IL SONNO DELLA RAGIONE

MOSTRI. «Perché Biden usa questo linguaggio? Sicuramente per fomentare la guerra ed evitare che si creino le condizioni di un dialogo. Cerca di mantenere una dimensione di rottura e usa il popolo ucraino come mezzo per ottenere i suoi vantaggi. Quali sono questi vantaggi?»

IL SONNO DELLA RAGIONE

Biden definisce Putin un criminale. Forse ha pure ragione se vediamo come ha eliminato i suoi avversari politici, i giornalisti scomodi e come ha invaso l'Ucraina e non solo. Ma queste parole dette da un presidente americano che insieme ai suoi predecessori, a partire da Bush padre, hanno fatto oltre 6 milioni di morti con le loro guerre per esportare la democrazia, milioni di profughi e ridotto in macerie molti territori, appare alquanto pretestuoso.

Se la categoria etica di criminale si addice a Putin lo si può dire altrettanto per i presidenti americani, compreso Biden.

Allora tra criminali si dovrebbero comprendere. Perché Biden usa questo linguaggio? Sicuramente per fomentare la guerra ed evitare che si creino le condizioni di un dialogo. Cerca di mantenere una dimensione di rottura e usa il popolo ucraino come mezzo per ottenere i suoi vantaggi.

Quali sono questi vantaggi? Cercare di impantanare la Russia in una lunga guerra di logoramento, costringere i vassalli europei a seguirlo in questa crociata ed evitare che si crei un'area autonoma capace di mediare, rendere il continente europeo sempre più dipendente, anche a livello energetico, dall'America.

Notevolmente preoccupante è lo spostamento dei fondi statali verso il riarmo, il mettere in secondo piano la problematica ecologica incombente sul Pianeta, il non considerare il disagio sociale crescente e pensare di costringerlo in una dimensione di economia di guerra.

L'aver militarizzato i media per distinguere i buoni dai cattivi, aver esteso la guerra a livello economico e culturale, bandendo gli autori russi, non è altro che un modo di perseguire interessi altri che poco hanno a che fare con le esigenze del popolo ucraino.

Questo, ora, viene sacrificato sull'altare della ridefinizione delle zone di influenza e di potere come è successo in passato per tanti altri popoli e come potrà succedere anche a noi.

Cerchiamo di uscire dal sonno della ragione, prima che sia troppo tardi per tutti e troviamo altre strade di convivenza.

Lucio Pastore

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