Emergenza Covid-19: quel modulo non va bene

da SOMMA VESUVIANA. Avremmo tanto voluto che questa distribuzione fosse stata gestita dal volontariato e dalla protezione civile in piena autonomia, lontano da personaggi politici che cavalcando la tigre cercano consenso e pubblicità.

Emergenza Covid-19: quel modulo non va bene

Quel modulo non va bene, lede un diritto alla privacy. Sapere dove andranno a finire e chi li gestirà nel post emergenza è un diritto di ogni cittadino. Non si comprende come l'ufficio preposto sia latitante, come sul modulo non ci sia minimamente il nome del funzionario dell'ufficio politiche sociali.

Troppe questioni che creano dubbi su come e perché una lodevole azione di solidarietà e beneficenza sia dovuta convergere al totale comando della politica. Non si comprende perché non vi sia stato un coordinamento bipartisan, non si comprende più nulla. Si sa, durante l'emergenza le regole si rompono e chi già era abituato a non rispettarle ci sguazza in questo caos.

Ora l'importante è che nessun cittadino, che ha necessità, resti indietro e che nessun ricatto venga posto in essere. Bisogna continuare a denunciare eventuali soprusi o anomalie, perché la parola "cittadini" non è sinonimo di sudditi e beneficenza. Non è sinonimo di propaganda politica.

Avremmo tanto voluto che questa distribuzione fosse stata gestita dal volontariato e dalla protezione civile in piena autonomia, lontano da personaggi politici che cavalcando la tigre cercano consenso e pubblicità.