LA SENTENZA: I COLLABORATORI/10

“TRATTATIVA” STATO-MAFIA/14^ parte. Continua il nostro viaggio per “svelare” la Sentenza di Primo grado, dove i magistrati hanno dimostrato il patto scellerato tra pezzi dello Stato e Cosa nostra. Stefano LO VERSO (“cosa nostra”)parla delle coperture istituzionali. «…il Provenzano lo aveva tranquillizzato dicendogli che era abbastanza protetto da alti funzionari dell'Arma dei Carabinieri e che non lo cercava nessuno, facendo riferimento anche ad impegni presi dall'Ing. Aiello e da Cuffaro, di cui Nicola Mandalà era a conoscenza ("E cominciai ad avere paura… Ma lui tranquillamente mi disse, mi tranquillizzò dicendo: non ti preoccupare, stai tranquillo perché tanto a me non mi cerca nessuno, io sono abbastanza protetto, io sono protetto dai politici, io sono protetto da alti funzionari dell'Arma».

LA SENTENZA: I COLLABORATORI/10
Bernardo Provenzano, dopo l'arresto (reuters)

LO VERSO STEFANO

È stato esaminato all'udienza del 10 aprile 2014.

L'attendibilità intrinseca del Lo Verso è stata oggetto di particolare contestazione (soprattutto da parte delle difese degli imputati Subranni, Mori e De Donno) e, pertanto, per una più completa valutazione della stessa è opportuno riportare, sia pure in sintesi, già in questa scheda, il complesso delle dichiarazioni rese dallo stesso nel presente dibattimento a prescindere dagli approfondimenti che saranno fatti successivamente su singoli passi delle medesime dichiarazioni.

Ebbene, esaminato, come detto, all'udienza del 10 aprile 2014 nella qualità di imputato in procedimento connesso, Stefano Lo Verso ha riferito:

- di avere iniziato ad intrattenere rapporti con esponenti della "famiglia" mafiosa di Ficarazzi nel 1992 ("I primi rapporti io li ho iniziati nel 1992… lo ho iniziato i rapporti con il capo della famiglia mafiosa di Ficarazzi nel 1992, questi rapporti furono dovuti in occasione che già verso settembre - ottobre del 1991 io mi ero rivolto a un Consigliere Comunale di Ficarazzi, mafioso, che faceva parte della famiglia mafiosa di Ficarazzi e faceva il Consigliere Comunale... Professor Gesualdo Clemente, che dovevo realizzare un immobile abusivo, che è la casa dove tutt'ora io abito. E questo Consigliere mi disse, dice: se tu non vuoi essere denunciato, ti devi rivolgere all'impresa di Giuseppe... Giovan Battista Comparetto, detto Peppuccio, che lui è in società con mio cugino, ragioniere Giovanni Mezzatesta. Però il Mezzatesta era un socio occulto. Dopo che, diciamo che abbiamo stipulato questo compromesso, diciamo, di affiliazione dei lavori al Comparetto, abbiamo fatto una stipula di un contratto, il Comparetto mi disse, dice: tu questo lavoro lo devi pagare in più perché i soldi devono andare alla famiglia mafiosa anche di Ficarazzi, dice, e tu non sarai mai denunciato, sarai coperto. In effetti io sono stato coperto, perché il Mezzatesta mi ha protetto a livello politico, perché addirittura un Assessore Comunale ai Lavori Pubblici, Stefano Martorana allora, che era venuto per farmi interrompere di eseguire i lavori, fu minacciato poi dal Mezzatesta e si è dovuto dimettere. E poi, successivamente, c'è stata anche una visita da parte del Comando dei Carabinieri, della Stazione dei Carabinieri di Ficarazzi, del Maresciallo di allora, nel 1991 - 92, così, inizi, e il Mezzatesta, tramite un politico amico suo, fece di tutto per annullare il verbale che avevano già fatto, mi avevano già fatto");

