L'imperativo categorico
L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «Occorre recuperare una "visione" complessiva, che ridefinisca i contorni di un mondo più pacifico, più giusto, più umano».
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Credo che mai come oggi vi sia bisogno di un mutamento radicale, che coinvolga il mondo della politica, dell'economia, della cultura.
Occorre recuperare una "visione" complessiva, che ridefinisca i contorni di un mondo più pacifico, più giusto, più umano.
Una prospettiva generale, un orientamento di fondo che valga per il presente e per il futuro.
Una visione razionale e argomentata di un ordine mondiale migliore, che individui strategie e tattiche per realizzarlo.
Un progetto solido, che parta dalla realtà attuale e al contempo la trascenda in vista di un
reale cambiamento.
Ciò sarà possibile mediante un nuovo umanesimo che affermi alcuni principi da tempo abbandonati.
- Una cultura della non violenza e del rispetto di ogni forma di vita.
- Una cultura della solidarietà e di un giusto ordine economico.
- Una cultura della inclusione e della tolleranza.
- Una cultura della parità dei diritti per tutti gli esseri umani.
- Una cultura della legalità.
- Una cultura della verità.
Tutti, nessuno escluso e ciascuno per la propria parte, ha il dovere morale di contribuire a tale progetto.
Questo, per dirla con Kant, è un "imperativo categorico".
Non ci si può tirare fuori, ritenendo che la responsabilità sia sempre degli altri.
L' ignavia e la esclusiva cura del proprio "particulare" sono colpe imperdonabili.