SANITA': si smantella per tutti per un profitto per pochi

L'OPINIONE. «La scusa per fare questo fu data dalla famosa lettera tra Ciampi ed Andreatta, negli anni '80, che impediva alla banca d'Italia di riassorbire i bot invenduti. Ciò ha determinato un aumento vertiginoso del debito dal 60% al 120%. Questa é stata la scusa per dismettere tutti i beni pubblici.»

SANITA': si smantella per tutti per un profitto per pochi

Che il sistema sanitario, così come concepito nel 1978, universalistico e gratuito per tutti, sostenuto dalla fiscalità generale, debba essere smantellato per favorirne la privatizzazione e trasformare il bene comune diritto alla salute in una merce da cui trarre il massimo del profitto, è più che evidente.

Questo processo di smantellare beni appartenenti a tutti per creare fonti di profitto per pochi, è iniziato negli anni '80 del secolo scorso. Nella famosa riunione sulla nave Britannia negli anni '90, fu deciso di dismettere, come proprietà pubbliche, le banche, le infrastrutture, le industrie di Stato.

La scusa per fare questo fu data dalla famosa lettera tra Ciampi ed Andreatta, negli anni '80, che impediva alla banca d'Italia di riassorbire i bot invenduti. Ciò ha determinato un aumento vertiginoso del debito dal 60% al 120%. Questa é stata la scusa per dismettere tutti i beni pubblici.

Dopo la dismissione dei beni pubblici, il debito è continuato ad aumentare. Nella stessa logica ci si muove per dismettere e privatizzare il sistema sanitario, l'acqua e sicuramente il sistema scolastico, beni che non erano stati intaccati nella prima fase delle privatizzazioni.

Quello che colpisce è la mancanza di reazione. Tranne alcuni movimenti, non esiste partito politico o sindacato che si siano mossi per evitare la degenerazione di sistema che stiamo vivendo. Recentemente si è visto qualche segno da parte della Cgil nel tentativo di voler assumere posizioni differenti. Tuttavia, in mancanza di forze politiche a livello istituzionale che possano supportare linee diverse, è difficile che il sindacato possa incidere sulla realtà attuale.

In democrazia il sistema per controllare l'opinione pubblica è il controllo dell'informazione-formazione e non è un caso che questa si concentri in sempre più poche mani per portare in auge il pensiero unico.

Prima della caduta del Conte 2, che iniziava a dare flebili segnali di una possibile linea politica alternativa, vi furono movimenti importanti nei giornali e nelle televisioni per omologare i messaggi e favorire la caduta di quel governo. Si può uscire da questo neoliberismo in fase decadente, incapace di dare risposte ai grandi problemi della nostra epoca senza passare da guerre distruttive?

È difficile in assenza di un pensiero alternativo forte che possa costituire una alternativa dialettica, economica, sociale e politica.

Questo è il vero problema che andrebbe affrontato e non solo in Italia.

Lucio Pastore