- che all'epoca il rappresentante della predetta "famiglia" mafiosa era Giovanni Mezzatesta ("Ragioniere Giovanni Mezzatesta");

- di essere stato arrestato per la prima volta, con l'accusa di partecipazione all'associazione mafiosa, il 31 gennaio 2005 ("Io per la prima volta sono stato arrestato il 31 gennaio del 2005... Nell'operazione Grande Mandamento... Io sono stato processato con l'accusa di reato 416 bis") e di essere stato detenuto dalla predetta data sino al 9 maggio 2009 e poi ancora dal 1 dicembre 2009 all'aprile 2010 ("lo sono stato arrestato il 31 gennaio del 2005, sono stato scarcerato nel mese di... Se non prendo errore, il 9 maggio del 2009. Successivamente sono stato di nuovo riarrestato il 1 dicembre del 2009 e sono stato scarcerato i primi di aprile, non ricordo se è 4 o 5 aprile, del 2010... Sì, io ho scontato tutta la pena e come infatti neanche ho fatto la Cassazione per chiedere la scarcerazione anticipata, perché già avevo fatto più detenzione del previsto");

- che nel 1992 aveva iniziato a fare da accompagnatore del Mezzatesta, così incontrando e conoscendo molti appartenenti all'associazione mafiosa anche di altre ''famiglie" dei dintorni e di Palermo ("Allora, nel 1992, dopo che il Comparetto mi presentò il Mezzatesta, perché io ero convinto che come mi aveva risolto il problema della denuncia questo signore, mi avrebbe, a parer mio mi avrebbe sistemato facendomi trovare un lavoro stabile all'interno del Comune, convincimento mio che... E mi sono avvicinato a questa persona, in un primo momento io ci facevo da accompagnatore. Il mio compito era di accompagnarlo in vari posti e ad appuntamenti. Poi, successivamente, una volta che io sono venuto a conoscenza di tutti gli uomini d'onore delle varie famiglie mafiose che c'erano nei dintorni di Ficarazzi, come Bagheria, Villabate, Brancaccio, Santa Maria di Gesù, anche di Palermo"), con la conseguenza che, a quel punto, non si era più potuto tirare indietro ed aveva iniziato ad eseguire anche attività delittuose su ordine del Mezzatesta medesimo (“[…]. Gli ordini che lui ci dava era sempre di fare attentati intimidatori, attentati incendiari, ci dava degli ordini di richiedere le tangenti in paese perché tutti quelli che venivano in paese ad eseguire dei lavori sia pubblici che privati si dovevano mettere apposto. E per la messa apposto ci pensavo io e Giovanni Trapani. Che poi alcune volte i soldi li riscuoteva direttamente il Trapani e li consegnava a Mezzatesta, altre volte direttamente li riscuotevano ... Gli imprenditori andavano da Mezzatesta oppure qualche volta, tramite altre famiglie che so, di Bagheria…;

