«Purtroppo Emanuela è stata il tassello di un puzzle in un sistema di ricatti molto ampio»

Pietro Orlandi: «Il Vaticano non vuole la Commissione Parlamentare perché non può controllarla», forte partecipazione alla manifestazione del 13 gennaio risposta a chi vuol silenziare la sete di giustizia e mettere tutto a tacere.

«Purtroppo Emanuela è stata il tassello di un puzzle in un sistema di ricatti molto ampio»
fonte Adn Kronos

«Più saremo e più forte sarà il messaggio a chi vuole continuare ad occultare la verità» ha scritto Pietro Orlandi nell’appello per la manifestazione “Verità e Giustizia per Emanuela” tenutasi il 13 gennaio scorso.

Un appello alla partecipazione, ad essere in tantissimi per « dare una risposta forte al silenzio che da dopo l’estate sta avvolgendo questa storia. Stanno cercando di far dimenticare, di abbassare l’attenzione e per questo serve una forte presenza alla manifestazione. Devono capire tutti, Vaticano, procura, politica, media, che la sete di giustizia non si può silenziare».

L’altissima partecipazione, la piazza piena, sono la prima forte risposta a chi vuole silenziare, far dimenticare, impedire oltre quarant’anni dopo che sul rapimento di Emanuela Orlandi cali una definitiva e totale omertà, sull’ampio sistema di ricatti di cui è stato il tassello di un puzzle, come Pietro Orlandi ha scritto nei giorni scorsi su facebook in risposta ad un commento sotto il post in cui ha pubblicato una delle interviste rilasciate nei giorni precedenti la manifestazione.

Omertà che continua a far rima con depistaggi, verità di comodo, confusione strumentalizzando e falsificando fatti, atti e parole. Un gioco sporco, come lo ha definito il curatore di Notte Criminale Alessandro Ambrosini che nel dicembre 2022 pubblicò l’audio “Vatican Shock”, dopo quanto fu scatenato contro Pietro Orlandi nelle ore successive ad una dichiarazione nella trasmissione televisiva DiMartedì.

E anche nelle ore successive la manifestazione del 13 gennaio scorso ci sono state sue dichiarazioni che sono finite sui giornali in una maniera fin troppo imprecisa.

«Leggo molti articoli stamattina in riferimento alla questione di Santa Maria maggiore secondo i quali la mia ipotesi è che i resti di Emanuela si troverebbero a Santa Maria a maggiore. io non ho mai detto di resti di Emanuela a Santa Maria maggiore , ho parlato di una cassa che potrebbe contenere materiale relativo ad Emanuela ( documenti, prove ) che sarebbe stata portata a Santa Maria maggiore secondo alcuni testimoni dei quali sollecito la convocazione da parte del promotore Diddi» (Pietro Orlandi, post su facebook del 14 gennaio alle ore 12.14)

«In relazione a un coinvolgimento della Basilica di Santa Maria Maggiore con il rapimento di Emanuela Orlandi e al fatto che presso tale Basilica vi sia stato un intervento del Ministero dei beni culturali mentre era ministro Franceschini, che l’avrebbe autorizzato, presumibilmente negli anni 2013-2014, la famiglia Orlandi precisa che nessuna responsabilità è stata imputata in capo al ministro stesso, ma chiede che venga verificata quanto prima questa circostanza, così come rappresentato agli inquirenti. Oggi Emanuela Orlandi compie cinquantasei anni. L’auspicio della famiglia è quello della massima collaborazione, nell’interesse della verità, attesa da più di quaranta anni». Avv. Laura Sgrò

(post facebook di Pietro Orlandi pubblicato il 14 gennaio alle ore 12.31)

«Il Vaticano questa Commissione bicamerale non la vuole perché non la può controllare - ha affermato Pietro Orlandi durante la manifestazione - sappiate che Emanuela è un piccolo tassello di un sistema di ricatto, io sono a disposizione e spero di essere convocato quanto prima».

Nel suo intervento il fratello di Emanuela ha fatto riferimento a messaggi whatsapp che nel 2014 si sono scambiati alti funzionari vaticani, all’epoca vicini a Bergoglio e riportati nel memoriale redatto dallo stesso Pietro Orlandi con l’avvocato Laura Sgrò.