella offrono supporto operativo ai soldati sbandati e alle brigate partigiane che si stanno organizzando, mentre i fratelli salgono in montagna.

Quando il fratello Alfredo, partigiano e studente di medicina, viene arrestato a La Spezia dalle Brigate Nere, Bianca, la madre e gli altri fratelli sanno che ben presto anche loro sarebbero finite sotto l’occhio inquisitore delle SS e delle milizie fasciste, cosa che avviene a inizio luglio ’44. Le tre donne sono arrestate (mentre il fratello maggiore è in montagna e il minore viene fatto fuggire prima della perquisizione) e tradotte a La Spezia, dove per venti giorni sono interrogate duramente, senza mai cedere. Nel settembre ’44 sono prima trasferite a Genova e successivamente caricate a forza sul carro bestiame che le conduce a Ravensbrück.

Bianca e la sorella Bice sono inviate a lavorare per la Siemens e, quindi, separate dalla madre: non l’avrebbero rivista mai più.

Già gravemente malata di cuore, Amelia Giardini muore il 2 gennaio ’45.
Bianca e Bice, invece, riescono a sopravvivere alle sofferenze e alle privazioni del lager e a tornare a casa, dove, fra mille difficoltà, riescono a ricostruirsi una vita. Solo tempo dopo sapranno che anche Alfredo, di cui si erano perse le tracce dopo l’arresto, è morto a Flossenbürg
Bianca Paganini dedica tutta la sua vita alla testimonianza della sua terribile esperienza, ricevendo anche un’onorificenza dal Comune di La Spezia e ricoprendo la carica di presidente onoraria della Sezione ANED locale. Muore il 5 maggio 2013, all’età di 91 anni.



Per approfondire:

L. Beccaria Rolfi, A. M. Bruzzone
, Le donne di Ravensbrück. Testimonianze di deportate politiche italiane, Einaudi, Torino, 1978;


Progetto ‘Voci dalla Memoria’: https://www.dailymotion.com/video/x13o6on


fonte: ANED - Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti