Mens sana in corpore sano

Prendersi cura di se stessi e della propria mente dovrebbe essere un atto totalmente altruistico. Star bene con noi stessi, per star bene con gli altri.

Mens sana in corpore sano
Foto di Shahariar Lenin da Pixabay

L’antico detto di Giovenale non è mai stato così attuale come in questo periodo; l'apparire, in questo tempo, ha una valenza maggiore dell'essere. L'immagine è la prima cosa che si "spende" nel contattare l'altro. La stragrande maggioranza delle persone, tuttavia, intende l'antico motto come un precetto puramente materiale; facciamo ginnastica e seguiamo una dieta con poche calorie.

Possibile che in un epoca in cui la vita umana valeva un pollice in giù o in su, un uomo di lettere incitasse l’uomo ad occuparsi di un aspetto cosi superficiale dell’esistenza?

 

Per quanto si tratti di satira voglio credere che il poeta avesse un senso dell’umanità più sviluppato. E’ il rivolgerci persistentemente alla contemporaneità, visuale tipica dell’uomo moderno, che distorce, come vedremo, la realtà. Oggi il vero significato che il poeta ci lasciava come monito lo riterremmo un argomento che sfocia troppo nella religione. Tuttavia se Giovenale fosse esistito ai nostri tempi si sarebbe ben guardato ad invitare il popolo ad avvicinarsi alla spiritualità come un mezzo per sentirsi in forma, perché nonostante quello che avrebbe voluto dirci, è così che la gente l’avrebbe interpretato.

 

E in questa epoca non c’è niente di più scomodo che dire ad un giovane soprattutto di affidarsi alla religione per prendersi cura della propria anima. Nel 2020 basta aprire un social qualsiasi, rovistare nelle pagine di quei personaggi che chiamiamo "Influencer“, per renderci subito conto di cosa il mercato chiede alla gente: la perfezione. Infiocchettata da abiti alla moda, brand famosi, panorami mozzafiato sullo sfondo di corpi statuari. Schiere di donne e uomini che promuovono il loro concetto di successo che si basa esclusivamente sulla forma fisica, e naturalmente su come il canone di bellezza si associ al lusso.

 

La nostra è una società che fa riferimento ad immagini - idolo, in cui apparendo come o meglio degli altri ci illudiamo di essere meno soli e vincenti. E l’equilibrio dove lo metti? Le persone che hanno raggiunto il successo nella vita, in tutti i campi, sanno gestire il fiume in piena della loro emotività, e liberarla al momento giusto quando sono connessi con la capacità di trovare se stessi e il loro ruolo nel mondo. Queste persone inoltre sono in grado di gestire ogni difficolta che gli si para davanti, mettendo semplicemente in fila le loro priorità con quelle degli altri. Hai capito bene! Prendersi cura di se stessi e della propria mente dovrebbe essere un atto totalmente altruistico.

 

Star bene con noi stessi, per star bene con gli altri. Ora, io sono un architetto. Non so spiegarvi bene in termini psicologici come si riesce ad amarsi e ad amare gli altri di conseguenza. Però posso prendere in prestito dalla mia professione un concetto importante: l’equilibrio, appunto. Nel mio campo è considerato quello che scaturisce da un equazione matematica, o dalla giusta proporzione tra un materiale e l’altro. Ma è la stessa cosa nella vita di tutti i giorni. Quando proviamo a realizzare un progetto che vogliamo abbia successo non cerchiamo di mettere in parallelo il nostro coraggio, la passione nelle cose in cui crediamo con la realtà con cui dobbiamo relazionarci? Se ci muoviamo così siamo persone equilibrate. Persone che sanno che tra un passo e un altro c’è la fatica, il sudore, il sacrificio.

Al contrario, se vogliamo che le nostre previsioni su un progetto a cui stiamo lavorando abbiano tempi brevi, non siamo in equilibrio con noi stessi. Con il mondo esterno. Vogliamo che la nostra vita sia lunga e ricca di emozioni e poi ci affidiamo al breve, ai tempi corti, per vederne realizzate quelle sensazioni. È un illusione che ci fa brillare in pochi secondi ma che inevitabilmente conduce alla più cocente delle delusioni.

 

Spesso la critica che viene mossa da chi nella vita ha avuto successo, e ha realizzato con concretezza i suoi obiettivi è la seguente: “ …i giovani credono che si giunga a certi traguardi dall’oggi al domani, pura illusione”. Come non dargli ragione. La costruzione di un sogno inizia quando il sogno scompare. E dunque, tornando al legame tra la mente e il corpo mi pare evidente che il legante per raggiungere il benessere tra questi due aspetti della nostra natura umana sia l’equilibrio. Non nel senso letterale del termine, sia chiaro, ma come condizione dell’intelletto. Quindi possiamo affermare con certezza che il poeta non intendeva ricondurre l’uomo al suo aspetto puramente materiale. Che la perfezione sia un fatto interiore lo sapeva anche lui secoli prima di noi. E dunque sbagliamo quando ci chiediamo se siamo perfetti esponendoci agli sguardi degli altri senza chiederci quale è l’immagine di noi che stiamo contribuendo a creare. Se questo è il nostro obiettivo è possibile che non siamo in equilibrio, che la nostra mente e il nostro corpo non siano in sintonia.

 

Sul palcoscenico della vita tutti interpretano una parte, ma un volta usciti di scena cosa rimane dentro di sé? Quando desideriamo una storia d’amore, quando incontriamo qualcuno che ci fa venire i brividi sulla schiena, le farfalle volteggiano libere nello stomaco, e iniziamo a progettare in un nano secondo gli eventi che vorremmo accadessero con la persona che fino a quel momento abbiamo idealizzato. Perché spesso non è con la mente che amiamo, ma con il corpo. Se andassero a braccetto la prima cosa che ci verrebbe in mente di fare e sterminare subito le farfalle ingurgitando bel te’ bollente e andarci cauti.

 

Ritornando alla frase di Giovenale concluderei dicendo quanto segue: prenderci cura

di noi e della nostra mente in modo equilibrato ci conduce alla reale misura di cosa sia veramente la perfezione, che non passa attraverso un corpo statuario, ma attraverso quanto siamo in grado di gestire le emozioni e a non trasformarle in negatività, ma in una risorsa.

 

La via della guarigione e dell'equilibrio parte proprio dall'amare se stessi prima degli altri, e questo permette di avere maggiore consapevolezza di sé, dei propri bisogni e dei propri desideri. E se il Buddha diceva che si diventa qualsiasi cosa che si pensa, il pensiero e quindi la mente determina non solo le nostre azioni ma anche il nostro corpo; abbandoniamo l'idea di esseri limitati ed abbracceremo l'infinito.

Ginevra Spurio Schiavoni