Mostri

Dieci storie di violenze, omicidi e di tradimenti nel nuovo libro del giornalista Giovanni Mancino edito da Rubbettino. Tracce di violenza che impiegano la mente a pensare e ripensare quanto la mente umana possa aderire ad un sistema di valori contrari alla vita e all’amore.

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Le pagine del libro  scorrono e con esse immagini strazianti di vite attaccate dal “danno”, dalla maledizione. Perché non si tratta di omicidi determinati da interessi economici, immersi nella malavita, ma di morti per mano di uomini che hanno amato la loro vittima, hanno costruito una vita di famiglia, di affetto, di solidità sociale o semplicemente di amore puro.

Un tema scottante che tocca da vicino, che porta il lettore ad immedesimarsi in una realtà non lontana, quella della famiglia della porta accanto .

E ci si chiede cosa può scatenare nella mente umana un pensiero così folle, quale sofferenza porta a pensieri così distruttivi che superano il limite del normale risentimento  verso un amore finito non voluto, ma subito?

L’autore ci porta in questo mondo  distorto, malato attraversando la vita dei protagonisti con perizia giudiziaria, molti i particolari attribuiti dalle indagini. Come un narratore onnisciente, ci conduce nella vita privata di uomini e donne con un timbro oggettivo della narrazione, dettato dalla sua esperienza giornalistica di cronaca.  

Ciò nonostante riesce nell’intento di scolpire atteggiamenti e sentimenti che si deducono dal quadro sommatorio degli indizi, delle indagini incalzanti.

Non mancano anche le descrizioni dei luoghi, parliamo soprattutto del Molise, che diventano una indagine coreografica a tratti poetica, come nel caso dell’assassinio ad Isernia, nel 2008, della brasiliana Marinalva, il cui sfondo è il centro storico. Luoghi che diventano essi stessi la storia perché fondamentali a dare  un costrutto narrativo significativo alla storia.

La penna di Giovanni Mancinon ha il taglio della immediatezza, della concretezza, della precisione.

Tutto rimane nell’alveo dell’oggettività. Un lavoro di indagine e di ricostruzione che incontra la bellezza della lettura avvincente, drammatica di dinamiche che vanno indagate e che richiedono attenzione da parte della società. Drammi che si poteva evitare forse?

Molto si è fatto, ma molto c’è da fare nella prospettiva di una educazione sentimentale che investa il mondo dei giovani e che tuteli i soggetti più fragili come le donne, i bambini ed anche chi prende un arma e uccide la persona che dice di amare.

Giovanni Mancinone, nasce a Castelmauro ( CB) ed è giornalista Rai. Ha  pubblicato Molise criminale (Rubbettino) che ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Nella sua carriera professionale si è occupato di numerosi fatti di cronaca con una attenzione particolare alle tematiche sociali e ambientali.