- che progressivamente Mezzatesta aveva iniziato a presentarlo ad altri associati mafiosi come persona di sua fiducia e, quindi, talvolta, ad inviarlo da solo per incontrare i soggetti medesimi ("…inizialmente diciamo che io facevo solo da accompagnare, poi lui mi presentava dicendo: questa è una persona di mia fiducia e poi piano piano ci andavo io... Alcune volte ci andavo anche da solo da queste persone. Poi anche di argomenti io ne so abbastanza, perché alcuni argomenti, sia... Poi, piano piano, una volta che mi conoscevano, affrontavano argomenti mafiosi alla mia presenza, sia il Lo Jacono di Bagheria, sia Masino Cannella della Calcestruzzo.... Già diciamo che a partire dal 93 io già ero a conoscenza del ruolo che avevano queste persone nei vari paesi e anche loro si fidavano di me perché io ero sempre con il ragioniere Mezzatesta") e ciò sino al 1999 quando, invece, era insorti contrasti con lo stesso Mezzatesta ("Il rapporto è durato fino nell'autunno del 1999, poi successivamente sono nati dei contrasti per questioni diciamo di interesse societario che avevo io con suo figlio e io tra il 99, il 2000, il 2001 ho commesso alcuni atti incendiari danneggiando il Mezzatesta, gli ho bruciato tutte le case di campagna perché in quel momento io ho fatto delle cose che giustamente... Ero molto arrabbiato nei suoi confronti perché lui in continuazione cercava di fregarmi i soldi dicendo che li doveva portare alla famiglia mafiosa di Villabate e addirittura una volta mi aveva fatto pagare pure 30 milioni di pizzo a me su un immobile che avevamo realizzato in società, invece quei soldi andarono a finire nelle sue tasche, non è vero che lui li portava a Villabate. Quindi io ho voluto fare sentire anche a Mezzatesta una sofferenza, quella che lui aveva fatto sentire a sentire a tutti i ficarazzesi e noi inconsapevolmente dovevamo eseguire degli ordini e devo dire che siamo stati noi gli autori di tutti i danneggiamenti di Ficarazzi. E quando dico noi, mi riferisco a Giovanni Trapani, io e Giovanni Trapani. Quindi non ho potuto fare altro che poi, alla fine del 99, di fare questa cosa anche per staccarmi dal Mezzatesta, non volevo più fare parte di quell'ambiente… il Mezzatesta quando io gli ho incendiato le case nel 2000, mi fece chiamare da Pietro Lo lacono a Bagheria e Pietro Lo lacono mi disse allora di smetterla perché lui aveva dietro di sé aveva cinque mila uomini e invece io ho continuato sempre ad avere contrasti con il Mezzatesta. Il Mezzatesta sempre mi fa richiamare a Palermo da Pietro Tagliavia e allora dissi a Pietro Tagliavia... Perché Pietro Tagliavia mi voleva fare riappacificare con il Mezzatesta, ma un mio paesano mi disse: non fare pace con nessuno. Un mio paesano, mi riferisco ad Enzina Belvedere che era stato... Faceva parte della famiglia mafiosa di Ficarazzi. Dice non fare pace con nessuno, perché appena fai pace ti uccidono. E sono rimasto distante dal Mezzatesta e il Mezzatesta nel 2001 ha ordinato a delle persone di venirci a sparare dietro la porta, sia a me che a Giovanni Trapani, solo che da me non ci sono riusciti, da Giovanni Trapani, quando gli spararono dietro la porta, stavano colpendo... Che Giovanni saliva con la bambina in braccio, sua figlia, stavano colpendo involontariamente sia Giovanni che la bambina. Successivamente a questo evento del 2001, il Mezzatesta, visto che io continuavo sempre a bruciargli le case, anche nel 2001, d'accordo con Pietro Lo Jacono e d'accordo con Masino Cannella e la famiglia mafiosa di Villabate, Picciurro e Pitarresi, hanno dato ordine a Nicola Mandalà di uccidermi. E della mia eliminazione se ne doveva occupare Nicola Mandalà e Michele Rubino... dopo, quando io mi sono alleato con Nicola Mandalà, Nicola Mandalà mi raccontò tutte le pressioni che faceva il Mezzatesta alla Calcestruzzi e poi la conferma l'ho avuta anche durante la detenzione da Giovanni La Mantia, che era un mafioso che apparteneva alla famiglia mafiosa di Roccella");

