Temo che ci stiamo abituando

L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «Cresce un sentimento di odio che impedisce la serena analisi di una realtà complessa. Nessuna guerra è giusta, ed è sbagliato ridurre la questione all'elenco dei buoni e dei cattivi.»

Temo che ci stiamo abituando

Da quattro mesi l'inferno della guerra porta morte e distruzione, e le nostre coscienze si sono radicalizzate.
Vi sono un aggressore e un aggredito, e abbiamo scelto di stare con quest'ultimo. Nulla da eccepire, ma ciò ha determinato una militarizzazione crescente, anche nel pensiero e nel linguaggio.

Si è determinato un bipolarismo nel quale conta solo schierarsi e tifare, senza capire.

Cresce un sentimento di odio che impedisce la serena analisi di una realtà complessa. Nessuna guerra è giusta, ed è sbagliato ridurre la questione all'elenco dei buoni e dei cattivi.

Il popolo muore, non solo in Ucraina, ma anche nelle guerre dimenticate in Etiopia, in Yemen, in Siria, in Sud Sudan, e in altri luoghi del pianeta.
La soluzione non è quella di invocare solo armi, armi, armi.

Ciò determina un conflitto permanente e sofferenze senza limite, per tutti. Non mi abituerò mai a vedere cadaveri di uomini, donne e bambini. 
Specie questi ultimi, vittime doppiamente innocenti della follia di quanti governano gli Stati.

La crisi energetica ed alimentare si espande, iniziando a colpire i poveri e gli emarginati, per giungere inevitabilmente a coinvolgere tutti. Sembra che nessuno pensi più alla pace. Il segretario generale della NATO ipotizza che la guerra possa durare anni.
È un gorgo perverso e pericoloso, che può condurre ad un conflitto nucleare.

Dinnanzi alla impotenza dell'ONU, e di quella che, con infelice ossimoro, viene definita "Comunità Internazionale", rimane una sola strada. Costruire un grande movimento mondiale di cittadini, che inondino le piazze e le strade, e che abbiano una sola voce: PACE, PACE, PACE!

L'alternativa è il baratro, e la fine del genere umano.

 

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