Trattativa Stato-mafia, le difese si oppongono alle richieste della Procura

Nell'udienza riservata all'interlocuzione delle difese sulle richieste avanzate dalla Procura, gli avvocati Basilio Milio e Francesco Centonze, difensori degli imputati Mario Mori e Marcello Dell'Utri, si sono opposti a una nuova audizione degli ufficiali Pellegrini e Tersigni, già ascoltati a gennaio, oltre che alle richieste di acquisizione della sentenza 'Ndrangheta stragista e dei documenti relativi alle testimonianze sui floppy disk e i telefoni cellulari sequestrati a Giovanni Napoli, fedelissimo di Bernardo Provenzano. La corte scioglierà la riserva nell'udienza del 22 febbraio.

Trattativa Stato-mafia, le difese si oppongono alle richieste della Procura
Avvocato Basilio Milio, difensore di Mario Mori

L'udienza di lunedì 15 febbraio del processo d'Appello sulla Trattativa Stato-mafia, dinanzi alla corte presieduta da Angelo Pellino, è stata riservata all'interlocuzione delle difese sulle richieste avanzate dalla Procura nell'udienza dell'8 febbraio.

L'avvocato Basilio Milio, difensore dell'imputato Mario Mori, si è opposto alla produzione della sentenza di primo grado della corte d'Assise di Reggio Calabria sul processo cosiddetto 'Ndrangheta stragista, perché non ricostruirebbe in modo corretto alcuni fatti, come la vicenda legata a Paolo Bellini o alla Falange Armata, e perché, a suo dire, in quel procedimento non sarebbero stati acquisiti atti importanti presenti invece in quello sulla Trattativa in corso.

Non ritiene inoltre giustificata una nuova audizione degli ufficiali Pellegrini e Tersigni, come richiesto dalla Procura per chiarire alcune “criticità” emerse dall'esame dei due testimoni. E non lo ritiene necessario sia perché la mancanza di relazioni di servizio per i primi 16-17 mesi di collaborazione con Riggio non è così anomala, sia perché “si tratterebbe di vicende fuori dal campo di imputazione”. Netta l'opposizione anche per la produzione dei documenti relativi al sequestro dei floppy disk e dei telefoni cellulari di Napoli Giovanni, nonché dell'audizione dei marescialli Gigliotti e Serra perché “in questo processo si discute di minaccia al governo, non di floppy disk e telefoni cellulari”.

Secondo l'avvocato, quello sulla Trattativa è un procedimento “diverso rispetto alla mancata cattura di Bernardo Provenzano, come tutti ci hanno ripetuto” e “se i processi sono diversi, allora queste carte non c'entrano nulla” perché si tratta di “fatti già passati in giudicato”.

Inutile, a parere della difesa, sarebbe anche l'acquisizione dei Diari di Bruno Trentin, richiesti dalla Procura per la parte relativa alla vicenda Amato-Servizi segreti. Secondo l'avvocato Milio, si tratterebbe solo di ricostruzioni di Trentin, che nel giugno del '93 non poteva conoscere bene i fatti, o di deduzioni di Nicolò Amato, che comunque non poteva avere una conoscenza completa dei fatti.

Ancora più duro l'intervento dell'avvocato Francesco Centonze, difensore di Marcello Dell'Utri, che si è opposto all'audizione di Tersigni e Pellegrini.

“Secondo la Procura è attendibile Riggio e non sono attendibili due alti ufficiali”. “Siamo sicuri di dover dar seguito a questo ulteriore esame” che vorrebbe riabilitare la versione di Riggio, che “è invece un testimone da buttare a mare, metaforicamente?”. Secondo l'avvocato, stando alle testimonianze di Pellegrini e Tersigni, “quello che è venuto fuori su Riggio è impietoso”.

E si oppone anche all'acquisizione della sentenza su 'Ndrangheta stragista perché si tratta di una “sentenza non definitiva”. Baiardo? “Un teste mediatico che neppure so chi sia”, ma se la Procura vorrà usare le sue dichiarazioni, lo chiami a testimoniare “perché noi non abbiamo paura di alcun testimone”.

La difesa del generale Mori ha inoltre chiesto la produzione della sentenza del Borsellino quater, quella definitiva sull'onorevole Mannino e la testimonianza della dottoressa Liliana Ferraro alla Commissione parlamentare antimafia. Richieste alle quali il procuratore generale Giuseppe Fici non si è opposto. Ha respinto invece la richiesta di produzione di alcuni articoli dell'Unità e di Repubblica avanzata da Milio, in quanto si tratterebbe di “impressioni a caldo e pareri” di giornalisti che esulano dal tema e che “non potrebbero aiutare granché”. Respinta anche l'acquisizione della testimonianza del magistrato Felice Lima alla Commissione antimafia perché niente potrebbe aggiungere alla vicenda Mafia-appalti di cui si è già detto.

La Corte scioglierà la riserva nella prossima udienza, fissata per il 22 febbraio, giorno in cui verrà dato un calendario di massima per la discussione, che dovrebbe avvenire tra maggio e giugno.

 

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