Borsellino: “Questa è una immagine che non avrei mai voluto vedere, un ramo dell’albero di Via D’Amelio piegato e spezzato.”

Pubblichiamo il testo integrale di denuncia di Salvatore Borsellino in seguito al ritrovamento del ramo spezzato nell'ulivo in via d'Amelio e l'email di sollecito da inviare al comune di Palermo per la realizzazione del giardino della memoria in seguito alla petizione che ha raggiunto 113.338 firme.

Borsellino: “Questa è una immagine che non avrei mai voluto vedere, un ramo dell’albero di Via D’Amelio piegato e spezzato.”
Borsellino: “Questa è una immagine che non avrei mai voluto vedere, un ramo dell’albero di Via D’Amelio piegato e spezzato.”

Questa è una immagine che non avrei mai voluto vedere, un ramo dell’albero di Via D’Amelio piegato e spezzato.
È come vedere un braccio spezzato perché dentro quell’albero scorre il sangue mescolato insieme di Paolo e dei suoi ragazzi la cui vita è stata spezzata proprio in quel luogo.


 

Fino a qualche giorno prima del 19 luglio di quest’anno c’era una buca in Via D’Amelio, era li da mesi, con delle transenne a delimitarla, e sia io stesso che altri cittadini la avevamo segnalata più volte al Comune, anche con dei post su questa pagina.
Finalmente , qualche giorno prima del giorno di memoria sono arrivati gli operai a rattopparla, è questa la parola giusta, non ripararla, ma la buca si è puntualmente riaperta per almeno tre volte e per altrettante volte è stata rappezzata.
Ma si trattava di asfalto e alla fine l’unico problema di un lavoro mal fatto era quello di poterci inciampare.

Sembra sia stato il vento, la notte a Palermo c’è stata una tempesta di vento e al mattino il portiere dello stabile ha trovato il ramo spezzato, piegato fino a toccare terra, e voglio davvero sperare che sia così e che non si sia invece trattato di un atto vandalico.
Voglio sperare anche che quanto successo acceleri l’iter burocratico per avere finalmente quel
Giardino della Memoria per il quale più di 110.000 firme sono state raccolte in pochissimo tempo.
Questo impedirà ai camion che passano rasenti all’albero stesso di urtarne i rami, di strapazzarne il fogliame, di farne cadere le tante olive di cui sono pieni i suo rami, le sue braccia.

Fino a questo momento però l’unico atto concreto è un decreto di salvaguardia come bene culturale tutelato emesso dalla Sovrintendenza che però è anche un vincolo per quanto riguarda la potatura dell’albero e la stessa raccolta delle olive che prima era affidata ad una cooperativa incaricata dal Centro Studi Paolo Borsellino e che adesso può invece essere effettuata solo dai tecnici dell’orto botanico.


Ad oggi a muoversi devono essere la vicesindaco Carolina Varchi, che ha fatto un Atto di Indirizzo, così si chiama in termini burocratici, al Sindaco e agli assessori per la realizzazione dell’opera, e l’assessore regionale alle Infrastrutture della Regione siciliana, Alessandro Aricò, che si è personalmente impegnato a farsi carico della realizzazione dell’opera mettendoci i fondi, il progetto e il suo impegno personale.
Per procedere ha però bisogno che il Comune di Palermo emetta una delibera per affidare il progetto alla Regione e di questo dovrebbe occuparsi, e mi ha promesso di farlo quanto prima, la stessa vicesindaco Carolina Varchi.

 

Appartengono alla stesso partito, Fratelli d’Italia che al momento ha in mano le redini del comando e quindi non ci dovrebbero essere contrasti tra di loro ma la realtà è che finora, a parte le parole, non si è mosso niente.
Aspettiamo ancora, e speriamo di non dovere aspettare troppo a lungo, che si passi, dalle promesse e dalle parole, ai fatti.
È necessario ancora l’impegno di tutti perché il nostro sogno si possa realizzare.

