Ecuador, in Parlamento giudizio politico contro il narcogoverno golpista

Videointervista del MIB al leader indigeno Angel Tipantuna

L’Ecuador può essere ad una svolta e tornare ad una democrazia compiuta. O almeno compiere passi in avanti decisivi in queste ore. Sui banchi del Parlamento è giunto il “giudizio politico” nei confronti di Lasso, oggi Presidente dopo il golpe contro Rafael Correa e il periodo di Lenin Moreno.

Cosa sta accadendo nello Stato latinoamericano non sembra interessare nel fu BelPaese, totale silenzio su quanto accaduto e sta accadendo. Quella zona del mondo è visto solo come meta esotica per borghesi vacanze o come magazzino fornitore di banane e altre merci. Uno sguardo neocolonialista, capitalista, razzista, occhi solo e soltanto rapaci del resto del mondo. L’America Centrale è uno dei luoghi del mondo in cui dall’Europa Occidentale (Italia in vetta) le “brave persone” borghesi di buona famiglia si sentono autorizzati a perpetrare di tutto disconoscendo dignità, diritti, umanità, turismo pedofilo in primis. Area del mondo che gli Usa continuano a considerare “cortile di casa”  in cui manovrare, massacrare, devastare, cercare di rovesciare ogni processo democratico.

Manovre e golpe a cui l’Europa occidentale non è estranea. È accaduto fin troppe volte in passato, sta accadendo in Ecuador dal 2018. Quando il presidente legittimo Rafael Correa fu colpito da un golpe giudiziario iniziato con l’arresto del vicepresidente Jorge Glas.

Correa in un tweet nel giugno di cinque anni fa denunciò l’arresto come «caso di evidente sfruttamento politico della giustizia». «La guerra giudiziale o giudiziarizzazione della politica è la tattica della destra e costituisce il metodo usato contro Lula (da Silva), e Cristina (Fernández in Kirchner), nel tentativo di eliminare i leader progressisti quando non è possibile vincere alle urne» denunciò con forza il presidente Correa nelle ore successive all’avanzata dello stesso golpe contro di lui. In quelle settimane emersero prove reali ed incontrovertibili su Lenin Moreno - «sanno che il corrotto è Moreno» denunciò Correa – ed invece fu chiesto il suo arresto per fatti inventati, strumentalizzati e in realtà già ampiamente chiariti e documentati.

Come Lenin Moreno salì al potere, rovesciando con un golpe Raffael Correa ed instaurando una dittatura fu ampiamente documentato e approfondito in questo articolo dell’epoca http://www.lagiustizia.info/la-dittatura-di-lenin-moreno-in-ecuador/  

In Ecuador sono aumentate le violenze, sullo scenario sociale sono comparse favorite e sostenute le mafie albanesi (le stesse degli aguzzini e sfruttatori e contro cui tutta la vita ha combattuto Adelina https://www.wordnews.it/le-mafie-dello-stupro-continuiamo-sempre-ad-esser-la-voce-di-adelina ) e la corruzione e narcotraffico dilagano. Il popolo ecuadoregno e le forze democratiche non si sono mai arrese e, in questi anni, hanno continuato a denunciare al mondo – rimasto omertoso e complice – e lottato contro il golpe.

Esiste una resistenza popolare e sociale ed esiste anche nel cuore delle istituzioni. Oggi, 15 maggio, il “giudizio politico” contro Lasso e il suo narcogoverno golpista può iniziare ad avere una svolta decisiva ed importante. Perché lui venga finalmente destituito, l’Ecuador tornare ad elezioni e la democrazia essere ripristinata.

Il Movimento Internazionalista Bolivariano (MIB) ha intervistato il leader indigeno Angel Tipatuna. Un’articolata e approfondita conversazione, con la partecipazione di Maddalena Celano e Jury Cardenas (militante ecuadoregna che vive in Italia), in cui Tipatuna ha illuminato l’attuale situazione ecuadoregna, gli appoggi e le trame di Lasso e del suo governo golpista, quel che sta succedendo nel Paese e anche la cultura e il pensiero indigeno a partire dal buen vivir.

