Luana Ilardo: «Sono disposta a perdonare gli assassini, ma devono assumersi le loro responsabilità»

DIAMO VOCE. Luigi Ilardo è stato ammazzato da questo Stato, la figlia Luana in questi anni si sta battendo per la verità, la giustizia e la dignità della memoria vera. «La mafia ha fatto la mafia, lo Stato non ha fatto lo Stato», «Lo Stato ha ucciso mio padre», «Mio padre è l’ennesimo omicidio con dei mandanti istituzionali». Queste alcune delle denunce di Luana Ilardo pubblicate nei mesi scorsi sul nostro giornale. La sua lotta è una lotta anche nostra, nei mesi scorsi, adesso e in futuro.

Trame e intrighi, depistaggi e zone d’ombra. È il filo nero (e rosso sangue) che unisce tutta la storia repubblicana italiana. Vicende in cui pezzi dello Stato hanno incontrato mafie, eversione, massoneria e ogni potere sporco. Scendendoci a patti fino a saldarsi insieme. Il Paese delle verità di comodo in cui si tacciono, si considerano proibite ed indicibili le verità vere e reali. Albert Einstein disse che ci sono cose impossibili da realizzarsi finché arriva qualcuno che non lo sa e le realizza. Nell’Italia delle trame e dei depistaggi ci sono Persone che lo sanno e s’impegnano perché quel che viene considerato indicibile e proibito avvenga.

Luigi Ilardo è stato ammazzato da questo Stato, la figlia Luana in questi anni si sta battendo per la verità, la giustizia e la dignità della memoria vera. «La mafia ha fatto la mafia, lo Stato non ha fatto lo Stato», «Lo Stato ha ucciso mio padre», «Mio padre è l’ennesimo omicidio con dei mandanti istituzionali». Queste alcune delle denunce di Luana Ilardo pubblicate nei mesi scorsi sul nostro giornale. La sua lotta è una lotta anche nostra, nei mesi scorsi, adesso e in futuro. Qualche ora prima di essere assassinato, nell’ultima intervista, Pier Paolo Pasolini disse che battendo sempre sullo stesso chiodo anche una casa crolla. Quel chiodo andrà sempre battuto fin quando non crollerà definitivamente la casa dei depistaggi, delle verità di comodo e delle trattative Stato-mafia. Quella trattativa ormai più che certa, grazie ad inchieste e sentenze, anche se oscenamente c’è chi continua a sparlare e scrivere di presunto. Non c’è nulla di presunto e c’è tutto di acclarato e accertato. Carta canta come nella vicenda, che alle trattative e al Paese orrendamente sporco citando ancora Pasolini, dell’omicidio di Luigi Ilardo. Vittima dello Stato e della mafia che, ancora oggi, non viene mai menzionato come vittima di mafia. Nonostante esista ormai anche una sentenza di Cassazione e la verità indicibile e proibita è stata ampiamente detta, i veli delle menzogne di regime e dei depistaggi di Stato, mafia, massoneria e poteri marci ampiamente squarciati.

Una sentenza, quella dell’ottobre scorso e le cui motivazioni sono state recentemente depositate, su cui avvoltoi, tromboni e trombette che ancora oggi negano – in maniera spesso strumentale e interessata – le trattative Stato-mafia e il loro incontro e saldatura. Luana Ilardo in quest’intervista ribadisce la verità vera, denunce e riflessioni a cuore aperto, senza remore, con coraggio, con la forza di cuore, mente e anima. Siamo partiti dall’intervista al colonnello Riccio, il cui cammino mentre si cercava di arrestare Provenzano e infedeli uomini dello Stato manovravano perché l’arresto non avvenisse, fino alla sentenza di Cassazione. A questa sentenza è legata, ennesima dimostrazione di quanto certe verità sono considerate indicibili in questo Paese senza memoria e troppo spesso senza giustizia, anche una recente scoperta della stessa Luana Ilardo: la cancellazione dal suo profilo facebook di tantissime pubblicazioni avvenute in quelle settimane. Da parte sua e di tanti che hanno condiviso con lei notizie, articoli, inchieste e approfondimenti.

In quest’intervista Luana Ilardo denuncia, ancora una volta, le responsabilità – che troppi non hanno pagato come lei stessa ha sottolineato alla fine dell’intervista – di chi ha assassinato il padre Luigi, di chi ha tradito ripetutamente lo Stato e la giustizia. E sono stati ricordati veri magistrati, indipendenti e coraggiosi, che la giustizia servono fedelmente ogni giorno e contro le mafie e ogni potere sporco sono impegnati ogni giorno. Magistrati come Di Matteo, Lombardo, Gratteri, Scarpinato. Se Luigi Ilardo avesse incontrato loro, è il pesante interrogativo che Luana Ilardo pone durante l’intervista, le cose sarebbero potute andare diversamente, Provenzano arrestato con lustri di anticipo e Luigi Ilardo non assassinato.    

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VIDEOINTERVISTA realizzata da Paolo De Chiara e Alessio Di Florio

 

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APPROFONDIMENTI:

 

L’intervista al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO.

 

Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»

Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»

Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»

Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»

 

 

LEGGI l'Intervista a Salvatore BORSELLINO

 

PRIMA PARTE. «Borsellino: «gli assassini di mio fratello sono dentro lo Stato»

SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»

TERZA PARTE. Borsellino«L'Agenda Rossa è stata nascosta. E' diventata arma di ricatto» 

   

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L’intervista al pentito siciliano Benito Morsicato

Prima parte: «Cosa nostra non è finita. È ancora forte»

Seconda parte: Il pentito: «Matteo Messina Denaro è un pezzo di merda. Voglio parlare con Di Matteo»