 

La realizzazione del Giardino della Memoria in Via D’Amelio, richiesta da oltre 110.000 cittadini, è impantanata nelle pastoie della burocrazia e chissà quando e se verrà mai portata a termine.
Grazie a voi, alle vostre firme, alle vostre condivisioni, ai vostri contatti siamo riusciti a raggiungere questo incredibile traguardo, la raccolta di un numero enorme di firme, ma non basta ancora.
 

Vi chiedo di darmi ancora una mano, di inondare il Comune di Palermo di mail di sollecito per la realizzazione del progetto, copiando e incollando il testo che segue ed inviandolo via mail all’indirizzo indicato e di chiedere di fare la stessa cosa a tutti i vostri contatti a cui vi siete rivolti per la raccolta delle firme.
Se il Giardino della Memoria verrà realizzato sarà merito soprattutto vostro.
Indirizzo mail: urp@comune.palermo.it 
Testo:

Sono uno dei 113.338 cittadini che hanno firmato una petizione perché in Via D’Amelio, in quella strada in cui trentuno anni fa un mancato divieto di sosta facilitò il compito a chi doveva preparare quell’attentato che spezzo la vita di Paolo e dei cinque agenti della sua scorta, venga creato un Giardino della Memoria che preservi dall’assedio delle auto e dalle ingiurie del traffico che quotidianamente lo sfiorano quell’ulivo che Maria Pia Lepanto, madre di Paolo Borsellino, ha voluto che fosse piantato proprio nella terra bagnata dal sangue di quei martiri.
A seguito di questa petizione il 27 giugno 2023 il vicesindaco di Palermo Carolina Varchi ha rivolto un Atto di Indirizzo al Sindaco di Palermo e agli assessori competenti per la creazione del suddetto Giardino che ancora non ha avuto seguito.
Chiedo che vengano superati tutti gli ostacoli della burocrazia e i conflitti di competenza e che questo Giardino possa quanto prima diventare realtà.

Una settimana fa il vento, e voglio sperare sia stato davvero soltanto il vento, ha spezzato uno dei rami laterali dell’ulivo di Via D’Amelio.
Tramite i volontari che quotidianamente lo visitano ce ne siamo accorti subito ma l’albero è ora tutelato da un decreto della Sovrintendenza e non si può intervenire se non previa autorizzazione.

Anche questa volta, insieme con altri cittadini, abbiamo subito segnalato il problema in Comune ma il ramo è rimasto per più di una settimana attaccato al tronco soltanto con dei filamenti e a terra, come un arto ferito.
L’altro ieri, dopo oltre sette giorni, degli operai mandati dal Comune sono intervenuti ad asportare il ramo ma l’intervento è stato fatto in maniera assolutamente approssimativa e non professionale.

Come mi dice un esperto botanico a cui ho sottoposto la foto del taglio, questo andava fatto all’attaccatura del ramo spezzato, doveva essere un taglio netto e la ferita, ed anche i bordi, andavano poi suggellati con del mastice protettivo per evitare l’infiltrazione, attraverso la ferita stessa, di parassiti.
"Per asportare un ramo spezzato in un essere vivente, perché questo è un albero, e soprattutto “quell’albero”, sono stati mandati dei macellai piuttosto che dei chirurghi."
Pretendiamo di sapere da chi è stato fatto un lavoro così maldestro e se, dato che si tratta di in bene tutelato, sono state richieste le necessarie autorizzazioni.

Chiediamo che si intervenga in maniererà corretta da parte di esperti e non di generici operai, per rimediare al mal fatto e che il taglio venga correttamente eseguito e la ferita suggellata come necessario.

Tra l’altro il ramo è stato asportato e probabilmente sarà finito tra il rifiuti mentre forse, con l’intervento di esperti, avrebbero potuto esserne ricavate delle talee.
 

Non vorrei che piuttosto che un Giardino della Memoria, di cui peraltro ancora non riesco ad ottenere notizie certe, avremo in Via D’Amelio un Giardino dell’Incuria.

Aiutiamo tutti Salvatore Borsellino, inviando l'email al Comune di Palermo e parlando sempre di ciò che succede senza lasciare nessuno da solo.