Pandemia, tra sciacalli e deliri irrompe il vero dolore

Con l’avanzare della seconda ondata del covid19 tornano ad impazzare propagande, teorie sconcertanti e deliri di personaggi improbabili che disturbano persino dentro gli ospedali e tanto altro. Una marea montante che copre larga parte del dibattito social e non solo. Nel quale irrompe, nel silenzio di troppi, un silenzio che noi cerchiamo di spezzare, il dolore reale, la carne viva sofferente in questi mesi bui.

Pandemia, tra sciacalli e deliri irrompe il vero dolore
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Migliaia di persone stanno male, soffrono e muoiono? Dategli propaganda, bufale e deliri. Si può parafrasare la sempiterna frase attribuita a Maria Antonietta di fronte alla montante infezione virale del web e dell’infosfera dilagante davanti l’avanzare feroce della seconda ondata della pandemia del nuovo coronavirus. Dai palazzi alle piazze e ai social, ancor di più che nella scorsa primavera, quotidianamente sono all’opera milioni di webeti e di ballisti in servizio permanente che si fanno trombe e trombette delle sconcezze peggiori: dai medici che ucciderebbero i pazienti per inventarsi la malattia ai nazisti del terzo millennio per cui «chi se ne frega del coviddi, tanto crepano solo vecchi e malati», da chi irrompe persino in un pronto soccorso per filmare stanze vuote (all’insegna del «l’emergenza non esiste») a chi filma le ambulanze inventandosi la menzogna che girano a vuoto e tante altre.

Stare dietro a tutti questi deliri sconcertanti e vergognosi è praticamente impossibile e, ogni santo giorno, milioni di laureati all’università del «l’ha detto mio cugino, l’ha scritto quello che nessuno ascolta perché solo lui dice la verità» e simili rilanciano alla grande sui social e sulle piattaforme di messaggistica. Le mafie divorano l’economia, spacciano, sfruttano, lucrano, prepotenti e arroganti fanno sentire la loro violenta presenza tutti muti. Si sentono invece coraggiosi e in dovere nel rilanciare queste bufale sconcertanti. 

La crema della crema della classe sdirigenziale italiota, ovviamente, non accetta di essere superata in indecenza e ogni giorno ci regala una «perla» nuova. Siamo arrivati addirittura al nuovo commissario regionale per l’emergenza sanitaria nuovo coronavirus, in una delle regioni dove la situazione è più drammatica, secondo cui le mascherine non servono perché «il virus lo prendi solo se ti baci per quindici minuti con la lingua in bocca». Un’affermazione superata per volgarità forse solo, almeno per ora perché come ricordava Einstein solo un’altra cosa è infinita come l’universo, dall’ultima sparata di quell’aquila di presidente di una squadra della Serie A del calcio, che ci ha ricordato il suo livello beccato nel gioco dei tre tamponi.

Sono passati mesi dall’arrivo drammatico del Sars-Cov2 nel nostro Paese e, anche in queste settimane, vediamo deflagrare le terribili conseguenze di una sanità territoriale stremata, devastata e troppo spesso lasciata all’abbandono (al netto di favori in cambio di mazzette e scambi di potere), una rete del trasporto pubblico locale che non è rete e non collega in troppi territori e tanto altro. Le terapie intensive tornano ad essere severamente occupate, migliaia di persone soffrono, vivono settimane drammatiche e muoiono lontane dagli affetti più cari, medici, infermieri ed OSS sono sottoposti a turni massacranti, distrutti dalla fatica e costretti a vivere anche lontani dai propri familiari per la loro sicurezza, tornare sulla situazione delle scuole (dopo mesi di campane stonate che, prima di sparlare, dovrebbero entrarci e conoscere quel che vi accade) è un esercizio ormai frustrante e affranto.

Ma siamo nell’Italia degli «invincibili», del «io so io e voi nun siete un cazzo» dove il «voi» sono sempre gli altri deboli, sfigati, impoveriti, senza alcun valore, magari anche lontani (le malattie uccidono in Africa, mica può succedere in Italia secondo questi arroganti soloni del menga) e dell’egocentrismo più sfrenato. E così nessuno si sente colpevole, tutti sono bravi e giusti, scaricabarile mattina, pomeriggio, sera e anche notte. Sono mesi che viaggia ovunque sui social la teoria del «fanno una marea di tamponi per la caccia al positivo così ci terrorizzano e s’inventano il coviddi», neanche un milionesimo dell’attenzione riservata alle inchieste di Amalia De Simone sulla gestione tamponi in Campania e alle migliaia di segnalazioni di persone disperate e abbandonate in attesa di poterli effettuare.