Che non ha nulla a che vedere con il borghese benessere occidentale, è molto più profondo, e – ha sottolineato Tipatuna nell’intervista – rappresenta un’alternativa e una grande opposizione anche alle mafie, alla corruzione, al narcotraffico e alla società plasmata dai golpisti.

Il Movimento Internazionalista Bolivariano si propone di unire e creare rete tra tutte e tutti coloro che credono e supportano le correnti di pensiero fondate sul continentalismo latinoamericano che ha rinnovato e rinvigorito i movimenti antimperialisti a livello mondiale, le cui componenti culturali principali si basano su un preciso concetto geografico: l'aspetto della comunità politica che è anche "continentale". La patria di ciascun individuo non dovrebbe necessariamente trovarsi all'interno di un particolare stato-nazione giacché, nel bolivarismo, l'idea nazionale ha funzionato piuttosto come un'utopia che ha ritrovato il suo spazio fisico nel “movimentismo-comunitarista” indigeno, indigenista o legato ai vari movimenti neo-marxiani. L'unità continentale latinoamericana, come base della “nazione gigantesca”, di una comunità politica utopica, già inventata all'interno della colonia e concretizzata nelle idee di Simón Bolívar, si è nuovamente intensificata all'inizio del XX secolo, quando le nuove minacce condivise a livello continentale, come l'imperialismo statunitense, hanno creato le basi per nuovi movimenti intellettuali e sociali. […]


Come neo-bolivariani professiamo e tuteliamo gli ideali di:
- unionismo
- socialismo
- anti-imperialismo
- neo-umanesimo
- indigenismo
- anti-razzismo
- femminismo-comunitario
- l’ indipendenza intellettuale, politica ed economica delle donne, contro ogni forma di sudditanza patriarcale.
- Lotta abolizionista contro ogni forma di schiavitù o neo-schiavitù, sia antica che moderna (o post-moderna): contro la tratta degli esseri umani, lo sfruttamento sessuale e lo sfruttamento del lavoro dei lavoratori immigrati (e dei lavoratori non immigrati, più in generale).

Perciò ci attiveremo per:
- La promozione della cultura e di un’ informazione minuziosa ed approfondita riguardante i paesi non allineati.
- Promozione delle arti e della letteratura latino-americana.
- Maggiore valorizzazione delle figure femminili latino-americane (soprattutto di quelle figure che hanno dato, alla storia dell’ America Latina, grandi contributi politici o culturali) oscurate e calunniate dal neocolonialismo patriarcale.

Il MIB pertanto si propone di fare informazione, promuovere e rinforzare le reti degli attivisti e militanti neo-bolivariani, promuovere la cultura, le arti e l’ editoria latino-americana.

IL LOGO: Gli allori rappresentano l’ ingegno, “illuminazione” (artistica, intellettuale e culturale) e la stella rossa simboleggia il socialismo, la luce, la speranza, l’ energia, la libertà, la fede (nei principi professati), l’ eternità e la ricerca della vita. All’ interno della stessa si trova el Libertador.
Il Pentagono e il Pentagramma rappresentano il Microcosmo in rapporto al Macrocosmo, l' umanità in rapporto all'aspirazione all'armonia, all'ordine e alla perfezione.

Il movimento è APERTO a tutte e tutti coloro che ne condividono i principi e l’ etica di base. Conservando un’ attitudine cooperativa, tra i diversi membri, comunitaria e laboriosa, basata su lealtà e sincerità. Sono banditi atteggiamenti sterilmente polemici (senza un’ adeguata e valida ragione di base) e divisivi.

Stralci del Manifesto d’Intenti del MIB, il testo integrale e le attività sono pubblicate sulla pagina facebook https://www.facebook.com/profile.php?id=100089357464626  

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