Maria Paola morta in corsa verso la libertà

Così muore Maria Paola Gaglione, poco più che ventenne, a Caivano (NA) in corsa sullo scooter verso la protezione forzata della sua storia d’amore con il compagno trans.

Maria Paola morta in corsa verso la libertà

Oggi ancora si muore così: per aver negata la libertà di essere sé stessi. Continua ad accadere nel nostro paese, un paese che vanta progresso nella ricerca, nella lotta alla criminalità, oggi persino nella lotta e convivenza con il COVID-19, eppure regredisce vertiginosamente verso una cultura che limita sempre più l’essere altro dagli standard di una vecchia cultura ormai di fatto inesistente.

 

Così muore Maria Paola Gaglione, poco più che ventenne, a Caivano (NA) in corsa sullo scooter verso la protezione forzata della sua storia d’amore con il compagno trans.

I dettagli si susseguono nelle testate e sul web, incalza una verità fatta di intransigenza, intolleranza, mancata coscienza. Un inseguimento da film in cui un fratello assatanato di una giustizia ancestrale insegue una sorella esasperata in corsa verso una libertà che le viene negata: quella di essere se stessa. Lo sconcerto arriva quando si apprende che a furia di speronare lo scooter, quest’ultimo perde aderenza e finisce la sua corsa fuori strada dopo l’ennesimo calcio da parte di Michele Antonio - questo fratello di fatto un assassino - il quale non contento si dirige immediatamente verso il suo obiettivo: Ciro, il compagno della sorella, secondo lui “infetto” perché trans, continuando a colpirlo senza comprendere che, nel frattempo, la sorella è appena morta sul colpo battendo la testa su un tubo per l’irrigazione. Uno sconcerto non solo familiare e di quartiere, ma della collettività.

 

Un evento raccapricciante che ci fa prendere ulteriormente coscienza delle numerose e spinose problematiche di una società sempre più malata che s’intersecano, si accavallano mischiando antichi rituali a moderne esternazioni di un’intolleranza senza precedenti.

 

Nel mondo dell’informazione in tempo reale che narra tutto ed il contrario di tutto, in cui il potente mezzo del web consente di essere altro da se stessi ben mascherati dietro una tastiera ed una webcam, accade ancora che le persone reali – in particolare le donne – muoiano per mancata libertà.

Ciò che è accaduto a Maria Paola, a pochi giorni da ciò che è accaduto al povero Willy, purtroppo ci danno il senso della dismisura di una dilagante perdita di identità sociale che si lascia sopraffare da comportamenti violenti, aggressivi e prepotenti tali da poter risultare comunque vincenti.

Perché? Molto probabilmente perché non puniti adeguatamente.  

 

Nonostante le centinaia di battaglie fatte per l’uguaglianza, l’autonomia, l’indipendenza, la parità, siamo ancora tutti qui, impauriti da uomini assassini, branchi di giovani sbandati, mariti frustrati, ex partner affamati di vendetta con alla base un grande desiderio di voler sopraffare il più debole, il diverso. Perché?

La risposta non la troviamo più solo in una cultura che manca di progressione necessitando sicuramente d’interventi di sensibilizzazione e prevenzione, ma anche e soprattutto nella mancanza di leggi e pene adeguate.

 

Ora più che mai urgono provvedimenti per ogni categoria e declinazione della violenza e dell’intolleranza, che vengano poi applicati senza sconti e senza trascurare le misure cautelative nei confronti di quelle vittime – di qualsiasi genere - che spesso restano ancora in vita ma che sono fantasmi di se stesse perché attanagliate dalla paura o peggio dall’isolamento.

Cristina Salvio