Esiste una Vita dopo la Morte?

«Per quanto paradossale possa sembrare, la morte dà alla vita sulla Terra tutto il suo significato profondo, il suo peso specifico, nonché il suo valore spirituale e morale. Il disordine e il caos della vita moderna, con la sua cacofonia e bruttezza, provengono dall’incomprensione del fenomeno della morte»

Esiste una Vita dopo la Morte?

Ci sono momenti nella vita che inevitabilmente portano a riflettere su quale sia realmente il significato di Vita e cosa voglia dire effettivamente viverla a pieno. Chiedersi cos’è la morte e se c’è una nuova vita dopo la dipartita.

Nascere e morire rappresentano lo spazio temporale che segna il nostro passaggio sulla Terra.

Uno ne contrassegna l’inizio, l’altro ne decreta la fine, o per lo meno è quello che istintivamente siamo portati a credere, a meno che la convinzione di inizio e fine non assuma per entrambi il significato di “avanzamento della coscienza da un livello d’esistenza, originariamente fisica, ad un piano puramente astrale.

 

A questo punto la domanda nasce spontanea: esiste una Vita dopo la Morte?

 

Ognuno di noi darà una risposta diversa, una lettura differente di ciò che potrebbe essere il “dopo” e le stesse, potrebbero variare a seconda dello stato d’animo nel quale ci si trova nel momento in cui la domanda viene posta.

Ovviamente i pareri in merito alla questione sono discordanti.

 

Sin dalla notte dei tempi, l’uomo ha sempre posto un’attenzione particolare sulla concezione della morte, originando teorie sull’aldilà, praticando cerimoniali, sperando di assicurarsi così un posto “d’onore” nel qualsivoglia luogo sia l’aldilà (ovviamente se la condotta in terra lo renderà possibile).

 

Siamo soliti identificare il nostro “essere” con il nostro corpo e di conseguenza associare la morte del corpo fisico con la fine della nostra esistenza.

Le principali confessioni religiose però, professano l’esistenza di un’entità, l’anima, che è immortale (per i buddisti invece, solo dopo molte reincarnazioni l’energia mentale di un essere umano raggiunge uno stato di beatitudine chiamato Nirvana), che permane in ognuno di noi, senza la quale un corpo non può sopravvivere, ma che la stessa è inesistente senza un corpo nel quale risiedere.

 

La morte, dunque, può essere intesa come transito durante le stagioni delle vite.     

 

Il desiderio di vivere per sempre, è una volontà intrinseca dell’essere umano, lo dimostrano le antiche teorie filosofiche e letterarie. Lo hanno rappresentato gli artisti e descritto i poeti, ma il sunto, l’apogeo dell’immortalità è propria degli innamorati.

 

Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama. (W. Shakespeare)

 

L’uomo ha necessità di credere di poter vivere per sempre, la sua smania di infinito è costante, prefissa negli obiettivi da raggiungere, nel desiderio di lasciare un’impronta tangibile della sua presenza in vita, di essere ricordato. La speranza dell’uomo: l’eternità.

Per i credenti la morte assume un significato di rinascita, l’abbandono delle sofferenze terrene, per “tornare a vivere e godere della grazia di Dio”. Questo è un pensiero realista del cristiano consapevole che con la morte termina l’illusione terrena dell’uomo.

 

La grande verità della fede cristiana è che, per la fede in Cristo, l’uomo può con certezza vincere l’ultimo nemico, la morte.

 

Una visione decisamente “romantica” di ciò che potrebbe essere il “dopo” la vita, forse per molti versi, persino la più auspicabile.

Tornare alla vita dopo la vita, in uno spazio e tempo che nessuno può e potrà mai conoscere prima, nonostante in molti dichiarino di aver vissuto, seppure in un brevissimo lasso di tempo, l’out-of-body experience (esperienza extracorporea), una inspiegabile esperienza irreplicabile volontariamente: l’essere in bilico tra la vita e la morte. Coloro i quali hanno vissuto una esperienza premorte, il più delle volte, hanno in seguito un approccio differente con la morte, che viene vista come il passaggio ad una dimensione perfetta.

 

E dunque c’è vita dopo la morte?

 

Indubbiamente è una questione che appassiona l’essere umano sin dalla nascita. Avere una risposta concreta farebbe la differenza, ma, nessuno fin ora è in grado di dimostrarlo, neppure la scienza, o forse sì?

Come sostiene il professor Richard Wiseman, dell’Università di Hertfordshire,

solo la fede e la personale filosofia di ognuno di noi possono dare una risposta ad un quesito annoso, che però non può essere risolto con metodi empirici.