- di avere intrattenuto rapporti anche con la "famiglia" mafiosa di Bagheria e, specificamente, con Lo Iacono e Monreale ("lo a Pietro Lo lacono l'ho conosciuto già con il Mezzatesta nel mille... Lo conoscevo da vecchia data come imprenditore di agrumi lui e io come operaio lo conoscevo. Ma che lui facesse parte della famiglia mafiosa di Bagheria io non lo sapevo. Poi, nel 93, quando io... 92 - 93, quando io cominciai a frequentare il magazzino di limoni del Lo Iacono, sono venuto a conoscenza che Lo Jacono era il capo della famiglia mafiosa di Bagheria. E il Monreale l'ho conosciuto in occasione, sempre prima del 2002, in occasione che... Non mi ricordo se fu verso il 94 - 95, dentro un magazzino di limoni di un mafioso di Bagheria, Cosimo D'Amico, il Monreale ci portò una pistola, una calibro 38, e questa pistola gliela ha venduta Giovanni Mezzatesta, che era la pistola che poi io successivamente, nel 2004, avevo dato ad Onofrio Monreale");

- che nello stesso magazzino del D'Amico aveva incontrato, per la prima volta, Bernardo Provenzano, senza, però, sapere allora chi fosse, anche perché in quel periodo sia Mezzatesta che Lo lacono gli dicevano che Provenzano era morto ("...in questo magazzino io più volte ho accompagnato il Mezzatesta e dove all'interno di quel magazzino io ho visto anche la figura di Bernardo Provenzano, oltre a Pietro Lo lacono, perché facevano le riunioni in quel magazzino.... L'ho ricollegato io nel 2004, quando sono venuto a conoscenza che Bernardo Provenzano fosse vivo, perché il Mezzatesta e il Pietro Lo lacono mi dicevano sempre che Bernardo Provenzano era morto. Addirittura una volta, quando ci fu la morte del piccolo Giuseppe Di Matteo, mi ricordo che il Lo Iacono, nel commentare con il Mezzatesta, disse: come vedi, dice, quello che conosci tu non ha potuto fare nulla... io mi sto riferendo al… fattore del Provenzano, del Provenzano, che loro dicevano che il Provenzano era morto, però non lo citavano mai. Però che c'era una conoscenza tra di loro, che loro erano a conoscenza che Provenzano fosse vivo, perché il Lo Iacono disse allora a Mezzatesta, quando il Mezzatesta disse hanno ucciso il bambino, dice, non si è potuto fare nulla, abbiamo fatto di tutto per salvarlo, dice, pure quello che conosci tu, che sai tu, dice, non ho potuto fare niente… anche il Mezzatesta sempre mi diceva: ma quello, quando camminavamo in macchina, certe volte con la radio accesa, cioè, e sentivamo che c'erano delle notizie su queste vicende di mafia e si parlava di Provenzano, diceva: ma chissà dove è, quello chissà quanti anni ha che è morto… Siamo nel periodo sempre... intorno al 1995");

-che dopo l'arresto, nel 2002, di Mezzatesta, egli si era avvicinato ad Andrea Cottone, divenuto "reggente" di Ficarazzi ("[...]);

-che allora egli si era avvicinato a Francesco Pastoia e Nicola Mandalà ("[…]Ma diciamo che dopo Provenzano, quello che comandava e dava gli ordini era Ciccio Pastoia... […]");

- che dal mese di gennaio 2003 aveva, quindi, iniziato ad accompagnare in alcuni spostamenti Bernardo Provenzano ("Gennaio, fine gennaio - inizi di febbraio del 2003, quando... La prima volta che l'ho accompagnato ad un appuntamento in un casolare accanto alla Palermo - Agrigento, accanto Villa Fabiana, a Portella di Mare per intenderci... Me la porta Onofrio Monreale, Bartolone Carmelo e un altro soggetto che io in quel momento non ho identificato chi fosse. Me la portano in una zona di campagna dove che io dovevo spostare il Provenzano di qualche chilometro. Tutto era per non fare notare ai signori di Villabate, al gruppo di Villabate, chi direttamente portava Provenzano in quella riunione. Lo spostamento è avvenuto solo di un chilometro") in quel momento però indicatogli come un amico del suocero del Monreale che egli aveva già visto sia nel magazzino del D'Amico, sia, nel 1995, a casa del Mezzatesta ("... me lo presentano loro come amico di mio suocero, non mi dicono che è Provenzano. Ma io come figura quel signore già l'avevo visto altre volte nel magazzino di Cosimo D'Amico, lo avevo visto dentro la villa di Giovanni Mezzatesta nel 1995… Ma l'ho visto un paio di volte da Cosimo... D'Amico, poi una volta l'ho visto da Mezzatesta, che poi oltre che io l'ho visto da Mezzatesta… Da Mezzatesta l'ho visto solo una volta, ma non è che era... in occasione di riunioni, era perché il Mezzatesta lo teneva dentro la villa, che è scambio di pizzini con il Mezzatesta"), come successivamente ebbe a confermargli lo stesso Provenzano ("... il Provenzano stesso mi confermò, dice: io sono stato ospitato anche a Ficarazzi dal ragioniere di Giovanni Mezzatesta nella sua villa .... ");

