LA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITÀ

L'OPINIONE. «Vorrei provare a spiegare con dei numeri precisi il processo di privatizzazione del sistema sanitario.»

LA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITÀ

Partiamo da un trattato di libero scambio sui servizi, il TTIP (Transatlantic Trade and Investiment Partnership). Questi trattati vengono fatti nelle segrete stanze tra giganti della finanza e del commercio e burocrati dell'UE e degli USA per poi portarli ad un'approvazione dei parlamenti come pacchetto unico.

Questo trattato prevede che dalla privatizzazione dei sistemi sanitari pubblici a livello mondiale, si possa sviluppare un giro di affari di 6000 miliardi di dollari.

Questo significa che il bene salute deve essere una merce su cui lucrare. ecco perché, progressivamente stiamo assistendo ad uno smantellamento, in tutte le nazioni europee, dei sistemi sanitari pubblici per favorire la privatizzazione.

In Italia si utilizza per fare questo il privato convenzionato.

E' questa una istituzione fatta inserire nella legge 833 del 1978 dai liberali. In pratica è previsto che i privati possano accedere al fondo sanitario nazionale previa particolari convenzioni. Poiché con questo fondo si devono finanziare tutte le istituzioni pubbliche, più fondi vanno ai privati convenzionati e meno risorse ci saranno per le strutture pubbliche. Ed allora diamo un pò di numeri per comprendere come procede il processo di privatizzazione.

l’assistenza ospedaliera ha 516 strutture pubbliche e 488

strutture private accreditate, 3527 strutture

ambulatoriali specialistiche pubbliche e ben 5276

private convenzionate, 1318 di assistenza

territoriale residenziale pubbliche a fronte di 6540

strutture private convenzionate, 251 strutture di

assistenza riabilitativa pubbliche e 900 strutture private accreditate.

Questi numeri, spero, possano chiarire il meccanismo che sta stritolando il nostro servizio sanitario.

Il messaggio che cercano di far passare è che pubblico o privato convenzionato sono la stessa cosa in quanto il servizio non viene pagato in maniera diretta dai cittadini. Tuttavia non è così. Ogni privato ha come fine il profitto e, quindi, spingerà sempre, anche con meccanismi di processi indotti tramite i mezzi di comunicazione, verso scelte che siano per lei più remunerative e che non devono per forza rispondere ai reali bisogni della popolazione.

La punta dell'iceberg si è avuto in una clinica dove ponevano diagnosi non vere per fare grossi interventi chirurgici altamente remunerativi.

Gran parte del sistema dell'informazione e dei controlli è soggetta a questa logica di interessi.

Allora, sottoporre il diritto alla salute ad un'ottica di profitto, può creare disfunzioni notevoli. L'intera filiera sanitaria genera un prodotto interno lordo dell'11% e solo il 6,4% è spesa pubblica utilizzata anche dal privato convenzionato.

Più aumenta il privato convenzionato, più si defunzionalizza il pubblico e più aumenta la spesa privata in sanità. Tutto ciò avviene per una sudditanza della politica ad interessi finanziari.

Se qualche formazione politica dice di voler ripristinare la funzionalità del sistema sanitario deve affrontare realmente il rapporto pubblico privato ed in particolare privato convenzionato. Se non lo fà allora sono solo chiacchiere per imbrogliare gli elettori.

Lucio Pastore

 

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