Scuola a distanza

Quello che mi manca dei miei ragazzi sono i loro occhi, il loro vociare, il nostro sentirci famiglia e, come in tutte le famiglie, avere scontri, trovare salite da scalare, ma arrivare alla vetta insieme.

Scuola a distanza
Scuola a distanza

Quando siamo tornati a scuola, a settembre, non potevamo immaginare ci fosse stata una interruzione così brusca, così imprevedibile, così dannosa per noi e i nostri alunni. Una prima parte dell’anno, piena, intensa, nella quale anche i nostri arrivati di prima media hanno dato il massimo.

Io ho una prima media che non ricordavo da qualche anno. Ragazzi vivaci, pronti al dialogo, ricettivi, emotivi e simpatici.

Insegnare, infatti, non è solo trasmettere nozioni, quelle i discenti le trovano sui libri, sulle pagine web, quel che conta è il “tramite, quello che rinnova la capacità di relazionarsi agli altri, di abbattere il disagio, di trovare comprensione, conforto.

Quello che mi manca dei miei ragazzi sono i loro occhi, il loro vociare, il nostro sentirci famiglia e, come in tutte le famiglie, avere scontri, trovare salite da scalare, ma arrivare alla vetta insieme. Questo per me, che da trent’anni vivo la scuola come la parte più intensa della mia vita, ricompone le parti più fragili di noi docenti che non possiamo fare a meno del contatto diretto con i nostri alunni..

Veniamo ad oggi nella situazione di grande emergenza in cui viviamo, dove forzatamente tutti sono obbligati a stare in isolamento, come ci siamo organizzati come scuola?

Abbiamo creato classi virtuali nelle quali tutti siamo una foto, una voce, alunni e docenti come  anche video lezioni. Abbiamo adottato una didattica a distanza come tutta l’Italia.

Ogni mattina cominciamo a comunicare con i nostri alunni, con un buongiorno a distanza, poi sempre a distanza creiamo lezioni da loro spendibili a casa, sempre a distanza, diciamo che ci mancano come noi manchiamo a loro. E pensare che prima di questa distanza, tutti credevamo di poter stare a distanza, non parlo dei ragazzi che sono la parte più bella della nostra società, sono il nostro futuro e vanno trattati con cura, con rispetto, con esempi concreti, con la coerenza degli adulti, a volte bugiardi.

Questa parola “distanza" significa tante cose, ma io me la raffiguro sempre come isolamento, rifiuto di accendere la speranza nell’altro, mancanza di empatia, solitudine e tristezza.

I nostri alunni ci cercano anche “a distanza” anche quelli che “la scuola è il mio ultimo pensiero... anche quelli che 'Prof lo farò' e poi non lo facevano mai…”. Non sappiamo quanto durerà tutto questo, ma è certo che nulla sarà come prima, ed anche i super eroi dovranno inchinarsi per ritrovare la loro umiltà e capire che non ci si salva da soli, anche loro che credono di avere poteri sovrannaturali.

Dico ai miei ragazzi ogni giorno… finirà tutto, andrà tutto bene... e intanto ci cerchiamo... a DISTANZA.

Vi lascio con i miei versi:

In un sogno ho respirato il disagio di tutti.
Mi sono salvata accarezzando
la mia spinta solidale verso il mondo.
Qualcuno mi ha sussurrato
Ce la farai, ce la farete.