-che in quel periodo era stato coinvolto sia nello smistamento di "pizzini" ("Si, io sono stato coinvolto subito nello smistamento dei pizzini, perché subito, anche prima di conoscere Provenzano, dopo che ci fu l'appuntamento alla masseria, subito dopo poi cominciarono loro, quelli di Villabate, a portarmi al deposito dei pizzini che dovevo fare avere a Bagheria ad Onofrio Monreale. Ma io pensavo che fossero sempre delle comunicazioni tra il Pastoia e il Onofrio Monreale, per non incontrarsi, perché entrambi erano sorvegliati speciali"), sia negli spostamenti del Provenzano in occasione di riunioni (“... tantissime volte, perché le riunioni erano... Mediamente se ne facevano alcune volte due al mese, altre volte magari una volta al mese, ma le riunioni erano in continuazione. Tutti gli spostamenti, almeno poi non lo so se loro facevano altri spostamenti, ma la maggior parte degli spostamenti ero io che lo spostavo. Anche su Bagheria stesso, io mi trovavo... Mi facevano trovare sempre in un determinato posto, e gli ultimi duecento metri lo spostavo io per arrivare nella casa dove c'era l'appuntamento. L'ho spostato anche per quando lui è partito per andare in Francia, quando lui è andato a Corleone");

- che nel gennaio 2004 aveva anche ospitato Provenzano in una villa di proprietà della suocera di cui aveva la disponibilità ("lo a Provenzano l'ho ospitato nel gennaio del 2004, nella villa di mia suocera sul lungomare di Ficarazzi.... Onofrio Monreale... Mi disse, dice, siccome c'è questo amico di mio suocero, siccome, dice, Peppino ha degli impegni, però questo Peppino non so a chi si riferisse lui, a Peppino Di Fiore, se lo puoi ospitare per due giorni, dice, pure a casa tua, sennò al villino, dove è che tu ritieni meglio, lo fai stare là, tanto non dà fastidio, non dà disturbo. E io ho ospitato a Provenzano in quella casa di mia suocera...  Sul lungomare di Ficarazzi, nelle vicende dell'Hotel Martinica, con precisione… Monreale mi dice che è un amico di mio suocero e io l'ho ospitato perché anche in passato, quando io avevo accompagnato il Provenzano per andare in Francia, lui mi disse, dice: dobbiamo accompagnare all'amico di mio suocero che se ne deve andare a prendere un po' di sole, si sta un po' con la sua famiglia. Siccome il suocero era ad Acque Dolci, nella zona del messinese, io ho collegato, dissi, sicuramente questo sarà qualche latitante della zona del messinese");