Le inchieste di Report, e la reazione rabbiosa e arrogante del partito dell’ex ministro dell’Interno, «parlano» da sole. Ampie sono le responsabilità nei palazzi romani – prima e durante l’emergenza – ma quel che in questi decenni e in questi mesi sta accadendo nelle regioni è la plastica dimostrazione della pericolosità del «sovversivismo delle classi dirigenti», che non saprebbero dirigere neanche il triciclo del nipote in realtà, e dello sbando nei palazzi del potere locale. Dalla Lombardia alla Calabria, dal Piemonte alla Liguria fino all'Abruzzo (su cui torneremo nei prossimi giorni), Campania e Sicilia, tanto per citarne solo alcune. Cosa è accaduto e sta accadendo in Lombardia lo hanno già ampiamente documentato i collaboratori di Ranucci e altri coraggiosi cronisti, nulla c’è da aggiungere se non consigliare di ascoltarli e leggerli, ma una successione di dichiarazioni dei giorni scorsi da sola rappresenta tutto: Fontana grida allo «schiaffo» contro i lombardi davanti la «zona rossa» istituita col DPCM del 3 novembre e il responsabile dell’azienda sanitaria locale replica che si dovevano prendere provvedimenti drastici di chiusura addirittura almeno quindici giorni prima, di fronte al dramma in atto. In Piemonte da settimane i medici chiedono un lockdown di fronte a condizioni sempre più drammatiche, per le barelle sono finiti persino a cercar posto nelle chiese. Senza nessun minimo accenno ad un'autocritica e ad un'ammissione di colpe, un alto (si fa per dire) esponente del partito da decenni quasi sempre alla guida della regione, seduto su una delle poltrone chiave a livello regionale della gestione della sanità non ha di meglio da fare che scatenare la solita trita e ritrita canea contro le organizzazioni del volontariato internazionale. Ignaro e ignorante (ma chi ignora dovrebbe avere la decenza di colmare la sua ignoranza prima di parlare), tra l'altro che organizzazioni come Emergency e Medici senza Frontiere sono attive dalla prima fase dell'emergenza. E questo squallido scaricabarile su altri, il refrain del cattivo «clandestino» che viola il sacro puro suolo e lo sporca è sempre buono per le loro satolle pance, non cancella (almeno per chi non segue ancora questa propaganda interessata che ormai ha nauseato da tempo) che le responsabilità e le colpe dovrebbe cercarla tra i suoi, lautamente stipendiati e pagati con soldi dei cittadini piemontesi, e non in volontari e professionisti - pagati non certo dalle casse pubbliche - che hanno deciso di unire nella vita lavoro, solidarietà e umanità. 

Questa è solo una parte, minima, dell’isterico, vergognoso, squallido show che quotidianamente appesta le nostre vite. Tutto mentre c’è chi soffre, vive drammi e muore. Dietro il numero dei morti su cui troppi si baloccano nel minimizzare ed esercitare la vecchia arte del «me ne frego», ci sono persone, carne viva, ci sono i dolori più lancinanti possibili del corpo e dell’anima. Le loro grida, i loro drammi, l’angoscia e la sofferenza che subiscono vengono quotidianamente soffocati da deliri che si credono pensieri, conditi da arroganza e prepotenza. Ma esistono ed irrompono, anche tramite i social, come le testimonianze di medici ed infermieri che lavorano in prima linea e malati.

La cappa di silenzio e l’infezione di questi deliri va spezzata, è più che doveroso, e così in quest’articolo riportiamo integralmente una di queste testimonianze. Frasi che valgono, e sono sicuramente più autentiche e reali, di tutti gli scaricabarile e i giochi delle tre carte di ras regionali e locali e delle balle da ricovero di negazionisti e simili. È la testimonianza di una donna lombarda affetta da un tumore, quel cancro che ogni anno colpisce e ammazza migliaia di italiani. Anche per colpe gravissime di chi inquina, devasta e avvelena i territori. Ma, come abbiamo ricordato nei giorni scorsi, guai a voler reprimere in Italia i mafiosi, colletti bianchi e (im)prenditori criminali, è «colpa grave» lì dove si puote.

È una testimonianza che andrebbe letta ed imparata a memoria perchè dona una lezione importantissima di vita e di umanità: la signora Scoscia scrive «Io non ho la pretesa di essere più importante dei malati Covid, e se un ospedale ha dovuto annullare gli interventi credo abbia emergenze tali da fare una scelta difficile», nel suo dramma riesce ad avere la forza ammirevole di vedere che «il dolore degli altri (non) è un dolore a metà» e di non piegarsi solo sul suo dramma. Questi mesi ci hanno evidenziato ancor di più quanto siamo una società che si regge sull'ego, sul se stessi e sull'incapacità di sentirci comunità e umani ... non per altro quando capita a noi qualche malattia, dramma, tragedia pensiamo sempre che tutto il resto non conti nulla ma esiste solo il nostro e/o «perché a me? non poteva succedere ad un altro? io non ho fatto nessun peccato mentre quello così, quello colà, io sono figo e buono e gli altri tutti brutti, sporchi e cattivi».

Questa la sua testimonianza integrale.

«Buongiorno,

Probabilmente la mia email andrà nei cestini ma in tutta coscienza devo scrivere la mia DISPERAZIONE.

Lei governatore Fontana sta discutendo sulla zona rossa lombarda, sa qual è il vero schiaffo??? Non è la Lombardia zona rossa, lo schiaffo vero è quello ricevuto dai malati ONCOLOGICI che si sono visti annullare le operazioni.

Come fa un governatore a parlare così quando la situazione è al collasso??

Governatore, per cortesia può venire a spiegare alle mie figlie che la madre non sarà operata, nonostante i lunghi mesi di chemio, 8 mesi di sofferenza per arrivare all'operazione, e ora tutto annullato...

Siamo in Lombardia, non in mezzo alla giungla, eppure io non sarò tra i morti Covid, sarò probabilmente tra i morti di tumore 2021/2022

Lo spiega lei alle mie figlie per cortesia?? Perché io non ne ho le forze.

Voi continuate a fare politica, noi continuiamo a morire, ma non di Covid, ma di mala organizzazione.

Io non ho la pretesa di essere più importante dei malati Covid, e se un ospedale ha dovuto annullare gli interventi credo abbia emergenze tali da fare una scelta difficile, ma la mia disperazione è tanta, e sentire lei che gioca su "schiaffo ai Lombardi" quando la situazione è grave, lo trovo semplicemente ridicolo.

Distinti saluti.

Una mamma/donna/moglie DISPERATA

SCOSCIA ROSSANA»