Sonia Alfano: «Mio padre Beppe non è inferiore alle altre vittime di mafia»

LE VITTIME DI MAFIA SONO TUTTE UGUALI. Lo sfogo della figlia del giornalista di Barcellona Pozzo di Gotto ammazzato da Cosa nostra l'8 gennaio del 1993. «Le vittime innocenti di mafia e i loro famigliari non sono, non siamo, tutte uguali. Non lo siamo perché c’è sempre il cattivo gusto di ricordare solo le vittime più illustri, quelle più famose ma non più valorose rispetto alle altre vittime di mafia».

Sonia Alfano: «Mio padre Beppe non è inferiore alle altre vittime di mafia»
Sonia Alfano

Un intervento accorato scritto sulla sua bacheca di Facebook. Sonia Alfano entra a gamba tesa, e non è la prima volta, su un argomento importante e delicato. Per la verità lo sta facendo da anni. Il suo impegno è chiaro, preciso: è una battaglia di rispetto nei confronti di tutte le vittime delle mafie.  

Lei, già impegnata in politica (al parlamento europeo) e sul fronte dell'antimafia dei fatti (non quella parolaia e rappresentata anche da personaggi squallidi, alcuni anche "inviati" nelle patrie galere), è la figlia di Beppe Alfano. Un grande giornalista siciliano che non può finire assolutamente nel dimenticatoio del Paese che utilizza la memoria a corrente alternata. Il collega Alfano, uomo di coraggio e di cultura, non ha mai fatto un passo indietro: si è sempre contrapposto all'arroganza mafiosa, gettando il proprio corpo nella lotta. E ha pagato il suo impegno umano e professionale con la vita. Un maledetto 8 gennaio del 1993. Un periodo maledetto gestito da personaggi maledetti (mafiosi, politici collusi, istituzioni deviate, colletti bianchi e massoneria).

Gli interventi di Alfano, Morvillo e Borsellino

«Per essere esplicita e diretta: Falcone e Borsellino non hanno assolutamente nulla di più rispetto a mio padre (nella foto in basso) e alle tante vittime dimenticate e mortificate da questo paese. Mio padre non ha nulla da imparare dal ricordo di questi due uomini. Hanno tutti servito lo stato ed un ideale. Sono tutti andati a morire con la consapevolezza di aver fatto una scelta.»

In queste ore si sono registrati altri due interventi dei famigliari delle vittime di mafia. Prima l'ex magistrato, oggi in pensione, Alfredo Morvillo, fratello di Francesca Morvillo (magistrato e moglie di Giovanni Falcone). Quest'anno non parteciperà alla cerimonia di intitolazione dell'aula bunker dell'Ucciardone a Falcone e Borsellino. "Non si può accettare di condividere questo momento con personaggi, inevitabilmente invitati, che non hanno nulla a che fare con i nostri amatissimi indimenticabili giudici, che, dall'alto delle loro responsabilità istituzionali, non tralasciano di mandare alla cittadinanza messaggi di pacifica convivenza con ambienti notoriamente in odore di mafia". Alfredo Morvillo ha perfettamente ragione.

Poi le agenzie hanno rilanciato le dichiarazioni di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo: "Condivido assolutamente le parole di Morvillo sulla partecipazione di alcuni personaggi alle commemorazioni in memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Personaggi che, nonostante non siano dei mafiosi, non hanno mai apertamente preso le distanze, dissociandosi, dall’appoggio che figure, dichiaratamente in odor di mafia o addirittura condannate per mafia, hanno manifestato loro durante la recente campagna elettorale. Questi personaggi non saranno sicuramente graditi alle commemorazioni del 19 luglio per Paolo in via d’Amelio". Salvatore Borsellino ha perfettamente ragione.

Le discriminazioni denunciate da Sonia Alfano

«Oggi e domani a Palermo si svolgeranno manifestazioni per intitolare l’aula bunker, ovviamente, a Falcone e Borsellino, e poi concerti, pranzi e cene, persino al Teatro Massimo, al quale non solo sono stati invitati solo alcuni famigliari di vittime innocenti della mafia, ma saranno presenti anche magistrati, giornalisti, etc, nonché amici e collaboratori di magistrati e varie. E allora, finché ci saranno queste discriminazioni, queste esclusioni, dove vogliamo andare? Di buono c’è che se questi eventi si fanno, vuol dire che quindi esiste ancora la mafia. Però non perviene ancora una volta l’antimafia. Eh già, c’è da dire infatti, che se non fai parte del cerchio magico del mondo dell’antimafia, quello che osanna e riceve soldini per le manifestazioni, non si viene invitati ai concerti e agli incontri con le autorità. Che poi, in periodo di grande crisi economica, ostentare cene cui invitare amici e parenti, anche no.

Noi preferiamo rimanere gli ultimi, esattamente come ci avete sempre trattato, scomodi ma sobri. Buona cena a tutti, e magari tra un bicchiere e l’altro, ricordatevi che dovreste onorare tutte le vittime innocenti della mafia. Un po’ come quello che c’è scritto nelle aule di giustizia, “la legge è uguale per tutti”. Forse, e non sempre». Sonia Alfano ha perfettamente ragione.