- che il Provenzano si era poi trattenuto in quella villa quasi fino alla fine di gennaio 2004 ("Fino quasi alla fine del mese di gennaio, per un tre settimane, così, tre settimane e qualcosa") ed in tale occasione, anche per la frequentazione giornaliera, aveva, infine, appreso che si trattava di Provenzano ("…io ci andavo, giustamente ci portavo il mangiare e poi, dopo che sono venuto a conoscenza di chi era... Fu subito, dopo un paio di giorni, perché fu in occasione che lui siccome si doveva riempire delle bottigliette di acqua benedetta, mi disse accompagnami qua in chiesa e siamo andati in chiesa, nella chiesa madre di Ficarazzi, Chiesa Sant'Anastasio, dove poi all'uscita di quella chiesa lui ha intravisto una persona che era di fronte Piazza Padre Pio e mi disse, dice: ma questo soggetto, dice, è Mezzatesta? Mezzatesta, però Mezzatesta Andrea. E ho detto sì. Dice: questo è sposato con una mia paesana. E io dissi va bè. Ma la mia curiosità è che mi portò al punto di andarmi ad informare chi fosse questa sua paesana. Siccome nella zona ci abitano parenti di mio fratello, io mi sono informato con il suocero e mi ha detto, dice: no, Andrea Mezzatesta, dice, è sposato con Maria, che è di Corleone. A quel punto io poi, quando torno da Provenzano, gli dico: ma scusi, lei è di Corleone? Ma allora lei è... E lui mi interrompe e mi dice: sì, perché, non lo sapevi? Ho detto: no");

-che, a fronte della sua preoccupazione, il Provenzano lo aveva immediatamente tranquillizzato dicendogli che era abbastanza protetto da alti funzionari dell'Arma dei Carabinieri e che non lo cercava nessuno, facendo riferimento anche ad impegni presi dall'Ing. Aiello e da Cuffaro, di cui Nicola Mandalà era a conoscenza ("E cominciai ad avere paura, giustamente tenevo a casa una bomba così senza che io sapessi che cosa è che avevo. Ma lui tranquillamente mi disse, mi tranquillizzò dicendo: non ti preoccupare, stai tranquillo perché tanto a me non mi cerca nessuno, io sono abbastanza protetto, io sono protetto dai politici, io sono protetto da alti funzionari dell'Arma. E allora a quel punto io gli dico, una volta che lui mi fa questa affermazione dico in maniera... Dico: ma scusi, come, dai Carabinieri? Dice: no, non ti preoccupare, tanto, dice, meglio avere, dice, uno sbirro amico che un amico sbirro. Mi fa questa definizione. E poi dice: anche se hanno arrestato l'ingegnere, c'è Totò Cuffaro che deve mantenere gli accordi, e Nicola Mandalà lo sa. Queste sono state le parole per tranquillizzarmi, che io in quel momento ho detto a casa c'ho Provenzano, ricercato in tutto il mondo… “].

Continua domani (collaboratore Stefano LO VERSO)

 Per approfondimenti:

PRIMA PARTE, giovedì 21 maggio 2020Il Patto Sporco: la sentenza dimenticata

SECONDA PARTE, domenica 24 maggio 2020Stato-mafia: la sentenza

TERZA PARTE, lunedì 25 maggio 2020Le tappe della Sentenza dimenticata

QUARTA PARTE, martedì 26 maggio 2020, La Sentenza: i Corleonesi

QUINTA PARTE, giovedì 28 maggio 2020, La Sentenza: i Collaboratori/1

SESTA PARTE, sabato 30 maggio 2020, La Sentenza: i Collaboratori/2

SETTIMA PARTE, domenica 31 maggioLa Sentenza: i Collaboratori/3

OTTAVA PARTE, martedì 2 giugno 2020La Sentenza: i Collaboratori/4

NONA PARTE, sabato 6 giugno 2020, La Sentenza: i Collaboratori/5   

DECIMA PARTE, mercoledì 10 giugno 2020La Sentenza: i Collaboratori/6

UNDICESIMA PARTE, venerdì 3 luglio 2020La Sentenza: i Collaboratori/7

DODICESIMA PARTE, sabato 4 luglio 2020La Sentenza: i Collaboratori/8

TREDICESIMA PARTE, domenica 5 luglio 2020, La Sentenza: i Collaboratori/9