MOSEM: «Alle 9:42 era già morto!»

MOLISE & SOLDI PUBBLICI. Era già in pieno “rigor mortis”, non c’è stato nulla da fare. «Guardi, intanto ancora grazie per avermi dato voce, avrei tante cose da dire. Dico solo al caro dott. Toma e a suoi colleghi che se volevo tentare la fortuna avrei comprato un gratta e vinci anziché buttar via un giorno di lavoro. La politica è una cosa seria, l’hanno trasformata in un balletto di poltrone a suon di barzellette. La vita del Molise dipende dalla rete di tante piccole aziende come la mia che danno la possibilità a molti di lavorare, di far fronte alle esigenze delle proprie famiglie; dal lavoro di tanti, tantissimi liberi professionisti la cui possibilità di farcela dipende dalla salute delle nostre aziende».

MOSEM: «Alle 9:42 era già morto!»

Tutti ai blocchi di partenza. Ore 9:42 la piattaforma MOSEM.regionemolise.it era già morta. Abbiamo raccolto la testimonianza di Annalisa (chiameremo così per convenzione la nostra
interlocutrice
) una giovane imprenditrice molisana dell’isernino che, come tanti il 12 giugno, ha
tentato di accedere al sito per inoltrare la sua domanda
.

Annalisa, il 12 giugno era il tanto atteso “click day”. Dai Social ho notato il suo disappunto. Le va di raccontarci la sua esperienza?
«Guardi, intanto grazie per questa opportunità. Dire disappunto è un eufemismo, sono delusa e amareggiata e, mi permetta, incazzata nera (e mi scuso per il francesismo). Non si può affidare la sorte di imprenditori all’incompetenza di un sistema che fa acqua da tutte le parti, soprattutto in un momento come questo».

Ci racconti come è andata.
«Alle 9.42 ho tentato il primo accesso e il sito era irraggiungibile. Ho provato addirittura a spegnere e riaccendere, perché non volevo credere che fosse la solita presa per i fondelli».

E una volta riacceso?
«Una volta riacceso è andata che alle 10:58 ancora nessun segno di vita. Qualcuno mi aveva avvertita, mi avevano detto che era una piattaforma assolutamente inadeguata, ma non avrei mai immaginato uno schifo del genere. Non potevo credere che fosse affidato ad una gestione così dilettantistica un servizio così importante».

È riuscita successivamente?
«Alle 11:45 ancora nulla. Andavo in ufficio da un computer all’altro, da una scrivania all’altra come una trottola e nel frattempo provavo dal cellulare. L’ho fatto per più di due ore».

Poi?
«Poi ho iniziato a manifestare il mio disappunto sui Social e ho capito che tanti, tantissimi erano nelle mie condizioni. Qualcuno, indignato, ha scritto che “Lo fanno di proposito, bloccano il sito per dare prima la possibilità a chi dicono loro, vista la somma messa a disposizione non riuscirebbero a coprire tutte le domande inviate”. Ho letto di tutto sui social. Al di là delle offese e degli improperi ho visto la sofferenza di tanti che davvero non sanno come superare questo momento».

Cosa ne pensa?
«Non lo so se è così, certo viene da pensarlo. So solo che io non sono riuscita a protocollare la mia domanda e che quindi rimarrò fuori dalla possibilità di avere il contributo… e chissà quanti come me».

Era importante quel contributo?
«Era certamente una boccata d’ossigeno in un momento di grande difficoltà, in cui soprattutto giovani imprenditori come me che non hanno grandi risorse da investire per ripartire. Abbiamo attraversato e stiamo attraversando un momento molto difficile da cui non sappiamo se e quando e come usciremo. E ciò che fa maggiormente rabbia è dover assistere inermi a questi giochetti di politicanti incapaci».

È paradossale sentir parlare tutti i giorni di aiuti, di miliardi, di ripartenza e non avere la possibilità di attingere a questi aiuti. Se facessero fatti per quante passerelle fanno sarebbe tutto più semplice per tutti».

Annalisa non voglio trattenerla ancora a lungo. In conclusione ha qualcosa da dire ai nostri
politici regionali?

«Guardi, intanto ancora grazie per avermi dato voce, avrei tante cose da dire. Dico solo al
caro dott. Toma e a suoi colleghi che se volevo tentare la fortuna avrei comprato un gratta e vinci anziché buttar via un giorno di lavoro
.

La politica è una cosa seria, l’hanno trasformata in un balletto di poltrone a suon di barzellette. La vita del Molise dipende dalla rete di tante piccole aziende come la mia che danno la possibilità a molti di lavorare, di far fronte alle esigenze delle proprie famiglie; dal lavoro di tanti, tantissimi liberi professionisti la cui possibilità di farcela dipende dalla salute delle nostre aziende. Ma se ci trattano così, se ogni volta danno aiuti con una mano e se li riprendono con tutte e due le mani, se la gestione e il sostegno ai nostri sacrifici viene affidata all’incompetenza e all’approssimazione allora farcela diverrà sempre più improbabile».

Cosa farà ora?
«Cosa farò? Semplicemente quello che ho sempre fatto: mi rimboccherò le maniche e “testa bassa e pedalare”. Spero soltanto, che tanti Molisani, sappiano superare la logica clientelare che da troppo tempo paralizza questa bella ma tanto sfortunata regione e che quando avranno la matita in mano nell’urna ricordino queste cose, come le ricorderò io».

 

Per approfondimenti:

 

 - FLOP DAY MOLISANO

SISTEMA MOSEM: le reazioni

- MOSE’, MOSE, MOSEM

- La rincorsa straziante al finaziamento